Scopo della relazione è dimostrare come l’interazione tra il cinema e il design degli interni permetta di mettere in scena non soltanto il dato puramente materiale, ma anche di andare oltre, fino all’interiorità ed alla spiritualità degli individui. L’interno rappresentato da una scenografia può infatti rivelare, in maniera del tutto inaspettata, ciò che si nasconde nell’intimo di chi lo abita o ne fruisce in altro modo. Costituisce quindi una chiave di lettura interiore di grande interesse. L’analisi proposta pone l’attenzione sul rapporto tra gli interni, i loro utenti principali (ad esempio gli abitanti, se si tratta di un’abitazione) e gli utenti secondari (nello stesso caso, gli ospiti a vario titolo). Soffermarsi sulle relazioni che intercorrono tra questi tre elementi può aiutare a comprendere aspetti che non avrebbero altrimenti un’immediata evidenza. Il cinema è quindi molto utile per svelare la capacità degli interni di offrire moltissime informazioni sulle persone tramite gli oggetti, la loro selezione, il modo in cui sono collocati nello spazio. Lo spazio del cinema dev’essere in grado di dire chi sia una persona che si muove al suo interno, cosa siano gli oggetti e perché siano stati collocati lì, cosa sia lo spazio stesso e come questo si comporti per assurgere al ruolo di narratore. Entrando più nel dettaglio, gli interni cinematografici sono capaci di rivelare le scelte di vita dei loro stessi fruitori. Dunque, ciò che interessa comprendere è in che misura e secondo quali strategie i registi possano servirsi degli oggetti e degli interni che decidono di mettere in scena per spiegare allo spettatore l’interiorità del protagonista, le vicende che egli vive e con le quali si confronta, le possibilità che gli vengono offerte o imposte ed infine quale sia la scelta che essi operano all’interno della situazione descritta e quali conseguenze questa comporti. Tutto questo potrà poi essere usato dai progettisti come base di partenza per elaborare interni che non si limitino alla mera funzione di contenitori asettici, ma dialoghino invece con i propri fruitori e siano in grado di evolversi secondo le esigenze e le interiorità degli stessi.

4 registi, 4 interni. Gli oggetti, gli interni e le azioni per raccontare la storia e l'anima dei personaggi

di LORENZO, SIMONA
2013/2014

Abstract

Scopo della relazione è dimostrare come l’interazione tra il cinema e il design degli interni permetta di mettere in scena non soltanto il dato puramente materiale, ma anche di andare oltre, fino all’interiorità ed alla spiritualità degli individui. L’interno rappresentato da una scenografia può infatti rivelare, in maniera del tutto inaspettata, ciò che si nasconde nell’intimo di chi lo abita o ne fruisce in altro modo. Costituisce quindi una chiave di lettura interiore di grande interesse. L’analisi proposta pone l’attenzione sul rapporto tra gli interni, i loro utenti principali (ad esempio gli abitanti, se si tratta di un’abitazione) e gli utenti secondari (nello stesso caso, gli ospiti a vario titolo). Soffermarsi sulle relazioni che intercorrono tra questi tre elementi può aiutare a comprendere aspetti che non avrebbero altrimenti un’immediata evidenza. Il cinema è quindi molto utile per svelare la capacità degli interni di offrire moltissime informazioni sulle persone tramite gli oggetti, la loro selezione, il modo in cui sono collocati nello spazio. Lo spazio del cinema dev’essere in grado di dire chi sia una persona che si muove al suo interno, cosa siano gli oggetti e perché siano stati collocati lì, cosa sia lo spazio stesso e come questo si comporti per assurgere al ruolo di narratore. Entrando più nel dettaglio, gli interni cinematografici sono capaci di rivelare le scelte di vita dei loro stessi fruitori. Dunque, ciò che interessa comprendere è in che misura e secondo quali strategie i registi possano servirsi degli oggetti e degli interni che decidono di mettere in scena per spiegare allo spettatore l’interiorità del protagonista, le vicende che egli vive e con le quali si confronta, le possibilità che gli vengono offerte o imposte ed infine quale sia la scelta che essi operano all’interno della situazione descritta e quali conseguenze questa comporti. Tutto questo potrà poi essere usato dai progettisti come base di partenza per elaborare interni che non si limitino alla mera funzione di contenitori asettici, ma dialoghino invece con i propri fruitori e siano in grado di evolversi secondo le esigenze e le interiorità degli stessi.
ARC III - Scuola del Design
18-dic-2014
2013/2014
Tesi di laurea Magistrale
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