Designing in Syracuse means dealing with the city itself, with its history and its origins, a dialogue that starts from its historical paths and reference points in the landscape; these are the directions from which the project for the Opera Theater and the Auditorium starts. A search for the Greek element, as Martin Heidegger (1) defines it, that contains all art, literature, theater and everything that is extraordinary in Western culture; a study that aims to recognize the living condition of the place, which is being in a space by recognizing all those characteristics that indicate its being a place. A screen is a place, a space, a surface where we can project and see images, windows overlooking a parallel world where we can look and observe a reality other than the one we experience. The images tell what we see, identify the community and limit mankind’s condition of solitude. Symbols, signs that unite, that hold together, are actors protagonists and background characters but they are images that unite the community, that bring order to disorder, that overcome an initial chaos, tumultuous condition by interpreting the world. And in this sense, culture understood as an antidote to chaos plays a fundamental role, culture as a place of the symbolic, that is the symbol from the Greek symbállō ''to put together''. The word theater derives from the Greek "theatron" which finds its meaning in "place of gaze". Theatre, in fact, unlike any other artistic expression, does not exist if not shared. Theater can be many different things but one is unquestionable: it is a "shared perception" as Peter Brook (2) and in this sense our desire is to create meeting spaces where the community can recognize itself by recognizing the common history of the city, leaving a mark, even if insignificant, incomprehensible but which bring order to disorder by creating places of shared gaze. (1) Soggiorni. Viaggio in Grecia, Martin Heidegger, Piccola biblioteca Guanda,2012 (2) Il teatro e il suo spazio (trad.it), Peter Brook, Feltrinelli, Milano, 1980

Il progettare a Siracusa è il confrontarsi con la città stessa, con la sua storia e le sue origini, un dialogo che si sviluppa partendo dai tracciati storici e dai suoi punti di riferimento nel paesaggio; sono queste le direzioni da cui il progetto per il Teatro dell'Opera e dell'Auditorium parte. Una ricerca dell’elemento greco, come lo definisce Martin Heidegger (1), ossia quel coagulo contenente tutta l’arte, la letteratura, il teatro e tutto ciò che vi è di straordinario nella cultura occidentale; uno studio che mira al riconoscimento della condizione di soggiorno del luogo, che è lo stare in uno spazio riconoscendo ad esso tutte quelle caratteristiche che dicono del suo essere luogo. Uno schermo è un luogo, uno spazio, una superficie in cui possiamo proiettare e vedere delle immagini, finestre affacciate su un mondo parallelo dove guardare, osservare una realtà altra rispetto a quella che viviamo. Le immagini raccontano ciò che vediamo, identificano la comunità e limitano la condizione di solitudine dell’uomo. Simboli, segni che aggregano, che tengono insieme, sono attori protagonisti e comparse ma sono immagini che aggregano la comunità, che mettono ordine al disordine che superano una prima condizione caotica tumultuosa interpretando il mondo. E in questo senso gioca un ruolo fondamentale la cultura intesa come antidoto al caos, la cultura come luogo del simbolico, ossia il simbolo dal greco symbállō ‘’mettere insieme’’. La parola teatro deriva dal greco "theatron" che trova un suo significato in "luogo dello sguardo”. Il teatro, infatti, a differenza di qualsiasi altra espressione artistica, non esiste se non condiviso. Il teatro può essere tante cose diverse ma una è indiscutibile: è "percezione condivisa" come ci suggerì Peter Brook (2) e in questo senso la nostra volontà è quella di creare spazi di aggregazione in cui la comunità possa riconoscersi riconoscendo la storia comune della città, lasciando un segno, anche se insignificante, incomprensibile ma che metta ordine al disordine creando luoghi di uno sguardo condiviso. (1) Soggiorni. Viaggio in Grecia, Martin Heidegger, Piccola biblioteca Guanda,2012 (2) Il teatro e il suo spazio (trad.it), Peter Brook, Feltrinelli, Milano, 1980

Direzione Siracusa: progetto di un teatro dell'opera e di un auditorium, luoghi di uno sguardo condiviso.

