Le iniziative a supporto del finanziamento degli interventi d’efficienza energetica possono essere indagate secondo 2 chiavi di lettura. La prima ha condotto all’identificazione di 4 modelli di finanziamento in relazione ai rapporti tra gli operatori della filiera; mentre la seconda ha portato all’individuazione di un quadro di sintesi che classifica strumenti di finanziamento e fondi pubblici sulla base della tipologia di: beneficiario dell’intervento o di richiedente del finanziamento, contributo offerto e attività finanziata. Imprese e PMI sono solite finanziare gli interventi di riqualificazione con capitale proprio. Le motivazioni sono però differenti: mentre le imprese gli destinano parte del budget aziendale perché considerati interventi strategici, le PMI li realizzano solo se dispongono delle risorse interne sufficienti. Di conseguenza le PMI si limitano all’implementazione delle misure meno onerose in termini di risorse e spesso meno efficaci. I soggetti privati sono dotati di norma di una scarsa disponibilità finanziaria propria e riscontrano come le PMI grandi difficoltà nell’accesso al credito. Nel complesso uno degli strumenti di finanziamento più utilizzati resta il prestito bancario, sebbene l’incapacità valutativa delle banche determini condizioni del mutuo non affini al progetto. Infatti la principale variabile valutata dagli istituti di credito per l’erogazione dei prestiti resta il merito di credito del richiedente, solo raramente viene considerata la bontà tecnico-economica del progetto. Ne consegue che le ESCO sono escluse dai potenziali destinatari dei finanziamenti. I mini-bond e i Green Bond possono essere considerati per le imprese una prima soluzione al problema, ma non sono chiaramente sufficienti a incentivare l’implementazione di tali interventi. La PA è solita finanziare l’efficienza energetica tramite il ricorso a forme di PPP i quali consentono di realizzare progetti importanti al di fuori del bilancio pubblico, in accordo al Patto di Stabilità. A causa dell’eterogeneità dei progetti e dei richiedenti è complesso sviluppare un modello di finanziamento standardizzato, ma per promuovere l’efficienza energetica è necessario individuare una serie di strategie correttive. Dal punto di vista dei modelli di finanziamento sempre più importante sarà il ruolo svolto dalle utility e dalle reti d’imprese, mentre per quanto riguarda gli strumenti è necessario istituire fondi rotativi e di garanzia. Infine per la PA un’opportunità interessante potrà essere l’impiego dei Social Impact Bond oltre al già utilizzato modello PPP.

Finanziare l'efficienza energetica in Italia : strumenti e prospettive future

FARAVELLI, GRETA
2013/2014

Abstract

Le iniziative a supporto del finanziamento degli interventi d’efficienza energetica possono essere indagate secondo 2 chiavi di lettura. La prima ha condotto all’identificazione di 4 modelli di finanziamento in relazione ai rapporti tra gli operatori della filiera; mentre la seconda ha portato all’individuazione di un quadro di sintesi che classifica strumenti di finanziamento e fondi pubblici sulla base della tipologia di: beneficiario dell’intervento o di richiedente del finanziamento, contributo offerto e attività finanziata. Imprese e PMI sono solite finanziare gli interventi di riqualificazione con capitale proprio. Le motivazioni sono però differenti: mentre le imprese gli destinano parte del budget aziendale perché considerati interventi strategici, le PMI li realizzano solo se dispongono delle risorse interne sufficienti. Di conseguenza le PMI si limitano all’implementazione delle misure meno onerose in termini di risorse e spesso meno efficaci. I soggetti privati sono dotati di norma di una scarsa disponibilità finanziaria propria e riscontrano come le PMI grandi difficoltà nell’accesso al credito. Nel complesso uno degli strumenti di finanziamento più utilizzati resta il prestito bancario, sebbene l’incapacità valutativa delle banche determini condizioni del mutuo non affini al progetto. Infatti la principale variabile valutata dagli istituti di credito per l’erogazione dei prestiti resta il merito di credito del richiedente, solo raramente viene considerata la bontà tecnico-economica del progetto. Ne consegue che le ESCO sono escluse dai potenziali destinatari dei finanziamenti. I mini-bond e i Green Bond possono essere considerati per le imprese una prima soluzione al problema, ma non sono chiaramente sufficienti a incentivare l’implementazione di tali interventi. La PA è solita finanziare l’efficienza energetica tramite il ricorso a forme di PPP i quali consentono di realizzare progetti importanti al di fuori del bilancio pubblico, in accordo al Patto di Stabilità. A causa dell’eterogeneità dei progetti e dei richiedenti è complesso sviluppare un modello di finanziamento standardizzato, ma per promuovere l’efficienza energetica è necessario individuare una serie di strategie correttive. Dal punto di vista dei modelli di finanziamento sempre più importante sarà il ruolo svolto dalle utility e dalle reti d’imprese, mentre per quanto riguarda gli strumenti è necessario istituire fondi rotativi e di garanzia. Infine per la PA un’opportunità interessante potrà essere l’impiego dei Social Impact Bond oltre al già utilizzato modello PPP.
ING - Scuola di Ingegneria Industriale e dell'Informazione
18-dic-2014
2013/2014
Tesi di laurea Magistrale
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