Il mercato dei cosmetici si relaziona sempre più con un pubblico attento alla composizione dei prodotti. Per la verità, è tendenza degli ultimi anni usare detergenti e trucchi fatti in casa, seguendo ricette naturali, rimedi vecchi di decenni o formulazioni casalinghe trovate in internet. Il mondo del design ha fatto ben poco per abilitare i consumatori a questa pratica, che è nata dal basso, si è diffusa on line ed è rimasta sostanzialmente rudimentale. I pochi progetti di sistemi per l’autoproduzione di cosmetici sono stati presentati solo negli ultimi due o tre anni; al di là di alcune differenze, tutti sono accomunati dal target, prettamente domestico, e dall’intento di rendere l’utente consapevole di ciò che applica sulla pelle. Adeguandosi a questa esigenza, le aziende cosmetiche in questi anni hanno proposto linee di prodotti “green”: le ricerche qui esposte si sono interrogate sul significato dell’etichetta “eco-bio” sia da un punto di vista normativo sia da quello chimico-fisico. Il progetto ha preso le mosse da un’approfondita riflessione sui processi produttivi delle creme e dei prodotti di make up: una volta che questi sono stati riassunti e schematizzati in moduli-azione e moduli-ingrediente, è stato chiaro come comporre le funzioni del cosmetic processor, sistema di produzione di trucchi. I primi capitoli di questa tesi si concentrano sulla ricerca intorno ai cosmetici, al loro mercato e soprattutto alle loro formulazioni. In parallelo, il progetto affronta gli aspetti comunicativi ed estetici legati all’oggetto. La tesi, infatti, sonda i canali distributivi dei cosmetici e del make up di marchi specializzati e privilegia quelle tipologie commerciali in cui il consumatore non è lasciato solo davanti all’etichetta ma viene guidato da professionisti che conoscono ingredienti e processi produttivi: non estetisti e truccatori, ma farmacisti, dermatologi, erboristi. Il cosmetic processor progettato, quindi, ha una doppia natura: è un prodotto, pensato per i professionisti, ma anche un servizio, pensato per i consumatori finali. Gli ultimi capitoli espongono come queste due nature siano state valorizzate all’interno del prodotto finale.

Cosmetic processor. Un sistema per la produzione professionale di trucchi custom

TRAUTLUFT, IRENE MARIA
2013/2014

Abstract

Il mercato dei cosmetici si relaziona sempre più con un pubblico attento alla composizione dei prodotti. Per la verità, è tendenza degli ultimi anni usare detergenti e trucchi fatti in casa, seguendo ricette naturali, rimedi vecchi di decenni o formulazioni casalinghe trovate in internet. Il mondo del design ha fatto ben poco per abilitare i consumatori a questa pratica, che è nata dal basso, si è diffusa on line ed è rimasta sostanzialmente rudimentale. I pochi progetti di sistemi per l’autoproduzione di cosmetici sono stati presentati solo negli ultimi due o tre anni; al di là di alcune differenze, tutti sono accomunati dal target, prettamente domestico, e dall’intento di rendere l’utente consapevole di ciò che applica sulla pelle. Adeguandosi a questa esigenza, le aziende cosmetiche in questi anni hanno proposto linee di prodotti “green”: le ricerche qui esposte si sono interrogate sul significato dell’etichetta “eco-bio” sia da un punto di vista normativo sia da quello chimico-fisico. Il progetto ha preso le mosse da un’approfondita riflessione sui processi produttivi delle creme e dei prodotti di make up: una volta che questi sono stati riassunti e schematizzati in moduli-azione e moduli-ingrediente, è stato chiaro come comporre le funzioni del cosmetic processor, sistema di produzione di trucchi. I primi capitoli di questa tesi si concentrano sulla ricerca intorno ai cosmetici, al loro mercato e soprattutto alle loro formulazioni. In parallelo, il progetto affronta gli aspetti comunicativi ed estetici legati all’oggetto. La tesi, infatti, sonda i canali distributivi dei cosmetici e del make up di marchi specializzati e privilegia quelle tipologie commerciali in cui il consumatore non è lasciato solo davanti all’etichetta ma viene guidato da professionisti che conoscono ingredienti e processi produttivi: non estetisti e truccatori, ma farmacisti, dermatologi, erboristi. Il cosmetic processor progettato, quindi, ha una doppia natura: è un prodotto, pensato per i professionisti, ma anche un servizio, pensato per i consumatori finali. Gli ultimi capitoli espongono come queste due nature siano state valorizzate all’interno del prodotto finale.
ARC III - Scuola del Design
28-apr-2015
2013/2014
Tesi di laurea Magistrale
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