Carucci, Edoardo;Caldara, Tommaso;Capelletti, Filippo
2022/2023

Abstract

Designing in Syracuse means dealing with the city itself, with its history and its origins, a dialogue that starts from its historical paths and reference points in the landscape; these are the directions from which the project for the Opera Theater and the Auditorium starts. A search for the Greek element, as Martin Heidegger (1) defines it, that contains all art, literature, theater and everything that is extraordinary in Western culture; a study that aims to recognize the living condition of the place, which is being in a space by recognizing all those characteristics that indicate its being a place. A screen is a place, a space, a surface where we can project and see images, windows overlooking a parallel world where we can look and observe a reality other than the one we experience. The images tell what we see, identify the community and limit mankind’s condition of solitude. Symbols, signs that unite, that hold together, are actors protagonists and background characters but they are images that unite the community, that bring order to disorder, that overcome an initial chaos, tumultuous condition by interpreting the world. And in this sense, culture understood as an antidote to chaos plays a fundamental role, culture as a place of the symbolic, that is the symbol from the Greek symbállō ''to put together''. The word theater derives from the Greek "theatron" which finds its meaning in "place of gaze". Theatre, in fact, unlike any other artistic expression, does not exist if not shared. Theater can be many different things but one is unquestionable: it is a "shared perception" as Peter Brook (2) and in this sense our desire is to create meeting spaces where the community can recognize itself by recognizing the common history of the city, leaving a mark, even if insignificant, incomprehensible but which bring order to disorder by creating places of shared gaze. (1) Soggiorni. Viaggio in Grecia, Martin Heidegger, Piccola biblioteca Guanda,2012 (2) Il teatro e il suo spazio (trad.it), Peter Brook, Feltrinelli, Milano, 1980
GALLO STAMPINO, PAOLA
MPAMPATSIKOS, VASSILIS
OLIARO, PAOLO
RE CECCONI, FULVIO
ARC I - Scuola di Architettura Urbanistica Ingegneria delle Costruzioni
19-dic-2023
2022/2023
Il progettare a Siracusa è il confrontarsi con la città stessa, con la sua storia e le sue origini, un dialogo che si sviluppa partendo dai tracciati storici e dai suoi punti di riferimento nel paesaggio; sono queste le direzioni da cui il progetto per il Teatro dell'Opera e dell'Auditorium parte. Una ricerca dell’elemento greco, come lo definisce Martin Heidegger (1), ossia quel coagulo contenente tutta l’arte, la letteratura, il teatro e tutto ciò che vi è di straordinario nella cultura occidentale; uno studio che mira al riconoscimento della condizione di soggiorno del luogo, che è lo stare in uno spazio riconoscendo ad esso tutte quelle caratteristiche che dicono del suo essere luogo. Uno schermo è un luogo, uno spazio, una superficie in cui possiamo proiettare e vedere delle immagini, finestre affacciate su un mondo parallelo dove guardare, osservare una realtà altra rispetto a quella che viviamo. Le immagini raccontano ciò che vediamo, identificano la comunità e limitano la condizione di solitudine dell’uomo. Simboli, segni che aggregano, che tengono insieme, sono attori protagonisti e comparse ma sono immagini che aggregano la comunità, che mettono ordine al disordine che superano una prima condizione caotica tumultuosa interpretando il mondo. E in questo senso gioca un ruolo fondamentale la cultura intesa come antidoto al caos, la cultura come luogo del simbolico, ossia il simbolo dal greco symbállō ‘’mettere insieme’’. La parola teatro deriva dal greco "theatron" che trova un suo significato in "luogo dello sguardo”. Il teatro, infatti, a differenza di qualsiasi altra espressione artistica, non esiste se non condiviso. Il teatro può essere tante cose diverse ma una è indiscutibile: è "percezione condivisa" come ci suggerì Peter Brook (2) e in questo senso la nostra volontà è quella di creare spazi di aggregazione in cui la comunità possa riconoscersi riconoscendo la storia comune della città, lasciando un segno, anche se insignificante, incomprensibile ma che metta ordine al disordine creando luoghi di uno sguardo condiviso. (1) Soggiorni. Viaggio in Grecia, Martin Heidegger, Piccola biblioteca Guanda,2012 (2) Il teatro e il suo spazio (trad.it), Peter Brook, Feltrinelli, Milano, 1980
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