In the present work, the double standard phenomenon is investigated within contemporary media discourse, focusing on biased narratives surrounding the suffering others. By comparing media portrayals of Ukrainian and African/Middle Eastern refugees, the study aims to elucidate the differential treatment they receive, particularly in the context of societal reception and media representation. The research hypothesizes that employing dehumanizing language in media coverage may influence audience perceptions and empathic responses toward these ethnic groups. Specifically targeting Generation Z individuals, known for their heightened activism and concern for social justice, the study employs a mixed-methods approach to explore the relationship between media exposure, biased narratives, empathy, and prejudice. The empirical phase of the work involves the administration of multimedia content concerning the two refugee groups. Following a T0-T1 structure, the experiment comprises ex-ante and ex-post questionnaires that measure changes in empathy and prejudice levels in the two groups using the Interpersonal Reactivity Index and the Subtle and Blatant Prejudice Scale. Through data analysis, the study seeks to ascertain the influence of media narratives on audience perceptions and attitudes toward others in distress. Qualitative insights from participants’ interactions provide additional depth to the findings. Results indicate that exposure to media content may elicit increased empathy among participants, as in the case of African and Middle Eastern refugees group audience, which exhibited higher levels of empathic concern and reduced blatant prejudice. Conversely, the group tackling Ukrainian refugees displayed stable, but lower empathy and prejudice levels than the first group, suggesting potential detachment from the topic. These findings provide an initial contribution to the urgent issue of critically examining media representations and narratives and their influence on the audience’s perception and selective sympathy, while also taking into consideration the counterproductive effects of thematic overstimulation.

Nel presente lavoro, il fenomeno del doppio standard viene indagato all’interno del discorso mediatico contemporaneo, concentrandosi sulle narrazioni distorte che riguardano “l’altro” in difficoltà. Confrontando le narrazioni mediatiche dei rifugiati ucraini e di quelli dell’Africa e del Medio Oriente, lo studio vuole evidenziare il trattamento differenziato che essi ricevono, specialmente in termini di accoglienza sociale e rappresentazione mediatica. La ricerca ipotizza che l’uso di un linguaggio disumanizzante nella copertura mediatica possa influenzare le percezioni e le reazioni empatiche del pubblico nei confronti di questi gruppi etnici. Adottando gli individui della Generazione Z come gruppo target, noti per il loro attivismo e per la loro attenzione alle ingiustizie sociali, lo studio si serve di una metodologia mista per esplorare la relazione tra esposizione ai media, narrazioni distorte, empatia e pregiudizio. La fase empirica del lavoro prevede la somministrazione di contenuti multimediali relativi ai due gruppi di rifugiati. Seguendo una struttura T0-T1, i due gruppi vengono sottoposti a questionari ex-ante ed ex-post che misurano i cambiamenti nei loro livelli di empatia e pregiudizio, attraverso l’Indice di Reattività Interpersonale e la Scala di Pregiudizio Sottile e Manifesto. Tramite analisi dati, lo studio cerca di accertare l’influenza delle narrazioni mediatiche sulle percezioni e sugli atteggiamenti del pubblico nei confronti del prossimo. Le riflessioni qualitative dei partecipanti forniscono ulteriore profondità ai risultati. Si è visto che, nel caso del gruppo dei rifugiati africani e mediorientali, l’esposizione ai contenuti ha aumentato i livelli di considerazione empatica e ha diminuito i livelli di pregiudizio manifesto tra i partecipanti. Al contrario, il gruppo che ha affrontato il tema dei rifugiati ucraini ha mostrato livelli di empatia e pregiudizio stabili, ma inferiori rispetto al primo gruppo, suggerendo un potenziale distacco emotivo. Questi risultati forniscono un primo contributo all’urgenza di esaminare criticamente le rappresentazioni e le narrazioni dei media e la loro influenza sulla percezione e sull’empatia selettiva del pubblico, tenendo anche conto degli effetti controproducenti di una sovrastimolazione tematica.

