Processi di intensificazione urbana. Cinque epicentri per la moltitudine contemporanea

Partendo dalla dicotomia popolo-moltitudine, espressa per la prima volta dai filosofi Thomas Hobbes e Baruch Spinoza nel XVII secolo, la tesi si sviluppa cercando di definire e successivamente analizzare le caratteristiche della moltitudine contemporanea. La differenza sostanziale tra il concetto di popolo e il concetto di moltitudine risiede nella diversità dell’agire da parte degli individui nella società. Nell’idea di popolo le azioni dei singoli convergono in un fine comune (ad esempio lo Stato, la religione). Senza un punto di convergenza i soggetti sono irrimediabilmente dispersi in una situazione conflittuale. Al contrario, nella moltitudine, le azioni dei singoli seguono percorsi paralleli, incrociandosi solo in specifici eventi, luoghi o momenti. La pluralità esiste come tale, e non converge nel moto centripeto tipico dell’idea di popolo. Le caratteristiche che definiscono la moltitudine contemporanea, derivata da idee politiche e filosofiche come il liberismo e il general intellect, sono profondamente legate alla società postfordista. Mobilità, iperespressività, comunicazione non-stop, nomadismo intellettuale, radicamento dinamico e tribalismo sono alcune delle espressioni più eloquenti della contemporaneità. I cinque progetti d’intensificazione urbana, attraverso diversi dispositivi, esprimono enzimaticamente le caratteristiche della società che viviamo, cercando di renderle più visibili ai singoli protagonisti della scena urbana ed evitando il più possibile di glorificarle o stigmatizzarle. Il fine ultimo di questa esplorazione progettuale è, infatti, la ricerca di un ritratto della società odierna; cercando di tracciare con la massima neutralità possibile le linee necessarie alla lettura e alla successiva interpretazione personale da parte di ogni singolo osservatore.