1. Nella storia si sono evoluti principalmente tre tipi di notazione musicale: alfabetico, diastematico e strumentale. Oggi, nell’ambito dello studio della musica, si utilizza una notazione diastematica: il riferimento del pentagramma dà significato ai simboli. La sinestesia alla base del sistema è tra uditivo (grave, acuto) e visivo (basso, alto). La notazione musicale viene fruita durante l’esecuzione: il musicista è quindi vincolato dall’uso dello strumento e dal tempo da seguire. Serve quindi la migliore leggibilità possibile. 2. La leggibilità di uno spartito dipende dal disegno dei simboli musicali, ma ancor più dal modo in cui essi sono disposti sulla pagina. I simboli sono contenuti nelle font musicali; le ispirazioni per il disegno sono prevalentemente edizioni musicali precedenti l’uso del software. Alcuni elementi della notazione sono generati dal software, in quanto di forma e lunghezza variabile. La divisione di ogni misura in gruppi di note, data dalla giunzione delle code, deve rispecchiare l’andamento ritmico: in caso contrario la scrittura diventa ambigua e poco leggibile. Le distanze orizzontali tra i simboli seguono una proporzionalità non matematica e la loro cura è fondamentale per la leggibilità; le corrispondenze verticali tra i righi rendono leggibili le partiture d’insieme. 3. La difficoltà nella stampa della musica è sempre stata la sovrapposizione tra note e pentagramma: ciò ha decretato, storicamente, la superiorità del metodo calcografico rispetto a quello tipografico. I software di videoscrittura, dagli anni Novanta, diminuiscono tempi e costi, ma, per ottenere buoni risultati, bisogna saper intervenire su molte decisioni grafiche automatiche, spesso non adeguate al caso specifico. 4. Le edizioni musicali sono destinate all’esecuzione o alla consultazione. A seconda dei casi hanno necessità grafiche diverse: la dimensione del pentagramma e lo stile dei caratteri alfabetici e numerici presenti nello spartito vanno valutati con attenzione. Solo in determinati casi possono essere modificati per aderire meglio allo stile di un’edizione e per cercare una proporzionalità visiva tra le sue parti.

L'alfabeto musicale : tipografia e leggibilità. Analisi del disegno tipografico dei simboli musicali e dei fattori di leggibilità di uno spartito; studio sulla variabilità degli elementi alfanumerici presenti nel linguaggio musicale

DI TERLIZZI, CHIARA
2013/2014

Abstract

1. Nella storia si sono evoluti principalmente tre tipi di notazione musicale: alfabetico, diastematico e strumentale. Oggi, nell’ambito dello studio della musica, si utilizza una notazione diastematica: il riferimento del pentagramma dà significato ai simboli. La sinestesia alla base del sistema è tra uditivo (grave, acuto) e visivo (basso, alto). La notazione musicale viene fruita durante l’esecuzione: il musicista è quindi vincolato dall’uso dello strumento e dal tempo da seguire. Serve quindi la migliore leggibilità possibile. 2. La leggibilità di uno spartito dipende dal disegno dei simboli musicali, ma ancor più dal modo in cui essi sono disposti sulla pagina. I simboli sono contenuti nelle font musicali; le ispirazioni per il disegno sono prevalentemente edizioni musicali precedenti l’uso del software. Alcuni elementi della notazione sono generati dal software, in quanto di forma e lunghezza variabile. La divisione di ogni misura in gruppi di note, data dalla giunzione delle code, deve rispecchiare l’andamento ritmico: in caso contrario la scrittura diventa ambigua e poco leggibile. Le distanze orizzontali tra i simboli seguono una proporzionalità non matematica e la loro cura è fondamentale per la leggibilità; le corrispondenze verticali tra i righi rendono leggibili le partiture d’insieme. 3. La difficoltà nella stampa della musica è sempre stata la sovrapposizione tra note e pentagramma: ciò ha decretato, storicamente, la superiorità del metodo calcografico rispetto a quello tipografico. I software di videoscrittura, dagli anni Novanta, diminuiscono tempi e costi, ma, per ottenere buoni risultati, bisogna saper intervenire su molte decisioni grafiche automatiche, spesso non adeguate al caso specifico. 4. Le edizioni musicali sono destinate all’esecuzione o alla consultazione. A seconda dei casi hanno necessità grafiche diverse: la dimensione del pentagramma e lo stile dei caratteri alfabetici e numerici presenti nello spartito vanno valutati con attenzione. Solo in determinati casi possono essere modificati per aderire meglio allo stile di un’edizione e per cercare una proporzionalità visiva tra le sue parti.
ARC III - Scuola del Design
18-dic-2014
2013/2014
Tesi di laurea Magistrale
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