L’avvento e protrarsi della crisi globale partita all’avvio del XXI secolo, porta sempre più in evidenza come i modelli insediativi estensivi che hanno caratterizzato lo sviluppo urbano di buon parte d’Europa non risultino più adeguati e sostenibili, né a livello di consumo di suolo, né tantomeno come risposta rispetto alle modificate esigenze contemporanee. In parallelo, la costante riflessione sui temi dei modelli insediativi residenziali su cui l’architettura da oltre un secolo incentra la propria ricerca, ha portato negli ultimi anni a porre sempre maggiore attenzione più che sul livello ed adeguatezza del dimensionamento degli alloggi, sulle modalità aggregative e elementi di coesione sociale alla base dell’abitare. E’ chiaro a tutti che le esigenze basilari dell’uomo connesse all’abitare non sono cambiate di molto nel corso dei millenni: la costruzione di una casa deve pur sempre garantire protezione dagli agenti atmosferici, dalle intrusioni, e in parallelo rappresentare a livello relazionale l’appartenenza ad un determinato sistema societario. L’idea però che comunque i sistemi insediativi sviluppati negli ultimi 40 anni in Italia sia ancora adeguata rispetto alle domande (spesso inespresse o latenti) degli utenti finali (chi poi abita veramente le case), appare sempre più una linea di difesa di imprenditori e professionisti non vogliono confrontarsi con le mutate esigenze della società globale e multimediale contemporanea; per averne un riscontro tecnico basta considerare il successo che negli ultimi 10 anni hanno riscontrato iniziative e concorsi di residenze (alcuni dei quali poi effettivamente costruiti) quali Europan o, più localmente, AAA Architetticercasi promosso nell’ambito milanese da Confcooperative. Ecco quindi che il percorso intrapreso in questa tesi si pone come incipit alcune domande specifiche della condizione suburbana contemporanea. Come il disegno di un’area interclusa di completamento può relazionarsi alle preesistenze ambientali? E’ possibile garantire privacy e nel contempo fornire occasioni di incontro e relazione sociali? Si può pensare un quartiere di medie dimensioni in cui evitare l’idea USA del residence recintato, per ricreare invece un mix sociale e funzionale a complessità urbana locale? L’area individuata per questa esplorazione è a Carpi, stretta tra la ferrovia ed un comparto produttivo; un’area reale e non teorica su cui la collaborazione professionale avviata con un professionista locale mi ha portato nell’ultimo anno a sviluppare diverse ipotesi di intervento estensive e a mio modo di vedere ancora conservative. La ricerca di tesi condotta con il relatore Prof. Caprini è stata un percorso in salita, in cui la valutazione critica di una serie di scelte di impianto e tipologiche dettate dall’approccio tradizionale del “costruire locale”, sono state vagliate ed analizzate in maniera critica per proporre un modello insediativo alternativo che ponesse una particolare attenzione anche sul tema del le relazioni sociali investigato nella declinazione del co-housing. Il percorso intrapreso quindi risulta articolato e basato su un principio “scientifico” di ricerca secondo i seguenti step / capitoli di tesi: 1. L’evoluzione del contesto urbano di Carpi; 2. Il co-housing declinato in modelli insediativi; 3. L’analisi di casi studio emblematici 4. La proposta dell’impianto urbano con approfondimenti tipologici Al termine del percorso verranno illustrate delle conclusioni sulle ipotesi avanzate in sede di avvio della tesi. Il percorso impostato e condotto con la tesi di laurea ha sviluppato alcuni approfondimenti specifici a cavallo tra l’analisi teorica e lo studio pratico. Questo percorso ha consentito di affrontare la fase sperimentale di sviluppo del progetto con un bagaglio di conoscenze sulle varie esperienze residenziali sviluppati in ambiti e tempi diversi caratterizzate da articolazioni tra mix funzionale e sociale; in pratica l’analisi del co-housing non è stata prettamente bibliografica o prestazionale (quello che si dovrebbe fare…) ma più indirizzata verso esempi costruiti in cui sono state lette ed individuate caratteristiche reinterpretabili e riutilizzabili oggi. Esempi concreti che sono poi stati posti in relazione con un ambito concreto e reale: l’area di intervento risulta già oggi una zona interclusa nel territorio di Carpi che sarà progressivamente urbanizzato e trasformato in un quartiere residenziale. Lo sviluppo del progetto propone un’articolazione alle diverse scale incentrata su sistemi articolati riconducibili in sintesi a: 1. Percorsi di accesso e