Officina 107. Riconversione funzionale, da destinazione industriale ad artistico-culturale

L’edificio oggetto d’intervento è sito nella via storica del quartiere Bonfadini-Taliedo della Zona 4 di Milano, Via Romualdo Bonfadini e, realizzato negli anni ’60 con destinazione funzionale di garage pubblico, risulta ora in condizioni di ammaloramento. L’idea progettuale prende spunto dall’opportunità di utilizzare la pluralità di connessioni che collegano l’edificio con il resto della città per rendere la struttura usufruibile, non solo a scala rionale, ma anche urbana, orientandosi verso un ambiente polifunzionale che si allontani dallo stereotipo delle tipologie chiuse e proponga il concetto di aggregazione tipologica: la Biblioteca prevalentemente rivolta al quartiere, l’Accademia di Arti Visive ad un bacino d’utenza a scala urbana. L’edificio preso in esame è caratterizzato da una struttura voltata costituita da due sistemi a tre volte, collocati ad altezze differenti, connessi tra di loro da un corpo centrale a copertura piana, sviluppato in altezza, che pur contrastando l’orizzontalità dell’edificio, lo identifica diventando un elemento di riconoscibilità. L’approccio progettuale ha assunto come direttiva principale la conservazione del sistema strutturale esistente in cemento differenziando i nuovi interventi con l’utilizzo del ferro e dell’involucro esterno, al quale accorpare nuovi corpi di fabbrica realizzati in cemento a vista bianco e in lamiera grecata microforata. La conformazione interna è caratterizzata da grandi spazi aperti e continui, privi di elementi di separazione, ed entrambe le ali che costituiscono l’edificio sono sviluppate su due livelli e nei piani superiori di calpestio sono state operate delle ampie aperture per creare un collegamento visivo con i piani interrati e per favorire l’ingresso della luce naturale proveniente dagli shed posti sulle volte. Il fulcro del progetto si configura con la presenza di una “passerella”, costituita da travi Vierendeel, che attraversa longitudinalmente l’edificio, connettendolo con i due volumi esterni, e ponendosi come elemento d’interruzione del sistema continuo delle volte. All’interno della torre questo percorso si riconfigura in un sistema di rampe che si snodano, distribuendo i vari livelli.