The work analysed in the following dissertation aims to develop and present an integrated project that combines landscape and bicycle mobility. Starting point is the VENTO project, by DAStU department of Polytechnic of Milan. Drawing upon this evolving project, more reflections have been made on the relation between landscape and linear infrastructures, with particular regard to “slow mobility” for tourism. The project’s aim is to focus on landscape in an unconventional way, so to turn it into a space that can be not only admired but also and mostly directly experienced and lived. In the context of this project, it will be argued that long distance cycle paths is the ideal means to reach a new type of relationship with the landscape and environment. In fact, bicycles lets tourists and travellers come into contact with the surrounding territory, perceive it profoundly and enjoy its beauty. The presence itself of natural and cultural landmarks all along the path requires an appropriate infrastructure to connect several environments and intangible relations. For these reasons, the bicycle path layout resonates with both the surrounding landscape and with its public deployment. Thanks to cycling tourism, paths along Po River might turn from being considered borderlines into occasions for landscape requalification and restoration. This project, like a tale revolves around its unique protagonist, shows and reveals monuments and natural peculiarities of the Po valley in all of its length. The VENTO line and the River interlace and the cycle path links all of the fragmented territories from the Alps to the Adriatic Sea that are now destroyed by improper modifications and exploitation. The landscape becomes an emotional and sensorial experience; its elements enter the project and turn into part of the infrastructure’s design vocabulary. Thus, the context is not merely considered as a neuter background upon which the cycle path lays; on the contrary, it is the palimpsest where different landscapes, monuments and historic trails coexist. The interpretation of natural and human marks thus becomes the project itself: the infrastructure integrates with the crossed territory and turns into a mirror against which the context reflects; eventually, the cycle path’s construction allows for the materialization and perception of the multiplicity of these images and interconnections.

Il lavoro svolto propone un progetto integrato di paesaggio e di mobilità dolce. A partire dal progetto VENTO, elaborato dal dipartimento DAStU del Politecnico di Milano, sono state fatte ulteriori riflessioni sul rapporto tra paesaggio e infrastruttura lineare, in questo caso dedicata alla mobilità dolce per il turismo. Il progetto intende mettere l’accento sul paesaggio in modo nuovo, facendo sì che esso non sia solo una scena di pura contemplazione ma un luogo da vivere. Il cicloturismo in questo caso risulta essere funzionale al paesaggio: la bicicletta è infatti il mezzo ideale per ri-scoprire il rapporto con esso, permette di entrare in contatto con il territorio, visitarlo e goderne le bellezze. Sono infatti gli elementi del paesaggio e i beni culturali che costellano questi ambienti a richiedere un’infrastruttura adeguata, che riesca legare tra loro non solo i diversi ambiti ma anche tutte quelle relazioni immateriali che si sono stratificate nel tempo. In quest’ottica il tracciato viene studiato in rapporto con il paesaggio che lo circonda e dal punto di vista della pubblica fruizione. Grazie al cicloturismo il fiume Po e i suoi argini, ora relegati a ruolo di confine tra le regioni, potrebbero diventare un’occasione di riqualificazione e rigenerazione paesaggistica. Il progetto vuole essere rivelatore del paesaggio che accompagna il viaggiatore da Torino a Venezia. Come un racconto che descrive i suoi protagonisti, la pista ciclabile mette in mostra e disvela i paesaggi naturali e monumentali che caratterizzano la valle del Po. Il tracciato di VENTO e il fiume si intrecciano e si inseguono attraversando l’Italia dalle Alpi all’Adriatico, ricollegando tra loro quei frammenti di territori e di paesaggi lacerati da trasformazioni d’uso e sfruttamenti impropri. Il paesaggio diventa un’esperienza sensoriale ed emozionale e gli elementi che lo compongono si traducono in un linguaggio progettuale col quale viene realizzata fisicamente l’infrastruttura. Il contesto quindi non è solamente una superficie su cui la pista ciclabile si adagia, ma è come un palinsesto, su cui alla varietà di paesaggi si sovrappongono i manufatti realizzati dall’uomo e le tracce della storia. La lettura di questi segni e dei paesaggi diventa il progetto stesso: l’infrastruttura oltre ad essere parte integrante del territorio attraversato diventa uno specchio su cui il contesto si riflette e la costruzione della pista stessa permette di registrare e materializzare queste immagini.

