Al giorno d’oggi sono visibili sul territorio del Trentino oltre 100 castelli, e i resti di oltre 200 fortezze in stato di abbandono. Il lavoro di tesi nasce dalla volontà di rivalorizzare la realtà castellana del Trentino, attraverso la creazione di una Rete che unisca idealmente e funzionalmente le antiche fortificazioni abbandonate. All’interno del cospicuo numero di vestigia presenti, sono stati selezionati otto castelli, che in gran parte versano in stato di rudere, ma che per tipologia, posizione o struttura restituiscono la varietà e la complessità che caratterizza il territorio. Attraverso l’analisi di un campione di castelli recentemente riqualificati, si è riscontrato che le loro principali ridestinazioni funzionali appartengono in prevalenza all’ambito artistico ed enogastronomico, ma che al contempo rimangono tra loro slegati e muti perché privi di una visione complessiva che li ridefinisca come bene comune territoriale. La Rete dei Castelli alla base del nostro progetto è il tentativo di ricucire queste antiche trame generando nuove polarità. Attraverso la creazione in ciascuno dei castelli selezionati di nuovi spazi a disposizione delle realtà artistiche e agricole locali, si promuove la conoscenza del patrimonio storico culturale e territoriale del Trentino. Come case study esemplificativo abbiamo affrontato il Castello di Arco, un complesso sistema fortificato, dal carattere fortemente monumentale e paesaggistico, arroccato su di uno sperone di roccia sovrastante la cittadina di Arco e dominante su di una vasta porzione di territorio lungo le rive del fiume Sarca. L’intento progettuale è quello di instaurare una stretta relazione tra l’archeologia ed il paesaggio scegliendo nuovi punti d’osservazione volti a coinvolgere il visitatore in un percorso di conoscenza. L’intervento è profondamente legato alla morfologia della rocca che, per la sua particolare conformazione, rappresenta un unicum nel panorama dei castelli trentini. Essa si divide in tre livelli principali, con accessibilità diverse per via della natura aspra del territorio, ai quali corrispondono tre percorsi tematici strettamente connessi l’uno con l’altro (Percorso Paesaggistico — Enogastronomico, Percorso Archeologico — Museale, Percorso Artistico). Un percorso lungo le mura accoglie il visitatore nella Lizza Superiore e lo invita ad osservare il paesaggio attraverso le antiche feritoie, conducendolo fino al Giardino dei Saperi e dei Sapori. Quest’ultimo ripristina l’antico orto del Castello, e ospita uno Spazio di Ristoro e Degustazione dei prodotti locali. La salita verso la Torre Grande conduce agli spazi del Museo della Rocca di Arco (MuRA), che connettono verticalmente l’area dell’antica armeria al Palazzo e all’area archeologica. Il percorso si inerpica sulla roccia viva e la attraversa, conducendo il visitatore all’interno della Torre Grande, e regalandone un nuovo punto di vista. L’antica Torre diviene quinta scenica ed introduce al Museo, articolato su due livelli. La Sala degli Uomini di Pietra ospita le antiche Statue Stele (III millennio a.C.) rinvenute ad Arco, e la Sala del Palazzo e del Gioiello custodisce reperti che testimoniano la fiorente vita di corte del Castello, rappresentata nel Ciclo degli Affreschi (visibile nell’area archeologica sovrastante). La visita può proseguire verso la cinta fortificata occidentale, che si snoda attraverso la folta vegetazione boschiva e collega tra loro la Sclosseraria (antica fucina del fabbro) e la Torre di Laghel. Quest’area è dedicata alla produzione artistica e mette a disposizione spazi per la creazione e l’esposizione di opere site specific, nonché una residenza temporanea per artisti. Raggiunta la sommità della rocca il visitatore scopre infine il più antico nucleo del Castello, la Torre Renghera, che dalla sua altezza permette di scorgere Castel Drena, appartenente alla Rete dei Castelli; da qui la scelta di ripristinarne la funzione di osservatorio. Al suo interno si scoprono le maquette dei Castelli della Rete, che si raccontano sia attraverso videoproiezioni che per mezzo di una piccola collezione di volumi ad essi dedicati.
