Il futuro dell’economia e della società in cui viviamo è sempre più influenzato dalla creatività, dalla capacità di produrre idee, conoscenze, innovazione. La novità rispetto al passato è che sempre più imprese e progetti si nutrono delle facoltà creative delle persone, della loro capacità di individuare e risolvere problemi di natura complessa. Questi cambiamenti stanno trasformando non solo le nostre economie e la nostra società, ma anche la nostra vita, i nostri gusti e le nostre preferenze e sta modificando anche la geografia della competizione globale e locale, la conformazione delle nostre città e delle nostre regioni. L’obiettivo principale del progetto è quello di indagare i processi di generazione di cluster creativi, nell’ambito della rigenerazione dei luoghi dell’abbandono, per poter dar vita alla CreAttiva Val Nure. Il modello è quello di uno spazio dove i giovani possono produrre lavoro ed occupazioni e queste nuove funzioni d’uso sono legate alle start up culturali e sociali, ad attività lavorative quali il co-working, hub, fab lab, incubatori ed acceleratori di idee e/o di impresa, officine di co-working ecc. La struttura organizzativa di queste start up è a RETE molto semplificata, con pochi livelli gerarchici e capi intermedi. Si sviluppa una “economia del co” ( o we economy) che porta gli attori alla cooperazione creativa a formare dei team, alla coogenerazione di opportunità e di lavoro, condivisione di informazioni , risultati, strumenti. Queste nuove start up creative, si presentano quindi non come soggetti isolati, ma come attori di un sistema di relazioni articolato, intenzionalmente disegnato ed orientato alla produzione. La funzione imprenditoriale si gioca nel ruolo di nodo e di manutentore di relazioni della rete. La creazione di una rete consente alle iniziative culturali di non vivere solo all’interno del proprio spazio, ma di aprirsi al tessuto sociale, umano, economico del territorio, per poi uscire da esso (Glocal). La tessitura di questa rete a livello locale e globale da valore al progetto ancora prima di andare ad analizzare l’aspetto puramente artistico, mettendo in atto una produzione strategica del territorio.

CreAttiva Val Nure, Rigenerazione dei luoghi abbandonati: il caso delle fornaci.

GIRARDELLO, LUISA;BOCCHI, BEATRICE
2013/2014

Abstract

Il futuro dell’economia e della società in cui viviamo è sempre più influenzato dalla creatività, dalla capacità di produrre idee, conoscenze, innovazione. La novità rispetto al passato è che sempre più imprese e progetti si nutrono delle facoltà creative delle persone, della loro capacità di individuare e risolvere problemi di natura complessa. Questi cambiamenti stanno trasformando non solo le nostre economie e la nostra società, ma anche la nostra vita, i nostri gusti e le nostre preferenze e sta modificando anche la geografia della competizione globale e locale, la conformazione delle nostre città e delle nostre regioni. L’obiettivo principale del progetto è quello di indagare i processi di generazione di cluster creativi, nell’ambito della rigenerazione dei luoghi dell’abbandono, per poter dar vita alla CreAttiva Val Nure. Il modello è quello di uno spazio dove i giovani possono produrre lavoro ed occupazioni e queste nuove funzioni d’uso sono legate alle start up culturali e sociali, ad attività lavorative quali il co-working, hub, fab lab, incubatori ed acceleratori di idee e/o di impresa, officine di co-working ecc. La struttura organizzativa di queste start up è a RETE molto semplificata, con pochi livelli gerarchici e capi intermedi. Si sviluppa una “economia del co” ( o we economy) che porta gli attori alla cooperazione creativa a formare dei team, alla coogenerazione di opportunità e di lavoro, condivisione di informazioni , risultati, strumenti. Queste nuove start up creative, si presentano quindi non come soggetti isolati, ma come attori di un sistema di relazioni articolato, intenzionalmente disegnato ed orientato alla produzione. La funzione imprenditoriale si gioca nel ruolo di nodo e di manutentore di relazioni della rete. La creazione di una rete consente alle iniziative culturali di non vivere solo all’interno del proprio spazio, ma di aprirsi al tessuto sociale, umano, economico del territorio, per poi uscire da esso (Glocal). La tessitura di questa rete a livello locale e globale da valore al progetto ancora prima di andare ad analizzare l’aspetto puramente artistico, mettendo in atto una produzione strategica del territorio.
ARC I - Scuola di Architettura e Società
29-apr-2015
2013/2014
Tesi di laurea Magistrale
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/106162