The language of humanization: a design experiment to assess the influence of contemporary media's double standard on GenZ audience

Rossi, Ludovica
2022/2023

Abstract

In the present work, the double standard phenomenon is investigated within contemporary media discourse, focusing on biased narratives surrounding the suffering others. By comparing media portrayals of Ukrainian and African/Middle Eastern refugees, the study aims to elucidate the differential treatment they receive, particularly in the context of societal reception and media representation. The research hypothesizes that employing dehumanizing language in media coverage may influence audience perceptions and empathic responses toward these ethnic groups. Specifically targeting Generation Z individuals, known for their heightened activism and concern for social justice, the study employs a mixed-methods approach to explore the relationship between media exposure, biased narratives, empathy, and prejudice. The empirical phase of the work involves the administration of multimedia content concerning the two refugee groups. Following a T0-T1 structure, the experiment comprises ex-ante and ex-post questionnaires that measure changes in empathy and prejudice levels in the two groups using the Interpersonal Reactivity Index and the Subtle and Blatant Prejudice Scale. Through data analysis, the study seeks to ascertain the influence of media narratives on audience perceptions and attitudes toward others in distress. Qualitative insights from participants’ interactions provide additional depth to the findings. Results indicate that exposure to media content may elicit increased empathy among participants, as in the case of African and Middle Eastern refugees group audience, which exhibited higher levels of empathic concern and reduced blatant prejudice. Conversely, the group tackling Ukrainian refugees displayed stable, but lower empathy and prejudice levels than the first group, suggesting potential detachment from the topic. These findings provide an initial contribution to the urgent issue of critically examining media representations and narratives and their influence on the audience’s perception and selective sympathy, while also taking into consideration the counterproductive effects of thematic overstimulation.
MUSMECI, MARIANNA
ARC III - Scuola del Design
9-apr-2024
2022/2023
Nel presente lavoro, il fenomeno del doppio standard viene indagato all’interno del discorso mediatico contemporaneo, concentrandosi sulle narrazioni distorte che riguardano “l’altro” in difficoltà. Confrontando le narrazioni mediatiche dei rifugiati ucraini e di quelli dell’Africa e del Medio Oriente, lo studio vuole evidenziare il trattamento differenziato che essi ricevono, specialmente in termini di accoglienza sociale e rappresentazione mediatica. La ricerca ipotizza che l’uso di un linguaggio disumanizzante nella copertura mediatica possa influenzare le percezioni e le reazioni empatiche del pubblico nei confronti di questi gruppi etnici. Adottando gli individui della Generazione Z come gruppo target, noti per il loro attivismo e per la loro attenzione alle ingiustizie sociali, lo studio si serve di una metodologia mista per esplorare la relazione tra esposizione ai media, narrazioni distorte, empatia e pregiudizio. La fase empirica del lavoro prevede la somministrazione di contenuti multimediali relativi ai due gruppi di rifugiati. Seguendo una struttura T0-T1, i due gruppi vengono sottoposti a questionari ex-ante ed ex-post che misurano i cambiamenti nei loro livelli di empatia e pregiudizio, attraverso l’Indice di Reattività Interpersonale e la Scala di Pregiudizio Sottile e Manifesto. Tramite analisi dati, lo studio cerca di accertare l’influenza delle narrazioni mediatiche sulle percezioni e sugli atteggiamenti del pubblico nei confronti del prossimo. Le riflessioni qualitative dei partecipanti forniscono ulteriore profondità ai risultati. Si è visto che, nel caso del gruppo dei rifugiati africani e mediorientali, l’esposizione ai contenuti ha aumentato i livelli di considerazione empatica e ha diminuito i livelli di pregiudizio manifesto tra i partecipanti. Al contrario, il gruppo che ha affrontato il tema dei rifugiati ucraini ha mostrato livelli di empatia e pregiudizio stabili, ma inferiori rispetto al primo gruppo, suggerendo un potenziale distacco emotivo. Questi risultati forniscono un primo contributo all’urgenza di esaminare criticamente le rappresentazioni e le narrazioni dei media e la loro influenza sulla percezione e sull’empatia selettiva del pubblico, tenendo anche conto degli effetti controproducenti di una sovrastimolazione tematica.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/219320