There are places frozen in time. They live a life of their own: along a route or to be found, far from the city, from the crowd and from tourism. They erect themselves silent or monumental, while remaining the only fixed element in a passing panorama. Still places perceivable as a break from the noise that returns as soon as you cross them. Formed and changed by nature itself, they present themselves in the most disparate forms, often inaccessible, as if to hide their beauty and defend their peace. It is a common human feeling to want to enter and, even for a short while, enjoy that silence, transforming the violation of the boundaries of a natural place into its highest form of appreciation. Capo Bruzzano is located within this imaginary of a still place. It declares itself as the extension of Aspromonte, standing out on the Costa Dei Gelsomini and, while reaching the south-eastern end of the Italian peninsula, it invades the beach. Currently inaccessible in its lower portion, it is crossed transversally by the SS106 and the regional railway line and it constitutes a fracture in the coastal landscape flanked by the infrastructures that wind through the provincial centers of the Metropolitan City of Reggio Calabria. The stretch of road that runs through it allows the observer to perceive a sequence of different images that are composed by a mix of shapes and textures given by the vegetation and the rock, which has its base in a third element: the water. In this case the visual interaction alone constitutes a limit. It prevents the observer from entering, from grasping the specificity of the landscape in every hidden ravine, its immobility in time as a place in contrast to the continuous process of transformation and sedimentation of the rock. However, the future construction of the new ANAS road route and the consequent downgrading of the road to a Provincial one, offer the opportunity to reimagine this place, to make it accessible. It offers the opportunity to materialize the previously uniquely sensorial experience into a true immersive discovery, by going beyond its boundaries through three specific moments: discovery, crossing, observation

Esistono luoghi fermi nel tempo. Lungo un percorso o da scovare, lontani dalla città, dalla calca, dal turismo, vivono di vita propria erigendosi silenti o monumentali, rimanendo unico elemento fermo in un panorama che corre. Luoghi immobili percepibili come pausa dal rumore che, appena attraversati, torna. Formati e mutati dalla natura stessa si presentano nelle forme più disparate, spesso inaccessibili, come a voler celare la loro bellezza e difenderne la pace. È comune sentimento umano volerci entrare e, anche per poco, godere di quel silenzio, tramutando la violazione dei confini di un luogo naturale nella sua più alta forma di apprezzamento. All’interno di questo immaginario di luogo immobile si colloca Capo Bruzzano. Lasciatosi alle spalle le vette dell’Aspromonte, si dichiara come suo prolungamento stagliandosi sulla Costa Dei Gelsomini e, raggiungendo l’estremità sud-est della penisola italiana, invade la spiaggia. Attualmente inaccessibile nella sua porzione inferiore, è attraversato trasversalmente dalla SS106 e dalla linea ferroviaria regionale e costituisce un momento di frattura nel paesaggio costale affiancato dalle infrastrutture che si snodano tra i centri provinciali della Città Metropolitana di Reggio Calabria. Il tratto stradale che vi scorre all’interno permette all’osservatore di recepire una sequenza di immagini diverse man mano che lo si percorre, una commistione di forme e texture date dalla vegetazione e dalla roccia che affonda la sua base in un terzo elemento: l’acqua. In questo caso la sola interazione visiva costituisce un limite impedendo all’osservatore di entrare, cogliere la specificità del paesaggio in ogni suo anfratto nascosto, la sua immobilità nel tempo come luogo in contrasto al continuo processo di trasformazione e sedimentazione della roccia. Tuttavia, la realizzazione futura del nuovo tracciato ANAS per la viabilità ed il conseguente declassamento a Strada Provinciale del tratto interessato, offrono l’occasione di ripensare questo luogo, renderlo accessibile in modo da concretizzare l’esperienza prima solo visiva in vera scoperta immersiva, valicandone i confini per accedere al suo mondo immobile mediante tre momenti specifici: scoperta, attraversamento, osservazione.

