Con il lavoro di tesi si è analizzato e approfondito il tema del teatro all’interno della scuola del Bauhaus, prendendo come esempio più significativo il “Balletto triadico” di Oskar Schlemmer, un’opera di fondamentale importanza per la danza moderna, per poi progettare l’allestimento di una mostra temporanea all’interno degli spazi della Triennale di Milano e del Teatro dell’Arte. Il “Balletto triadico” è un’opera coreografica del 1922 costituita da 12 danze, divise in tre sezioni, in cui i tre ballerini protagonisti danzano sulla base di movimenti dettati dalla geometria e dalla matematica. Per la realizzazione del Balletto triadico, Schlemmer, è partito dalla progettazione dei costumi, che costituiscono il risultato di un approfondito studio sull’uomo in relazione allo spazio e sull’astrazione della figura umana, per conseguire una purificazione delle forme. Negli stessi anni in cui Schlemmer lavorava al Balletto triadico nasceva, per volere dell’architetto Walter Gropius, la scuola di Architettura, Arte e Design del Bauhaus, in cui, tra le numerose attività, era presente anche il laboratorio sperimentale del teatro, inteso come disciplina pedagogica, in cui convergevano gli apporti di tutti i settori artistici. Dopo pochi anni dalla fondazione della scuola Schlemmer ottenne l’incarico di insegnante del laboratorio e con lui lo spirito costruttivo del Bauhaus coinvolse anche il laboratorio teatrale. Data l’estrema attualità dell’opera e la sua originalità, viene qui proposto l’allestimento di una mostra temporanea con l’obiettivo di spiegare il percorso artistico che ha portato alla realizzazione del Balletto triadico e di proporre una ripresa dello spettacolo vero e proprio. La Triennale di Milano viene individuata come luogo adatto per ospitare l’allestimento, già nel 1935 Schlemmer era stato invitato dagli organizzatori dell’istituzione a Milano, ma per diversi motivi non lo fece. Lo spazio della Triennale inoltre ospita il Teatro dell’Arte che a partire dal 2010, dopo anni di chiusura, è tornato ad essere riutilizzato grazie alla fondazione CRT Milano che ha organizzato un nuovo percorso, volto a creare un punto d’incontro e di collaborazione di tutte le istituzioni culturali. Si sono pensati così due percorsi culturali differenti: il primo, di tipo espositivo, guida il visitatore attraverso la mostra riguardo il Balletto tridico, il secondo, legato all’ambiente del teatro, invece lo conduce ad assistere allo spettacolo del balletto. Entrambi i percorsi possono dunque convergere in uno unico e più completo. Le principali opere esposte all’interno della mostra sono i costumi originali accompagnati da un allestimento con il quale si vuole sottolineare il rapporto tra l’uomo, il costume in questo caso, e lo spazio che lo circonda. All’interno del teatro viene invece proposto un allestimento scenico (bifunzionale) in grado di ampliare la visibilità dello spazi.

L'uomo nello spazio, lo spazio attorno all'uomo. Il balletto triadico di Oskar Schlemmer alla Triennale di Milano

GIAVAZZI, CHIARA
2013/2014

Abstract

Con il lavoro di tesi si è analizzato e approfondito il tema del teatro all’interno della scuola del Bauhaus, prendendo come esempio più significativo il “Balletto triadico” di Oskar Schlemmer, un’opera di fondamentale importanza per la danza moderna, per poi progettare l’allestimento di una mostra temporanea all’interno degli spazi della Triennale di Milano e del Teatro dell’Arte. Il “Balletto triadico” è un’opera coreografica del 1922 costituita da 12 danze, divise in tre sezioni, in cui i tre ballerini protagonisti danzano sulla base di movimenti dettati dalla geometria e dalla matematica. Per la realizzazione del Balletto triadico, Schlemmer, è partito dalla progettazione dei costumi, che costituiscono il risultato di un approfondito studio sull’uomo in relazione allo spazio e sull’astrazione della figura umana, per conseguire una purificazione delle forme. Negli stessi anni in cui Schlemmer lavorava al Balletto triadico nasceva, per volere dell’architetto Walter Gropius, la scuola di Architettura, Arte e Design del Bauhaus, in cui, tra le numerose attività, era presente anche il laboratorio sperimentale del teatro, inteso come disciplina pedagogica, in cui convergevano gli apporti di tutti i settori artistici. Dopo pochi anni dalla fondazione della scuola Schlemmer ottenne l’incarico di insegnante del laboratorio e con lui lo spirito costruttivo del Bauhaus coinvolse anche il laboratorio teatrale. Data l’estrema attualità dell’opera e la sua originalità, viene qui proposto l’allestimento di una mostra temporanea con l’obiettivo di spiegare il percorso artistico che ha portato alla realizzazione del Balletto triadico e di proporre una ripresa dello spettacolo vero e proprio. La Triennale di Milano viene individuata come luogo adatto per ospitare l’allestimento, già nel 1935 Schlemmer era stato invitato dagli organizzatori dell’istituzione a Milano, ma per diversi motivi non lo fece. Lo spazio della Triennale inoltre ospita il Teatro dell’Arte che a partire dal 2010, dopo anni di chiusura, è tornato ad essere riutilizzato grazie alla fondazione CRT Milano che ha organizzato un nuovo percorso, volto a creare un punto d’incontro e di collaborazione di tutte le istituzioni culturali. Si sono pensati così due percorsi culturali differenti: il primo, di tipo espositivo, guida il visitatore attraverso la mostra riguardo il Balletto tridico, il secondo, legato all’ambiente del teatro, invece lo conduce ad assistere allo spettacolo del balletto. Entrambi i percorsi possono dunque convergere in uno unico e più completo. Le principali opere esposte all’interno della mostra sono i costumi originali accompagnati da un allestimento con il quale si vuole sottolineare il rapporto tra l’uomo, il costume in questo caso, e lo spazio che lo circonda. All’interno del teatro viene invece proposto un allestimento scenico (bifunzionale) in grado di ampliare la visibilità dello spazi.
ORIGONI, FRANCO
ARC III - Scuola del Design
28-apr-2015
2013/2014
Tesi di laurea Magistrale
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/105701