Il crowdfunding è un nuovo modello che non rappresenta semplicemente una via di fuga alla crisi economica, ma più di ogni altra cosa rappresenta un’occasione culturale e sociale. È anche un sistema di comunicazione poiché apre le porte ad un nuovo linguaggio in cui il racconto viene approfondito e trasformato continuamente. Il finanziamento dal basso nasce da Internet e vive grazie all’energia e la forza dell’unione dei suoi utenti e, nonostante la spinta del web, esprime una delle caratteristiche fondamentali dell’uomo che da sempre confida nella teoria “l’unione fa la forza”. Partendo da un’analisi del ruolo del designer che, per esigenza e per attitudine, si evolve e si adatta parallelamente alle nuove modalità socio-economiche che si affacciano, si mostra come il crowdfunding possa divenire uno strumento in grado di creare nuove forme di valore progettuale e di impresa, sia in termini di innovazione di linguaggio sia per i nuovi sistemi di distribuzione. Da questa riflessione iniziale ho esaminato il crowdfunding negli Stati Uniti, prendendo in esame Kickstarter, la regina di piattaforme di questo tipo che ha assunto modalità di fruizione molto simili ad Amazon, e mettendolo a confronto con l’Italia per comprenderne i limiti e le opportunità che si riscontrano. Una delle difficoltà più grandi per i progetti di successo del crowdfunding è superare il rischio di “episodicità”, cioè il delinearsi di forme di imprese che si bloccano sul nascere per problemi tecnici o logistici, o semplicemente per “inesperienza”. E in più, il crowdfunding è davvero solo una modalità alternativa alle banche per finanziare un progetto o alle aziende per poter realizzare un’idea valida? Questa tesi è un’occasione per guardare al crowdfunding con un altro punto di vista rispetto al semplice raggiungimento del goal. L’esperienza personale vissuta con la campagna de “I Tradizionali-tattoo recipes” lanciata sulla piattaforma italiana Eppela, è stata un’occasione per vivere in prima persona lo sviluppo di un progetto in tutte le sue fasi, interfacciandomi con gli strumenti necessari prima, durante e dopo il crowdfunding. Ho scoperto sulla mia pelle che il crowdfunding è un fenomeno umano, che si carica di aspettative ma che deve essere affrontato con strumenti tecnici e che ha rappresentato un vero e proprio lavoro su me stessa. Verranno, infatti, analizzati i percorsi e i valori di comunicazione e di marketing, che vengono solitamente prediletti dalle aziende, per raggiungere un goal diverso che vada oltre quello finanziario. In uno scenario in cui le aziende si trasformano in editori, in cui il progettista si occupa di tutte le fasi di un progetto, dal concept alla produzione, quest’ultimo si trova di fronte ad un bivio: presentarsi da un’azienda o fare un’impresa, dove il crowdfunding può essere un ottimo strumento per creare nuovi networks: comprendere il feedback di mercato, le potenzialità del prodotto, creare una campagna di comunicazione, trovare clienti per la prima distribuzione, aumentare le proprie collaborazioni, migliorare il prodotto ascoltando i consiglie dei propri sostenitori, fare consulenza progettuale, ottenere un “biglietto da visita” per bussare ad una azienda o accoglierla… Il designer è il tassello mancante e indispensabile di questo sistema, sistema aperto a tutti ma che esige un modalità di storytelling progettuale ed esperienziale che si trasformano in continuazione. La tesi presenta un modello finale di autovalutazione per un progettista per considerare le fasi in cui concentrarsi e come evitare che il proprio prodotto sia semplicemente uno dei tanti casi “episodici” da crowdfunding.

I tradizionali. Case history di un percorso di designer impresa grazie al crowdfunding e all'autoproduzione

RICHIUSO, SARAH VINCENZA
2013/2014

Abstract

Il crowdfunding è un nuovo modello che non rappresenta semplicemente una via di fuga alla crisi economica, ma più di ogni altra cosa rappresenta un’occasione culturale e sociale. È anche un sistema di comunicazione poiché apre le porte ad un nuovo linguaggio in cui il racconto viene approfondito e trasformato continuamente. Il finanziamento dal basso nasce da Internet e vive grazie all’energia e la forza dell’unione dei suoi utenti e, nonostante la spinta del web, esprime una delle caratteristiche fondamentali dell’uomo che da sempre confida nella teoria “l’unione fa la forza”. Partendo da un’analisi del ruolo del designer che, per esigenza e per attitudine, si evolve e si adatta parallelamente alle nuove modalità socio-economiche che si affacciano, si mostra come il crowdfunding possa divenire uno strumento in grado di creare nuove forme di valore progettuale e di impresa, sia in termini di innovazione di linguaggio sia per i nuovi sistemi di distribuzione. Da questa riflessione iniziale ho esaminato il crowdfunding negli Stati Uniti, prendendo in esame Kickstarter, la regina di piattaforme di questo tipo che ha assunto modalità di fruizione molto simili ad Amazon, e mettendolo a confronto con l’Italia per comprenderne i limiti e le opportunità che si riscontrano. Una delle difficoltà più grandi per i progetti di successo del crowdfunding è superare il rischio di “episodicità”, cioè il delinearsi di forme di imprese che si bloccano sul nascere per problemi tecnici o logistici, o semplicemente per “inesperienza”. E in più, il crowdfunding è davvero solo una modalità alternativa alle banche per finanziare un progetto o alle aziende per poter realizzare un’idea valida? Questa tesi è un’occasione per guardare al crowdfunding con un altro punto di vista rispetto al semplice raggiungimento del goal. L’esperienza personale vissuta con la campagna de “I Tradizionali-tattoo recipes” lanciata sulla piattaforma italiana Eppela, è stata un’occasione per vivere in prima persona lo sviluppo di un progetto in tutte le sue fasi, interfacciandomi con gli strumenti necessari prima, durante e dopo il crowdfunding. Ho scoperto sulla mia pelle che il crowdfunding è un fenomeno umano, che si carica di aspettative ma che deve essere affrontato con strumenti tecnici e che ha rappresentato un vero e proprio lavoro su me stessa. Verranno, infatti, analizzati i percorsi e i valori di comunicazione e di marketing, che vengono solitamente prediletti dalle aziende, per raggiungere un goal diverso che vada oltre quello finanziario. In uno scenario in cui le aziende si trasformano in editori, in cui il progettista si occupa di tutte le fasi di un progetto, dal concept alla produzione, quest’ultimo si trova di fronte ad un bivio: presentarsi da un’azienda o fare un’impresa, dove il crowdfunding può essere un ottimo strumento per creare nuovi networks: comprendere il feedback di mercato, le potenzialità del prodotto, creare una campagna di comunicazione, trovare clienti per la prima distribuzione, aumentare le proprie collaborazioni, migliorare il prodotto ascoltando i consiglie dei propri sostenitori, fare consulenza progettuale, ottenere un “biglietto da visita” per bussare ad una azienda o accoglierla… Il designer è il tassello mancante e indispensabile di questo sistema, sistema aperto a tutti ma che esige un modalità di storytelling progettuale ed esperienziale che si trasformano in continuazione. La tesi presenta un modello finale di autovalutazione per un progettista per considerare le fasi in cui concentrarsi e come evitare che il proprio prodotto sia semplicemente uno dei tanti casi “episodici” da crowdfunding.
ARC III - Scuola del Design
18-dic-2014
2013/2014
Tesi di laurea Magistrale
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