In attesa di giudizio. Recupero della sede del Policlinico di via Pace come nuova casa mandamentale di Milano

L’obiettivo della tesi è la progettazione di una nuova Casa Mandamentale per la città di Milano. La scelta del tema affronta l’urgenza di avanzare proposte per un problema del tutto estromesso dal dibattito architettonico. L’elemento carcere non vuole più essere un luogo sconosciuto ma proporsi come componente architettonico e caratterizzante della forma dell’abitare contemporaneo. La città è il luogo capace di trasformare un carcere in qualcosa di nuovo. L’obiettivo che ci proponiamo di esporre è la trasformazione del concetto di carcere presente oggi, in qualcosa di nuovo e di diverso, in qualcosa che permetta la facilitazione delle procedure burocratiche, della vita delle famiglie dei detenuti e dei detenuti stessi, una forma di carcere che oggi nelle nostre città e’ del tutto assente. Il progetto suggerisce un’area sulla quale realizzare una nuova Casa Mandamentale a Milano, del tutto lontana dai dibattiti riguardo la Cittadella della Giustizia. La nuova area rimane dentro le mura consolidate della città, e trova spazio proprio nel cuore giudiziario, su via Pace, dietro l’attuale Palazzo di Giustizia costruito da Marcello Piacentini. L’area di progetto coincide con quella dell’attuale istituto dermatologico del Policlinico di Milano. L’istituto verrebbe inglobato all’interno del nuovo progetto dello Studio Boeri e Barreca&LaVarra, e al suo posto troverebbe spazio la nuova casa mandamentale, direttamente connessa al palazzo di giustizia attraverso un tunnel sotterraneo. Ci occupiamo di questo tema per ragioni sociali ed architettoniche. Le ragioni sociali derivano dalla grave condizione delle carceri odierne, questa situazione ci ha portato a domandarci quale potrebbe essere il primo passo per il miglioramento dello stato incivile detentivo in cui ci troviamo. L’architettura ci ha aiutato a dare una forma a questa soluzione, la presenza di edifici storici a Milano e la loro imminente dismissione ci ha permesso di sviluppare la nostra idea, offrendo una nuova ma non meno efficace soluzione detentiva all’interno della città e presentando il possibile riutilizzo di un edificio storico altrimenti ridotto a ulteriore frammento del nucleo storico di Milano.