Capo Bruzzano : the cliff

Fiumanò, Francesca
2022/2023

Abstract

There are places frozen in time. They live a life of their own: along a route or to be found, far from the city, from the crowd and from tourism. They erect themselves silent or monumental, while remaining the only fixed element in a passing panorama. Still places perceivable as a break from the noise that returns as soon as you cross them. Formed and changed by nature itself, they present themselves in the most disparate forms, often inaccessible, as if to hide their beauty and defend their peace. It is a common human feeling to want to enter and, even for a short while, enjoy that silence, transforming the violation of the boundaries of a natural place into its highest form of appreciation. Capo Bruzzano is located within this imaginary of a still place. It declares itself as the extension of Aspromonte, standing out on the Costa Dei Gelsomini and, while reaching the south-eastern end of the Italian peninsula, it invades the beach. Currently inaccessible in its lower portion, it is crossed transversally by the SS106 and the regional railway line and it constitutes a fracture in the coastal landscape flanked by the infrastructures that wind through the provincial centers of the Metropolitan City of Reggio Calabria. The stretch of road that runs through it allows the observer to perceive a sequence of different images that are composed by a mix of shapes and textures given by the vegetation and the rock, which has its base in a third element: the water. In this case the visual interaction alone constitutes a limit. It prevents the observer from entering, from grasping the specificity of the landscape in every hidden ravine, its immobility in time as a place in contrast to the continuous process of transformation and sedimentation of the rock. However, the future construction of the new ANAS road route and the consequent downgrading of the road to a Provincial one, offer the opportunity to reimagine this place, to make it accessible. It offers the opportunity to materialize the previously uniquely sensorial experience into a true immersive discovery, by going beyond its boundaries through three specific moments: discovery, crossing, observation
ARC I - Scuola di Architettura Urbanistica Ingegneria delle Costruzioni
9-apr-2024
2022/2023
Esistono luoghi fermi nel tempo. Lungo un percorso o da scovare, lontani dalla città, dalla calca, dal turismo, vivono di vita propria erigendosi silenti o monumentali, rimanendo unico elemento fermo in un panorama che corre. Luoghi immobili percepibili come pausa dal rumore che, appena attraversati, torna. Formati e mutati dalla natura stessa si presentano nelle forme più disparate, spesso inaccessibili, come a voler celare la loro bellezza e difenderne la pace. È comune sentimento umano volerci entrare e, anche per poco, godere di quel silenzio, tramutando la violazione dei confini di un luogo naturale nella sua più alta forma di apprezzamento. All’interno di questo immaginario di luogo immobile si colloca Capo Bruzzano. Lasciatosi alle spalle le vette dell’Aspromonte, si dichiara come suo prolungamento stagliandosi sulla Costa Dei Gelsomini e, raggiungendo l’estremità sud-est della penisola italiana, invade la spiaggia. Attualmente inaccessibile nella sua porzione inferiore, è attraversato trasversalmente dalla SS106 e dalla linea ferroviaria regionale e costituisce un momento di frattura nel paesaggio costale affiancato dalle infrastrutture che si snodano tra i centri provinciali della Città Metropolitana di Reggio Calabria. Il tratto stradale che vi scorre all’interno permette all’osservatore di recepire una sequenza di immagini diverse man mano che lo si percorre, una commistione di forme e texture date dalla vegetazione e dalla roccia che affonda la sua base in un terzo elemento: l’acqua. In questo caso la sola interazione visiva costituisce un limite impedendo all’osservatore di entrare, cogliere la specificità del paesaggio in ogni suo anfratto nascosto, la sua immobilità nel tempo come luogo in contrasto al continuo processo di trasformazione e sedimentazione della roccia. Tuttavia, la realizzazione futura del nuovo tracciato ANAS per la viabilità ed il conseguente declassamento a Strada Provinciale del tratto interessato, offrono l’occasione di ripensare questo luogo, renderlo accessibile in modo da concretizzare l’esperienza prima solo visiva in vera scoperta immersiva, valicandone i confini per accedere al suo mondo immobile mediante tre momenti specifici: scoperta, attraversamento, osservazione.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/219547