Il filo conduttore della tesi nasce dall’esigenza di sviluppare una ricerca tecnico-artistica delle implicazioni grafiche sulla prospettiva attraverso l’utilizzo fatto della stessa da vari artisti, dall’epoca rinascimentale per arrivare sino ai giorni nostri, attraverso sperimentazioni, anche ardite, quale ad esempio quella del finto coro della chiesa di S. Maria presso S. Satiro, opera del Bramante. In questa particolare soluzione, sicuramente originale e molto innovativa rispetto allo status quo, si concretizza il concetto di spazio prospettico illusorio che verte sulle potenzialità della tecnica prospettica sia nell’architettura sia nella pittura. Si parte analizzando nel dettaglio tutti gli aspetti tecnici della prospettiva, attraverso le intuizioni, i limiti, l’evoluzione nell’arte, per poi fare un percorso che attraversa gli anni del Quattrocento e del Cinquecento, con una selezione delle opere più significative di prospettiva prima e dopo il finto coro del Bramante. Oltre alla tecnica dell’illusione dello spazio attraverso una prospettiva centrale, vengono analizzate altre applicazioni di illusione ottica quali la quadratura e il trompe d’oeil per poter dare un quadro più ampio di quello che è la deformazione dello spazio in modo fittizio. Grazie al progetto di ricerca, finanziato dal Ministero, PRIN 2010/2011, che ha come coordinatrice dell’unità di ricerca del Politecnico di Milano la professoressa Michela Rossi e come coordinatore nazionale Riccardo Migliari, è stato possibile avere a disposizione il rilievo della chiesa di San Satiro realizzato con il laser scanner, coordinato dalla Compagnia delle Misure di Castellarano, Reggio Emilia. Questo rilievo ha portato alla creazione di un modello 3D caratterizzato da una nuovla di punti, la cui rielaborazione è stata curata da Giorgio Buratti. Grazie a questo materiale è stato possibile fare un lavoro di ricerca e studio che si focalizza soprattutto sull’analisi tecnica della prospettiva del finto coro della chiesa di Santa Maria presso San Satiro. Attraverso un lungo percorso di analisi di quello che era la figura di Bramante e delle sue conoscenze prospettiche, si è giunti a una riflessione sulla sua opera milanese. La ricerca delle caratteristiche architettoniche e lo studio dei restauri che sono stati fatti nel corso dei secoli, hanno permesso di capire come la chiesa fosse alle sue origini e il motivo della scelta di Bramante di utilizzare un effetto ottico così importante. Il rilievo fatto con il laser scanner ha aiutato a perfezionare la ricerca e a stabilire il punto di vista, oggetto di numerosi studi. Dall’analisi sul rilievo dell’opera si è proseguito con un estratto dei riferimenti essenziali di geometria descrittiva, per capire le tecniche di costruzione prospettiche usate sia nell’antichità sia nei giorni nostri. Questo studio ha permesso di comprendere molti aspetti tecnici di costruzione che probabilmente sono stati applicati nella realizzazione del finto coro, affiancato e confrontato in seguito alla ricerca tecnica sulla prospettiva nelle opere che sono venute prima e dopo. Quest’opera eccezionale ha nel corso dei secoli creato delle linee guida a cui i successivi artisti e architetti si sono affidati: infatti troviamo numerosi esempi, come la Trinità di Masaccio o la Sacra Conversazione di Piero della Francesca, in cui si possono riscontrare delle caratteristiche comuni. Nella conclusione di questo lavoro di ricerca, si è cercato di confrontare la prospettiva storica con la sua interpretazione contemporanea, prendendo in considerazione alcuni esempi di distorsione ed elaborazione dello spazio delle opere odierne. Si può sostenere che Bramante sia stato il primo a sfruttare in modo concreto tutte le caretteristiche della prospettiva, nella creazione di uno spazio illusorio. E’ un eredità che è stata tramandata nel tempo fino ai giorni nostri, in cui la prospettiva è ancora un elemento fondamentale per creare giochi illusionistici sia in architettura sia in arte.

