Questa tesi analizza i caratteri architettonici di alcuni edifici religiosi lombardi, progettati nel secondo Quattrocento e nel primo Cinquecento; in particolare lo studio si concentra sulle chiese a pianta centrale. La tipologia centrica superava la debole connessione tra spazi a dimensioni diversificate, costringendo ad una messa in rapporto strettamente definita fra vano principale e parti secondarie. In tal modo si rispondeva alle nuove esigenze di armonia e proporzione, espresse dalla cultura del Rinascimento e divulgate presso le maggiori corti italiane. La presenza di Bramante nel Ducato di Milano incentivò lo sviluppo di sperimentazioni architettoniche di alto livello: si verificò pertanto un proficuo scambio di conoscenze tra rinnovate concezioni tecniche ed elementi consolidati della tradizione locale. Alcuni maestri lombardi, collaborando in cantieri di prestigio, si conformarono all'influenza del Bramante e ai contributi dell'aggiornato linguaggio artistico. Gli edifici di culto esaminati manifestano valori rilevanti, sia in riferimento alla loro origine quanto alla loro calibrata struttura. Nello specifico risultano percepibili significative analogie architettoniche: in tale direzione, i possibili confronti agevolano approfondimenti inediti, soprattutto nei casi in cui la documentazione dell'epoca risulta esigua. Inoltre, valutando ragioni pratiche ed implicazioni culturali e religiose, la ricerca storica induce a desumere delle corrispondenze tra le chiese analizzate e il concetto umanistico del tempio ideale.
Le chiese rinascimentali a pianta centrale nei territori lombardi meridionali del Ducato di Milano
SAMBUSIDA, GIUSEPPE
2013/2014
Abstract
Questa tesi analizza i caratteri architettonici di alcuni edifici religiosi lombardi, progettati nel secondo Quattrocento e nel primo Cinquecento; in particolare lo studio si concentra sulle chiese a pianta centrale. La tipologia centrica superava la debole connessione tra spazi a dimensioni diversificate, costringendo ad una messa in rapporto strettamente definita fra vano principale e parti secondarie. In tal modo si rispondeva alle nuove esigenze di armonia e proporzione, espresse dalla cultura del Rinascimento e divulgate presso le maggiori corti italiane. La presenza di Bramante nel Ducato di Milano incentivò lo sviluppo di sperimentazioni architettoniche di alto livello: si verificò pertanto un proficuo scambio di conoscenze tra rinnovate concezioni tecniche ed elementi consolidati della tradizione locale. Alcuni maestri lombardi, collaborando in cantieri di prestigio, si conformarono all'influenza del Bramante e ai contributi dell'aggiornato linguaggio artistico. Gli edifici di culto esaminati manifestano valori rilevanti, sia in riferimento alla loro origine quanto alla loro calibrata struttura. Nello specifico risultano percepibili significative analogie architettoniche: in tale direzione, i possibili confronti agevolano approfondimenti inediti, soprattutto nei casi in cui la documentazione dell'epoca risulta esigua. Inoltre, valutando ragioni pratiche ed implicazioni culturali e religiose, la ricerca storica induce a desumere delle corrispondenze tra le chiese analizzate e il concetto umanistico del tempio ideale.File | Dimensione | Formato | |
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