Abstract Oggi ci sono molte città italiane caratterizzate dalla presenza sul proprio territorio di numerose aree, una volta sedi di industrie di varia natura, oggi lasciate all'abbandono. La maggior parte di queste aree si trova nel Quartiere Matteotti. Queste aree dismesse testimoniano con la loro presenza l'utilizzo che il capitalismo fa del nostro territorio: sfruttarlo fino a che se ne ha un guadagno, quindi abbandonarlo impoverito, inquinato e devastato. Lo stesso approccio che una società basata sul profitto ha nei confronti di ogni essere che le si pone davanti: le persone son risorse da sfruttare, gli animali un prodotto da vendere, l'ambiente un generatore di ricchezza. Queste aree dismesse ci vengono presentate come una importante risorsa, una risorsa in grado di migliorare la vivibilità delle nostre città. Pare però che queste belle parole si scontrino con la realtà dei fatti. Queste “risorse” sono niente più e niente meno che delle potenziali risorse economiche, per chi le possiede (e le ha lasciate per decenni nella situazione di abbandono che conosciamo) e per chi ci effettuerà delle speculazioni. E' chiaro che in una società basata sul profitto sarà questo a decidere come e quando si debba intervenire in una situazione. L'idea è che su queste aree debbano sorgere nuovi palazzi e nuovi negozi. Tanti palazzi e tanti negozi significano tanti profitto. Purtroppo l'opinione pubblica sembra apprezzare poco l'idea che nuovi centri commerciali e grigi palazzoni si aggiungano a quelli già esistenti. Ma proprio a questo serve la politica: ad aiutare ad indorare la pillola: i palazzi ci saranno, ma ci sarà anche del verde, qualche metro di pista ciclabile, un bel parcheggio per i pendolari. E' così che un progetto che avrebbe trovato l'ostilità di tutti i cittadini diventa una “risorsa per la città”. Oggi la nostra città è quasi del tutto edificata, il numero di aree verdi è ridicolo rispetto alla quantità di territorio occupato da strade, palazzi, fabbriche abbandonate; con tutte le conseguenze che una situazione di questo tipo può avere sulla qualità della vita di chi vi abita. Nel corso degli anni gli interventi di edilizia sul territorio sono stati molti. La qualità della vita però sembra essere tutt'altro che migliorata: aumenta l'inquinamento, aumenta il traffico, aumentano i palazzi (di pari passo agli sfratti e al numero di case vuote). In cosa dovrebbe essere migliorata la qualità delle nostre vite? Pare invece che il peggioramento delle condizioni di vita generale sia andato negli anni di pari passo con il peggioramento della qualità delle nostre città. Oggi viviamo peggio ed in città peggiori.

Imparare in una fabbrica. Progetto di riqualificazione dell'area ex Pozzi Ginori a Saronno

FIGINI, GIULIA
2013/2014

Abstract

Abstract Oggi ci sono molte città italiane caratterizzate dalla presenza sul proprio territorio di numerose aree, una volta sedi di industrie di varia natura, oggi lasciate all'abbandono. La maggior parte di queste aree si trova nel Quartiere Matteotti. Queste aree dismesse testimoniano con la loro presenza l'utilizzo che il capitalismo fa del nostro territorio: sfruttarlo fino a che se ne ha un guadagno, quindi abbandonarlo impoverito, inquinato e devastato. Lo stesso approccio che una società basata sul profitto ha nei confronti di ogni essere che le si pone davanti: le persone son risorse da sfruttare, gli animali un prodotto da vendere, l'ambiente un generatore di ricchezza. Queste aree dismesse ci vengono presentate come una importante risorsa, una risorsa in grado di migliorare la vivibilità delle nostre città. Pare però che queste belle parole si scontrino con la realtà dei fatti. Queste “risorse” sono niente più e niente meno che delle potenziali risorse economiche, per chi le possiede (e le ha lasciate per decenni nella situazione di abbandono che conosciamo) e per chi ci effettuerà delle speculazioni. E' chiaro che in una società basata sul profitto sarà questo a decidere come e quando si debba intervenire in una situazione. L'idea è che su queste aree debbano sorgere nuovi palazzi e nuovi negozi. Tanti palazzi e tanti negozi significano tanti profitto. Purtroppo l'opinione pubblica sembra apprezzare poco l'idea che nuovi centri commerciali e grigi palazzoni si aggiungano a quelli già esistenti. Ma proprio a questo serve la politica: ad aiutare ad indorare la pillola: i palazzi ci saranno, ma ci sarà anche del verde, qualche metro di pista ciclabile, un bel parcheggio per i pendolari. E' così che un progetto che avrebbe trovato l'ostilità di tutti i cittadini diventa una “risorsa per la città”. Oggi la nostra città è quasi del tutto edificata, il numero di aree verdi è ridicolo rispetto alla quantità di territorio occupato da strade, palazzi, fabbriche abbandonate; con tutte le conseguenze che una situazione di questo tipo può avere sulla qualità della vita di chi vi abita. Nel corso degli anni gli interventi di edilizia sul territorio sono stati molti. La qualità della vita però sembra essere tutt'altro che migliorata: aumenta l'inquinamento, aumenta il traffico, aumentano i palazzi (di pari passo agli sfratti e al numero di case vuote). In cosa dovrebbe essere migliorata la qualità delle nostre vite? Pare invece che il peggioramento delle condizioni di vita generale sia andato negli anni di pari passo con il peggioramento della qualità delle nostre città. Oggi viviamo peggio ed in città peggiori.
ARC I - Scuola di Architettura e Società
27-apr-2015
2013/2014
Tesi di laurea Magistrale
File allegati
File Dimensione Formato  
Imparare in una fabbrica. Progetto di riqualificazione dell'area ex Pozzi Ginori a Saronno.pdf

solo utenti autorizzati dal 10/04/2018

Descrizione: abstract, testo della tesi, studi di progetto e conclusioni
Dimensione 14.86 MB
Formato Adobe PDF
14.86 MB Adobe PDF   Visualizza/Apri

I documenti in POLITesi sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/104683