L’area di progetto è piazza Rovetta di Brescia, vivace sede del commercio ambulante e mercato delle erbe fino all’inizio degli anni ’80 del XX secolo. Conosciuta già agli albori del 1850, quando la città era attraversata dalle rogge a cielo aperto sfocianti nel piccolo laghetto esistito nella piazza stessa da epoche remote e totalmente coperto nel 1866, si è sviluppata nell'odierna conformazione a partire del 1939, a seguito delle demolizioni attuate per garantire le condizioni igienico-sanitarie del quartiere. Nel periodo compreso tra la fine dell’Ottocento e i giorni nostri vennero presentate molteplici e diverse proposte progettuali di risistemazione dell’area, che però non furono realizzate. Fra i progetti più sagaci possiamo annoverare quello di Antonio Tagliaferri, che prevedeva il completamento dell'edificio della Loggia con l’annessione di un palazzo per gli uffici comunali, idea concretizzata nel 1931 dalla Soprintendenza in una costruzione moderna, dagli elementi architettonici rappresentativi dell'ideologia fascista, realizzata con tecnologie autarchiche. Dopo quasi mezzo secolo di proposte rimaste invariate rispetto a quelle del 1931, Leonardo Benevolo presentò un progetto che prevedeva la copertura del mercato con una travatura reticolare, al fine di ospitare gli uffici della Loggia. Per arrivare però alla effettiva attuazione di un progetto si dovette attendere fino al 1997, quando venne realizzata la pensilina del Lombardi, austera, funzionalmente quasi inutile e rimossa a soli 10 anni dalla sua costruzione Piazza Rovetta, nonostante presenti notevoli potenzialità dovute alla sua posizione strategica nel contesto cittadino, costituendo quasi un via obbligatoria di collegamento tra il quartiere del Carmine e il Centro storico, rappresenta oggi uno spazio senza identità e in stato di semi abbandono. Il nostro progetto prevede la valorizzazione di quest’area attraverso la creazione di un centro polifunzionale di servizi per la collettività. Punto focale, nonché elemento generatore del progetto e dei suoi allineamenti, è il fiume Bova. La sua riapertura garantisce un contatto diretto tra l'uomo e l'elemento acqua, che viene ripreso nella darsena artificiale, collocata in corrispondenza del vecchio laghetto, sul quale affaccia il nuovo bar vetrato con vista sulla Loggia. La copertura a falda segue l'inclinazione degli edifici che la circondano e utilizza lo stesso materiale di copertura della Loggia. Essa ospita tre volumi parallelepipedi contraddistinti da facciate che concretizzano l'idea di continuità con l'esistente, recuperando le dimensioni e il taglio delle finestrature adiacenti. Parte dell'area, pavimentata a "liston", rimane libera dal costruito, così da poter ospitare altre attività o essere adibita a funzioni diverse. Il progetto crea molteplici spazi caratterizzati da destinazioni d'uso differenti, rese però omogenee dall' impiego di forme che si inseriscono con naturalezza nel contesto e riprendono i riferimenti presenti nel centro; dagli allineamenti costituiti dagli elementi naturali, come il fiume Bova; dai materiali utilizzati, quali l’acqua, la pietra e l’acciaio, che trasformano il complesso in un organismo che ben si inserisce nel centro cittadino, in cui differenti categorie di persone possono incontrarsi e interagire positivamente. Tradizione e presente, forme e materiali, aggregazione e connessione sono i termini con i quali il nostro progetto cerca di trasformare un'area oggi senza una sua vera identità in un punto nodale del centro cittadino.

Acqua acciaio pietra : Piazza Rovetta fra tradizione e presente

PAN, GIUSEPPE;PASSAROTTI, FABRIZIO
2013/2014

Abstract

L’area di progetto è piazza Rovetta di Brescia, vivace sede del commercio ambulante e mercato delle erbe fino all’inizio degli anni ’80 del XX secolo. Conosciuta già agli albori del 1850, quando la città era attraversata dalle rogge a cielo aperto sfocianti nel piccolo laghetto esistito nella piazza stessa da epoche remote e totalmente coperto nel 1866, si è sviluppata nell'odierna conformazione a partire del 1939, a seguito delle demolizioni attuate per garantire le condizioni igienico-sanitarie del quartiere. Nel periodo compreso tra la fine dell’Ottocento e i giorni nostri vennero presentate molteplici e diverse proposte progettuali di risistemazione dell’area, che però non furono realizzate. Fra i progetti più sagaci possiamo annoverare quello di Antonio Tagliaferri, che prevedeva il completamento dell'edificio della Loggia con l’annessione di un palazzo per gli uffici comunali, idea concretizzata nel 1931 dalla Soprintendenza in una costruzione moderna, dagli elementi architettonici rappresentativi dell'ideologia fascista, realizzata con tecnologie autarchiche. Dopo quasi mezzo secolo di proposte rimaste invariate rispetto a quelle del 1931, Leonardo Benevolo presentò un progetto che prevedeva la copertura del mercato con una travatura reticolare, al fine di ospitare gli uffici della Loggia. Per arrivare però alla effettiva attuazione di un progetto si dovette attendere fino al 1997, quando venne realizzata la pensilina del Lombardi, austera, funzionalmente quasi inutile e rimossa a soli 10 anni dalla sua costruzione Piazza Rovetta, nonostante presenti notevoli potenzialità dovute alla sua posizione strategica nel contesto cittadino, costituendo quasi un via obbligatoria di collegamento tra il quartiere del Carmine e il Centro storico, rappresenta oggi uno spazio senza identità e in stato di semi abbandono. Il nostro progetto prevede la valorizzazione di quest’area attraverso la creazione di un centro polifunzionale di servizi per la collettività. Punto focale, nonché elemento generatore del progetto e dei suoi allineamenti, è il fiume Bova. La sua riapertura garantisce un contatto diretto tra l'uomo e l'elemento acqua, che viene ripreso nella darsena artificiale, collocata in corrispondenza del vecchio laghetto, sul quale affaccia il nuovo bar vetrato con vista sulla Loggia. La copertura a falda segue l'inclinazione degli edifici che la circondano e utilizza lo stesso materiale di copertura della Loggia. Essa ospita tre volumi parallelepipedi contraddistinti da facciate che concretizzano l'idea di continuità con l'esistente, recuperando le dimensioni e il taglio delle finestrature adiacenti. Parte dell'area, pavimentata a "liston", rimane libera dal costruito, così da poter ospitare altre attività o essere adibita a funzioni diverse. Il progetto crea molteplici spazi caratterizzati da destinazioni d'uso differenti, rese però omogenee dall' impiego di forme che si inseriscono con naturalezza nel contesto e riprendono i riferimenti presenti nel centro; dagli allineamenti costituiti dagli elementi naturali, come il fiume Bova; dai materiali utilizzati, quali l’acqua, la pietra e l’acciaio, che trasformano il complesso in un organismo che ben si inserisce nel centro cittadino, in cui differenti categorie di persone possono incontrarsi e interagire positivamente. Tradizione e presente, forme e materiali, aggregazione e connessione sono i termini con i quali il nostro progetto cerca di trasformare un'area oggi senza una sua vera identità in un punto nodale del centro cittadino.
ARC I - Scuola di Architettura e Società
28-apr-2015
2013/2014
Tesi di laurea Magistrale
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/103662