Il Castello di Arco e le sue mura. Nuovi sguardi tra roccia e paesaggio
PARMA, FRANCESCA;CALDONAZZI, CLARA
2014/2015
Abstract
Al giorno d’oggi sono visibili sul territorio del Trentino oltre 100 castelli, e i resti di oltre 200 fortezze in stato di abbandono. Il lavoro di tesi nasce dalla volontà di rivalorizzare la realtà castellana del Trentino, attraverso la creazione di una Rete che unisca idealmente e funzionalmente le antiche fortificazioni abbandonate. All’interno del cospicuo numero di vestigia presenti, sono stati selezionati otto castelli, che in gran parte versano in stato di rudere, ma che per tipologia, posizione o struttura restituiscono la varietà e la complessità che caratterizza il territorio. Attraverso l’analisi di un campione di castelli recentemente riqualificati, si è riscontrato che le loro principali ridestinazioni funzionali appartengono in prevalenza all’ambito artistico ed enogastronomico, ma che al contempo rimangono tra loro slegati e muti perché privi di una visione complessiva che li ridefinisca come bene comune territoriale. La Rete dei Castelli alla base del nostro progetto è il tentativo di ricucire queste antiche trame generando nuove polarità. Attraverso la creazione in ciascuno dei castelli selezionati di nuovi spazi a disposizione delle realtà artistiche e agricole locali, si promuove la conoscenza del patrimonio storico culturale e territoriale del Trentino. Come case study esemplificativo abbiamo affrontato il Castello di Arco, un complesso sistema fortificato, dal carattere fortemente monumentale e paesaggistico, arroccato su di uno sperone di roccia sovrastante la cittadina di Arco e dominante su di una vasta porzione di territorio lungo le rive del fiume Sarca. L’intento progettuale è quello di instaurare una stretta relazione tra l’archeologia ed il paesaggio scegliendo nuovi punti d’osservazione volti a coinvolgere il visitatore in un percorso di conoscenza. L’intervento è profondamente legato alla morfologia della rocca che, per la sua particolare conformazione, rappresenta un unicum nel panorama dei castelli trentini. Essa si divide in tre livelli principali, con accessibilità diverse per via della natura aspra del territorio, ai quali corrispondono tre percorsi tematici strettamente connessi l’uno con l’altro (Percorso Paesaggistico — Enogastronomico, Percorso Archeologico — Museale, Percorso Artistico). Un percorso lungo le mura accoglie il visitatore nella Lizza Superiore e lo invita ad osservare il paesaggio attraverso le antiche feritoie, conducendolo fino al Giardino dei Saperi e dei Sapori. Quest’ultimo ripristina l’antico orto del Castello, e ospita uno Spazio di Ristoro e Degustazione dei prodotti locali. La salita verso la Torre Grande conduce agli spazi del Museo della Rocca di Arco (MuRA), che connettono verticalmente l’area dell’antica armeria al Palazzo e all’area archeologica. Il percorso si inerpica sulla roccia viva e la attraversa, conducendo il visitatore all’interno della Torre Grande, e regalandone un nuovo punto di vista. L’antica Torre diviene quinta scenica ed introduce al Museo, articolato su due livelli. La Sala degli Uomini di Pietra ospita le antiche Statue Stele (III millennio a.C.) rinvenute ad Arco, e la Sala del Palazzo e del Gioiello custodisce reperti che testimoniano la fiorente vita di corte del Castello, rappresentata nel Ciclo degli Affreschi (visibile nell’area archeologica sovrastante). La visita può proseguire verso la cinta fortificata occidentale, che si snoda attraverso la folta vegetazione boschiva e collega tra loro la Sclosseraria (antica fucina del fabbro) e la Torre di Laghel. Quest’area è dedicata alla produzione artistica e mette a disposizione spazi per la creazione e l’esposizione di opere site specific, nonché una residenza temporanea per artisti. Raggiunta la sommità della rocca il visitatore scopre infine il più antico nucleo del Castello, la Torre Renghera, che dalla sua altezza permette di scorgere Castel Drena, appartenente alla Rete dei Castelli; da qui la scelta di ripristinarne la funzione di osservatorio. Al suo interno si scoprono le maquette dei Castelli della Rete, che si raccontano sia attraverso videoproiezioni che per mezzo di una piccola collezione di volumi ad essi dedicati.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/10589/103964