Nunc vino pellite curas. Villa Mosconi Bertani a Negrar

La viticoltura, che ha da sempre accompagnato la storia dell’uomo, segue la ciclicità che la natura impone per la coltivazione, la maturazione e la trasformazione dell’uva in vino. Da alimento di sostentamento a prodotto sempre più raffinato ed elitario, il vino ha assunto una posizione di rilievo nelle molteplici manifestazioni della vita dell’uomo tanto da determinare la creazione di un’architettura specificatamente pensata per ospitare l’intero processo di produzione e conservazione. É da questi presupposti che ha preso vita la nostra scelta di scoprire i vigneti della Valpolicella, in provincia di Verona, attuando un’indagine del patrimonio architettonico - culturale caratterizzato da numerose Ville padronali annesse a cantine vinicole, che col tempo è andato perdendosi lasciando posto all’attenzione delle sole Ville palladiane. Il presupposto è stato quindi quello di riportare in vita questi beni ormai perduti mediante lo studio e la valorizzazione di una di queste ville risalente al 1735 ad opera dell’architetto Cristofali: Villa Mosconi Bertani. Situata nel cuore delle colline di Negrar, porta con sé una ricca storia artistica e letteraria, la fama di essere stata la prima a produrre nel 1936 l’Amarone, ma soprattutto l’identità perduta di piccola realtà indipendente. Essa ospitava infatti circa una ventina di famiglie che si adoperavano al mantenimento dei campi e delle attività padronali, rendendola un vero e proprio borgo. Ad oggi tuttavia la sua attività principale di produzione è andata perdendosi per lasciare posto a vasti spazi in disuso e alla sola attività di vendita dell’Amarone prodotto nella tenuta di Santa Maria alla Pieve. Il nostro studio è nato quindi con l’intento di far rivivere la villa inserendola in un network per incentivare il turismo vitivinicolo e con questo scopo abbiamo reintrodotto l’attività di produzione del vino studiando i diversi spazi per ogni sua fase, progettato una guest house e un museo che vede come protagonista l’Amarone. Fondamentale è stato il confronto diretto con la famiglia Bertani che ci ha affiancate durante l’intero processo di progettazione e che ci ha orientate verso scelte condivise in vista di un futuro recupero che soddisfi le necessità di una così importante cantina veronese.