movimento interno; 2. Spazi pubblici, collettivi, semi-privati e privati; 3. Tipologie residenziali di impianto similare ma con tagli articolati; 4. Reintepretazione delle preesistenze per allocare attività pubbliche collettive; Il risultato presenta un’immagine complessiva che, reintrepretando nuovamente lo schema della casa a corte introversa, garantisce nel contempo un livello elevato di privacy ed un’immagine complessiva improntata sull’understatement sicuramente più in linea con la condizione contemporanea: un nuovo principio di non ostentazione in contrasto con quanto invece risultava imperante nei contesti suburbani degli ultimi decenni in cui sembrava essere una gara a chi presentava più giardino, più colonne, più porticati ecc. L’approccio di mix sociale viene presentato anche in quest’ottica, dove un impianto tipologico comune è stato declinato a diversi livelli dimensionali e di standard abitativo; il tutto in un sistema di percorsi e spazi fruibili dai residenti. A monte del tutto una serie di elementi preesistenti sono stati reinterpretati come caposaldi e punti di incontro con la collettività estesa su scala urbana (Carpi ed il suo intorno): spazi per micro attività produttive, orti didattici, kindergarten quindi pensati in prima battuta per i residenti sono aperti a tutti gli abitanti del contesto e divengono anch’essi ambiti in cui sviluppare, ampliare e condividere nuove relazioni inter pares. L’approfondimento sul trattamento degli spazi aperti è stato condotto per verificare e garantire che non vi siano “terre di nessuno” che possono rapidamente portare ad una dequalificazione dell’intero comparto; al di fuori degli ambiti strettamente privati delle corti interne, i giardini, i cluster e il sistema dei percorsi garantiscono un’elevata fruizione visiva senza precludere la cura privata degli spazi. Nel complesso il risultato appare un modello insediativo contemporaneo che ancorché a media densità (e non bassa) può essere proposto nelle aree di completamento che risultano ancora edificabili e che (vedasi per esempio intervento di Utzon) possono garantire una durabilità di immagine e qualità in prospettiva storica

Cohousing a Carpi : modelli insediativi innovativi tra cluster e centuriazione

VEZZANI, MARIA VITTORIA
2013/2014

Abstract

L’avvento e protrarsi della crisi globale partita all’avvio del XXI secolo, porta sempre più in evidenza come i modelli insediativi estensivi che hanno caratterizzato lo sviluppo urbano di buon parte d’Europa non risultino più adeguati e sostenibili, né a livello di consumo di suolo, né tantomeno come risposta rispetto alle modificate esigenze contemporanee. In parallelo, la costante riflessione sui temi dei modelli insediativi residenziali su cui l’architettura da oltre un secolo incentra la propria ricerca, ha portato negli ultimi anni a porre sempre maggiore attenzione più che sul livello ed adeguatezza del dimensionamento degli alloggi, sulle modalità aggregative e elementi di coesione sociale alla base dell’abitare. E’ chiaro a tutti che le esigenze basilari dell’uomo connesse all’abitare non sono cambiate di molto nel corso dei millenni: la costruzione di una casa deve pur sempre garantire protezione dagli agenti atmosferici, dalle intrusioni, e in parallelo rappresentare a livello relazionale l’appartenenza ad un determinato sistema societario. L’idea però che comunque i sistemi insediativi sviluppati negli ultimi 40 anni in Italia sia ancora adeguata rispetto alle domande (spesso inespresse o latenti) degli utenti finali (chi poi abita veramente le case), appare sempre più una linea di difesa di imprenditori e professionisti non vogliono confrontarsi con le mutate esigenze della società globale e multimediale contemporanea; per averne un riscontro tecnico basta considerare il successo che negli ultimi 10 anni hanno riscontrato iniziative e concorsi di residenze (alcuni dei quali poi effettivamente costruiti) quali Europan o, più localmente, AAA Architetticercasi promosso nell’ambito milanese da Confcooperative. Ecco quindi che il percorso intrapreso in questa tesi si pone come incipit alcune domande specifiche della condizione suburbana contemporanea. Come il disegno di un’area interclusa di completamento può relazionarsi alle preesistenze ambientali? E’ possibile garantire privacy e nel contempo fornire occasioni di incontro e relazione sociali? Si può pensare un quartiere di medie dimensioni in cui evitare l’idea USA del residence recintato, per ricreare invece un mix sociale e funzionale a complessità urbana locale? L’area individuata per questa esplorazione