«Il paesaggio è in ogni luogo un elemento importante per la qualità della vita delle popolazioni», così cita il testo della Convenzione Europea del Paesaggio. Dalle città storiche agli insediamenti urbani di recente formazione, dai contesti eccezionali ai luoghi della vita comune, il paesaggio permea lo spazio dell’abitare ed è sempre oggetto principale e insospettabile del nostro sguardo. Ma il paesaggio è molto di più di quello che vediamo: è un rapporto quotidiano tra il corpo della città e quello dei suoi abitanti, è la relazione fra la forma urbana e la campagna che la circonda, è l’armonia che lega i luoghi in un tessuto continuo e stratificato. Le tracce del passato, inscritte nel territorio, richiamano alla memoria paesaggi resi perfetti dalla nostalgia per la loro perdita e dalla distanza nel tempo. Ci sono luoghi che ormai esistono solo nel ricordo, ma che non hanno più un corrispettivo reale. Solo uno sguardo attento e sensibile riesce a cogliere tali aspetti e a tradurli in idee progettuali, superando la crisi identitaria e la svalutazione della percezione spaziale per raggiungere una nuova consapevolezza: il paesaggio del quale facciamo parte deve ancora trovare la sua identità. La tesi proposta si pone l’obiettivo di approfondire il tema della percezione, primo passo per l’interpretazione delle trasformazioni a cui è da sempre soggetto il paesaggio. Si indaga in particolar modo il punto di vista dell’osservatore e di come questo influenzi le sue azioni successive. Lo sguardo è puntato sui nuovi tipi di paesaggio che caratterizzano i nostri tempi, accomunati dal senso di disordine e casualità. La perdita rivela le conseguenze dell’avanzare dei paesaggi «fuori luogo», non più immaginabili e quindi fonte di insicurezza. Il valore sottolinea il concetto di paesaggio in quanto luogo della mente oltre che spazio fisico, l’importanza della qualità estetica degli interventi e il ruolo culturale che può svolgere un’attività di turismo consapevole. La tutela illustra i passi che si sono fatti in Italia per il riconoscimento del valore paesaggistico di tutti gli ambiti e non solo del cosiddetto patrimonio storico-artistico. La forma, infine, dimostra che se si riparte dalle basi della percezione e dall'interpretazione dei segni del territorio, attraverso un processo progettuale che coinvolga gli abitanti, sarà possibile scrivere la storia di quei luoghi dimenticati che attendono di ritrovare la loro immaginabilità.

Il paesaggio ritrovato. Ripartire dalla percezione per progettare forme immaginabili

GAIGHER, MYRNA;ABATE, ANTONELLA
2013/2014

Abstract

«Il paesaggio è in ogni luogo un elemento importante per la qualità della vita delle popolazioni», così cita il testo della Convenzione Europea del Paesaggio. Dalle città storiche agli insediamenti urbani di recente formazione, dai contesti eccezionali ai luoghi della vita comune, il paesaggio permea lo spazio dell’abitare ed è sempre oggetto principale e insospettabile del nostro sguardo. Ma il paesaggio è molto di più di quello che vediamo: è un rapporto quotidiano tra il corpo della città e quello dei suoi abitanti, è la relazione fra la forma urbana e la campagna che la circonda, è l’armonia che lega i luoghi in un tessuto continuo e stratificato. Le tracce del passato, inscritte nel territorio, richiamano alla memoria paesaggi resi perfetti dalla nostalgia per la loro perdita e dalla distanza nel tempo. Ci sono luoghi che ormai esistono solo nel ricordo, ma che non hanno più un corrispettivo reale. Solo uno sguardo attento e sensibile riesce a cogliere tali aspetti e a tradurli in idee progettuali, superando la crisi identitaria e la svalutazione della percezione spaziale per raggiungere una nuova consapevolezza: il paesaggio del quale facciamo parte deve ancora trovare la sua identità. La tesi proposta si pone l’obiettivo di approfondire il tema della percezione, primo passo per l’interpretazione delle trasformazioni a cui è da sempre soggetto il paesaggio. Si indaga in particolar modo il punto di vista dell’osservatore e di come questo influenzi le sue azioni successive. Lo sguardo è puntato sui nuovi tipi di paesaggio che caratterizzano i nostri tempi, accomunati dal senso di disordine e casualità. La perdita rivela le conseguenze dell’avanzare dei paesaggi «fuori luogo», non più immaginabili e quindi fonte di insicurezza. Il valore sottolinea il concetto di paesaggio in quanto luogo della mente oltre che spazio fisico, l’importanza della qualità estetica degli interventi e il ruolo culturale che può svolgere un’attività di turismo consapevole. La tutela illustra i passi che si sono fatti in Italia per il riconoscimento del valore paesaggistico di tutti gli ambiti e non solo del cosiddetto patrimonio storico-artistico. La forma, infine, dimostra che se si riparte dalle basi della percezione e dall'interpretazione dei segni del territorio, attraverso un processo progettuale che coinvolga gli abitanti, sarà possibile scrivere la storia di quei luoghi dimenticati che attendono di ritrovare la loro immaginabilità.
ASTOLFI, LISA
ARC I - Scuola di Architettura e Società
27-apr-2015
2013/2014
Tesi di laurea Magistrale
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/104304