Il gioco illusorio dello spazio : dalla prospettiva del finto coro di Santa Maria presso San Satiro alle magie ottiche delle espressioni contemporanee

GRECCHI, GIOIA
2013/2014

Abstract

Il filo conduttore della tesi nasce dall’esigenza di sviluppare una ricerca tecnico-artistica delle implicazioni grafiche sulla prospettiva attraverso l’utilizzo fatto della stessa da vari artisti, dall’epoca rinascimentale per arrivare sino ai giorni nostri, attraverso sperimentazioni, anche ardite, quale ad esempio quella del finto coro della chiesa di S. Maria presso S. Satiro, opera del Bramante. In questa particolare soluzione, sicuramente originale e molto innovativa rispetto allo status quo, si concretizza il concetto di spazio prospettico illusorio che verte sulle potenzialità della tecnica prospettica sia nell’architettura sia nella pittura. Si parte analizzando nel dettaglio tutti gli aspetti tecnici della prospettiva, attraverso le intuizioni, i limiti, l’evoluzione nell’arte, per poi fare un percorso che attraversa gli anni del Quattrocento e del Cinquecento, con una selezione delle opere più significative di prospettiva prima e dopo il finto coro del Bramante. Oltre alla tecnica dell’illusione dello spazio attraverso una prospettiva centrale, vengono analizzate altre applicazioni di illusione ottica quali la quadratura e il trompe d’oeil per poter dare un quadro più ampio di quello che è la deformazione dello spazio in modo fittizio. Grazie al progetto di ricerca, finanziato dal Ministero, PRIN 2010/2011, che ha come coordinatrice dell’unità di ricerca del Politecnico di Milano la professoressa Michela Rossi e come coordinatore nazionale Riccardo Migliari, è stato possibile avere a disposizione il rilievo della chiesa di San Satiro realizzato con il laser scanner, coordinato dalla Compagnia delle Misure di Castellarano, Reggio Emilia. Questo rilievo ha portato alla creazione di un modello 3D caratterizzato da una nuovla di punti, la cui rielaborazione è stata curata da Giorgio Buratti. Grazie a questo materiale è stato possibile fare un lavoro di ricerca e studio che si focalizza soprattutto sull’analisi tecnica della prospettiva del finto coro della chiesa di Santa Maria presso San Satiro. Attraverso un lungo percorso di analisi di quello che era la figura di Bramante e delle sue conoscenze prospettiche, si è giunti a una riflessione sulla sua opera milanese. La ricerca delle caratteristiche architettoniche e lo studio dei restauri che sono stati fatti nel corso dei secoli, hanno permesso di capire come la chiesa fosse alle sue origini e il motivo della scelta di Bramante di utilizzare un effetto ottico così importante. Il rilievo fatto con il laser scanner ha aiutato a perfezionare la ricerca e a stabilire il punto di vista, oggetto di numerosi studi. Dall’analisi sul rilievo dell’opera si è proseguito con un estratto dei riferimenti essenziali di geometria descrittiva, per capire le tecniche di costruzione prospettiche usate sia nell’antichità sia nei giorni nostri. Questo studio ha permesso di comprendere molti aspetti tecnici di costruzione che probabilmente sono stati applicati nella realizzazione del finto coro, affiancato e confrontato in seguito alla ricerca tecnica sulla prospettiva nelle opere che sono venute prima e dopo. Quest’opera eccezionale ha nel corso dei secoli creato delle linee guida a cui i successivi artisti e architetti si sono affidati: infatti troviamo numerosi esempi, come la Trinità di Masaccio o la Sacra Conversazione di Piero della Francesca, in cui si possono riscontrare delle caratteristiche comuni. Nella conclusione di questo lavoro di ricerca, si è cercato di confrontare la prospettiva storica con la sua interpretazione contemporanea, prendendo in considerazione alcuni esempi di distorsione ed elaborazione dello spazio delle opere odierne. Si può sostenere che Bramante sia stato il primo a sfruttare in modo concreto tutte le caretteristiche della prospettiva, nella creazione di uno spazio illusorio. E’ un eredità che è stata tramandata nel tempo fino ai giorni nostri, in cui la prospettiva è ancora un elemento fondamentale per creare giochi illusionistici sia in architettura sia in arte.
ARC III - Scuola del Design
28-apr-2015
2013/2014
Tesi di laurea Magistrale
File allegati
File Dimensione Formato  
2015_04_Grecchi.pdf

non accessibile

Descrizione: Testo della tesi + tavole progetto
Dimensione 38 MB
Formato Adobe PDF
38 MB Adobe PDF   Visualizza/Apri

I documenti in POLITesi sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/105982