è a Carpi, stretta tra la ferrovia ed un comparto produttivo; un’area reale e non teorica su cui la collaborazione professionale avviata con un professionista locale mi ha portato nell’ultimo anno a sviluppare diverse ipotesi di intervento estensive e a mio modo di vedere ancora conservative. La ricerca di tesi condotta con il relatore Prof. Caprini è stata un percorso in salita, in cui la valutazione critica di una serie di scelte di impianto e tipologiche dettate dall’approccio tradizionale del “costruire locale”, sono state vagliate ed analizzate in maniera critica per proporre un modello insediativo alternativo che ponesse una particolare attenzione anche sul tema del le relazioni sociali investigato nella declinazione del co-housing. Il percorso intrapreso quindi risulta articolato e basato su un principio “scientifico” di ricerca secondo i seguenti step / capitoli di tesi: 1. L’evoluzione del contesto urbano di Carpi; 2. Il co-housing declinato in modelli insediativi; 3. L’analisi di casi studio emblematici 4. La proposta dell’impianto urbano con approfondimenti tipologici Al termine del percorso verranno illustrate delle conclusioni sulle ipotesi avanzate in sede di avvio della tesi. Il percorso impostato e condotto con la tesi di laurea ha sviluppato alcuni approfondimenti specifici a cavallo tra l’analisi teorica e lo studio pratico. Questo percorso ha consentito di affrontare la fase sperimentale di sviluppo del progetto con un bagaglio di conoscenze sulle varie esperienze residenziali sviluppati in ambiti e tempi diversi caratterizzate da articolazioni tra mix funzionale e sociale; in pratica l’analisi del co-housing non è stata prettamente bibliografica o prestazionale (quello che si dovrebbe fare…) ma più indirizzata verso esempi costruiti in cui sono state lette ed individuate caratteristiche reinterpretabili e riutilizzabili oggi. Esempi concreti che sono poi stati posti in relazione con un ambito concreto e reale: l’area di intervento risulta già oggi una zona interclusa nel territorio di Carpi che sarà progressivamente urbanizzato e trasformato in un quartiere residenziale. Lo sviluppo del progetto propone un’articolazione alle diverse scale incentrata su sistemi articolati riconducibili in sintesi a: 1. Percorsi di accesso e movimento interno; 2. Spazi pubblici, collettivi, semi-privati e privati; 3. Tipologie residenziali di impianto similare ma con tagli articolati; 4. Reintepretazione delle preesistenze per allocare attività pubbliche collettive; Il risultato presenta un’immagine complessiva che, reintrepretando nuovamente lo schema della casa a corte introversa, garantisce nel contempo un livello elevato di privacy ed un’immagine complessiva improntata sull’understatement sicuramente più in linea con la condizione contemporanea: un nuovo principio di non ostentazione in contrasto con quanto invece risultava imperante nei contesti suburbani degli ultimi decenni in cui sembrava essere una gara a chi presentava più giardino, più colonne, più porticati ecc. L’approccio di mix sociale viene presentato anche in quest’ottica, dove un impianto tipologico comune è stato declinato a diversi livelli dimensionali e di standard abitativo; il tutto in un sistema di percorsi e spazi fruibili dai residenti. A monte del tutto una serie di elementi preesistenti sono stati reinterpretati come caposaldi e punti di incontro con la collettività estesa su scala urbana (Carpi ed il suo intorno): spazi per micro attività produttive, orti didattici, kindergarten quindi pensati in prima battuta per i residenti sono aperti a tutti gli abitanti del contesto e divengono anch’essi ambiti in cui sviluppare, ampliare e condividere nuove relazioni inter pares. L’approfondimento sul trattamento degli spazi aperti è stato condotto per verificare e garantire che non vi siano “terre di nessuno” che possono rapidamente portare ad una dequalificazione dell’intero comparto; al di fuori degli ambiti strettamente privati delle corti interne, i giardini, i cluster e il sistema dei percorsi garantiscono un’elevata fruizione visiva senza precludere la cura privata degli spazi. Nel complesso il risultato appare un modello insediativo contemporaneo che ancorché a media densità (e non bassa) può essere proposto nelle aree di completamento che risultano ancora edificabili e che (vedasi per esempio intervento di Utzon) possono garantire una durabilità di immagine e qualità in prospettiva storica
ARC I - Scuola di Architettura e Società
28-apr-2015
2013/2014
Tesi di laurea Magistrale
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