Paesaggio e infrastruttura cicloturistica : la costruzione di un rapporto biunivoco. Il caso del progetto VENTO

BONACINA, ELOISA
2013/2014

Abstract

The work analysed in the following dissertation aims to develop and present an integrated project that combines landscape and bicycle mobility. Starting point is the VENTO project, by DAStU department of Polytechnic of Milan. Drawing upon this evolving project, more reflections have been made on the relation between landscape and linear infrastructures, with particular regard to “slow mobility” for tourism. The project’s aim is to focus on landscape in an unconventional way, so to turn it into a space that can be not only admired but also and mostly directly experienced and lived. In the context of this project, it will be argued that long distance cycle paths is the ideal means to reach a new type of relationship with the landscape and environment. In fact, bicycles lets tourists and travellers come into contact with the surrounding territory, perceive it profoundly and enjoy its beauty. The presence itself of natural and cultural landmarks all along the path requires an appropriate infrastructure to connect several environments and intangible relations. For these reasons, the bicycle path layout resonates with both the surrounding landscape and with its public deployment. Thanks to cycling tourism, paths along Po River might turn from being considered borderlines into occasions for landscape requalification and restoration. This project, like a tale revolves around its unique protagonist, shows and reveals monuments and natural peculiarities of the Po valley in all of its length. The VENTO line and the River interlace and the cycle path links all of the fragmented territories from the Alps to the Adriatic Sea that are now destroyed by improper modifications and exploitation. The landscape becomes an emotional and sensorial experience; its elements enter the project and turn into part of the infrastructure’s design vocabulary. Thus, the context is not merely considered as a neuter background upon which the cycle path lays; on the contrary, it is the palimpsest where different landscapes, monuments and historic trails coexist. The interpretation of natural and human marks thus becomes the project itself: the infrastructure integrates with the crossed territory and turns into a mirror against which the context reflects; eventually, the cycle path’s construction allows for the materialization and perception of the multiplicity of these images and interconnections.
GIACOMEL, ALESSANDRO
ARC I - Scuola di Architettura e Società
27-apr-2015
2013/2014
Il lavoro svolto propone un progetto integrato di paesaggio e di mobilità dolce. A partire dal progetto VENTO, elaborato dal dipartimento DAStU del Politecnico di Milano, sono state fatte ulteriori riflessioni sul rapporto tra paesaggio e infrastruttura lineare, in questo caso dedicata alla mobilità dolce per il turismo. Il progetto intende mettere l’accento sul paesaggio in modo nuovo, facendo sì che esso non sia solo una scena di pura contemplazione ma un luogo da vivere. Il cicloturismo in questo caso risulta essere funzionale al paesaggio: la bicicletta è infatti il mezzo ideale per ri-scoprire il rapporto con esso, permette di entrare in contatto con il territorio, visitarlo e goderne le bellezze. Sono infatti gli elementi del paesaggio e i beni culturali che costellano questi ambienti a richiedere un’infrastruttura adeguata, che riesca legare tra loro non solo i diversi ambiti ma anche tutte quelle relazioni immateriali che si sono stratificate nel tempo. In quest’ottica il tracciato viene studiato in rapporto con il paesaggio che lo circonda e dal punto di vista della pubblica fruizione. Grazie al cicloturismo il fiume Po e i suoi argini, ora relegati a ruolo di confine tra le regioni, potrebbero diventare un’occasione di riqualificazione e rigenerazione paesaggistica. Il progetto vuole essere rivelatore del paesaggio che accompagna il viaggiatore da Torino a Venezia. Come un racconto che descrive i suoi protagonisti, la pista ciclabile mette in mostra e disvela i paesaggi naturali e monumentali che caratterizzano la valle del Po. Il tracciato di VENTO e il fiume si intrecciano e si inseguono attraversando l’Italia dalle Alpi all’Adriatico, ricollegando tra loro quei frammenti di territori e di paesaggi lacerati da trasformazioni d’uso e sfruttamenti impropri. Il paesaggio diventa un’esperienza sensoriale ed emozionale e gli elementi che lo compongono si traducono in un linguaggio progettuale col quale viene realizzata fisicamente l’infrastruttura. Il contesto quindi non è solamente una superficie su cui la pista ciclabile si adagia, ma è come un palinsesto, su cui alla varietà di paesaggi si sovrappongono i manufatti realizzati dall’uomo e le tracce della storia. La lettura di questi segni e dei paesaggi diventa il progetto stesso: l’infrastruttura oltre ad essere parte integrante del territorio attraversato diventa uno specchio su cui il contesto si riflette e la costruzione della pista stessa permette di registrare e materializzare queste immagini.
Tesi di laurea Magistrale
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