The project is the redevelopment of the former industrial area Gajum. This complex is located near Lake Segrino, near Canzo (CO), within the confines of the well-known landscape of the Larian Triangle. It, now decommissioned, has encouraged many reflections about the most appropriate way to act on an architectural inserted in a non-urban contest. In fact, the ex industrial complex is nestled in a scenic reality that has already meaningful quality by merit of perfect balances defined by the nature. Through the observation of the entire territory from the shores detailed inside the two branches of Lake Como, through the analysis of infrastructures that mark it and flows of people who involging it, especially for tourism, we decided to propose a theme that has a particular entity and that is implemented with the perfect coincidence between the form and the primary function of the project: the connection. In fact, we have identified two territorial systems that surround the vast area around the project. This area is understood as the space that extends from Canzo to the village of Eupilio, and it is rated as the space in that, whatever type of intervention, would has greater influence. We found that, despite the identity of the little populated place, the road and rail links between the territory adjacent to the lake and the village of Canzo are well connected but those feet are less structured and almost absent. We think this is the main, if not only, lack of this context; so we decided to use the existing and extensive built for the enhancement of necessary walking and cycling routes. These steps, in fact, lack of parking spaces and aggregation at the expense of usability of the place of greatest quality. Strengthening the east and west margins of the productive core of the old factory, expanding or compressing the gaps around it and some natural rises geometrically external close to it, the space conveys the flows of people who enjoy the surrounding of Segrino, and who longitudinally run through the valley. So, a flexible environment and equipped is formed, in which timely and dispersed architectural elements and furniture fixed and mobile, cultural and recreational activities are triggered, the trends are slowing down and stopping shorter or longer are recommended. Finally new opportunities for sharing and exchange are activated in this place, support activities to those strictly related to the characteristic and lush landscaping.

Il progetto parte come riqualificazione dell’ex area industriale Gajum. Collocato nei pressi del Lago del Segrino, alle porte di Canzo (CO), entro i confini del ben noto paesaggio del Triangolo Lariano, questo complesso, ormai dismesso, ha favorito ampie riflessioni su come sia più opportuno intervenire su un architettonico inserito in un contesto esterno a quello urbano – pur se assimila il riverbero dei percorsi del vicino paese – ed immerso in una realtà paesaggistica già pregnante di qualità senza scomporre gli equilibri ivi definiti dalla stessa natura. Dall’osservazione di tutto il territorio circostanziato dalle sponde interne dei due rami del Lago di Como, dall’analisi delle infrastrutture viarie che lo segnano e dei flussi di persone che, soprattutto a scopi turistici, lo coinvolgono, si è giunti a proporre un tema di particolare entità che vede attuazione con il perfetto coincidere della forma e della primaria funzione del progetto: la connessione. Si sono, di fatti, individuati due sistemi territoriali che sotto delimitano l’immediato e vasto intorno all’area di progetto, inteso come lo spazio che si estende dalla stessa Canzo a Nord, al borgo di Eupilio a Sud, e valutato come quello su cui, per distanze, qualsivoglia tipo di intervento avrebbe avuto influenza maggiore. Abbiamo riscontrato come, malgrado l’identità poco antropizzata del luogo, se ben stabiliti i collegamenti su gomma e rotaia tra il territorio subito attiguo al Lago e il paese di Canzo, che attraversano la vallata in cui è l’ex comparto industriale, meno strutturati sono quelli a piedi. Notando questa, come la principale, se non unica, carenza in tale contesto, si è deciso di servirsi dell’esistente e vasto edificato per favorire la valorizzazione necessaria dei percorsi pedonali e ciclabili che, anche quando già a tratti presenti, mancano di spazi di sosta e di aggregazione a discapito di una fruibilità del luogo di maggior qualità. Rafforzando i margini Est ed Ovest del nucleo produttivo della vecchia fabbrica, ampliando o comprimendo i vuoti ad esso circostanti e geometrizzando alcuni dislivelli naturali esterni ad esso prossimi, si fa in modo che lo spazio voltato convogli in sé i flussi di persone che fruiscono l’intorno del Segrino, e che percorrono la vallata in senso longitudinale. Si determina un ambiente flessibile e attrezzato, in cui puntuali e dislocati elementi architettonici e di arredo fissi e mobili, innescano attività di natura culturale e ricreativa, rallentano così gli andamenti suggerendo soste più o meno lunghe, e quindi attivano nel luogo nuove opportunità di condivisione e di scambio, di supporto a quelle prettamente legate al caratteristico e lussureggiante paesaggio.

Sosta, cultura e formazione. Un luogo per l'incontro. Nuovo disegno dell’area intorno all’ex stabilimento Gajum a Canzo. Progetto di un sistema di spazi per il vivere collettivo

LAVEZZARI, MARTA;LATORRACA, LUCILLA;BON, STEFANO
2013/2014

Abstract

The project is the redevelopment of the former industrial area Gajum. This complex is located near Lake Segrino, near Canzo (CO), within the confines of the well-known landscape of the Larian Triangle. It, now decommissioned, has encouraged many reflections about the most appropriate way to act on an architectural inserted in a non-urban contest. In fact, the ex industrial complex is nestled in a scenic reality that has already meaningful quality by merit of perfect balances defined by the nature. Through the observation of the entire territory from the shores detailed inside the two branches of Lake Como, through the analysis of infrastructures that mark it and flows of people who involging it, especially for tourism, we decided to propose a theme that has a particular entity and that is implemented with the perfect coincidence between the form and the primary function of the project: the connection. In fact, we have identified two territorial systems that surround the vast area around the project. This area is understood as the space that extends from Canzo to the village of Eupilio, and it is rated as the space in that, whatever type of intervention, would has greater influence. We found that, despite the identity of the little populated place, the road and rail links between the territory adjacent to the lake and the village of Canzo are well connected but those feet are less structured and almost absent. We think this is the main, if not only, lack of this context; so we decided to use the existing and extensive built for the enhancement of necessary walking and cycling routes. These steps, in fact, lack of parking spaces and aggregation at the expense of usability of the place of greatest quality. Strengthening the east and west margins of the productive core of the old factory, expanding or compressing the gaps around it and some natural rises geometrically external close to it, the space conveys the flows of people who enjoy the surrounding of Segrino, and who longitudinally run through the valley. So, a flexible environment and equipped is formed, in which timely and dispersed architectural elements and furniture fixed and mobile, cultural and recreational activities are triggered, the trends are slowing down and stopping shorter or longer are recommended. Finally new opportunities for sharing and exchange are activated in this place, support activities to those strictly related to the characteristic and lush landscaping.
DONDI, LAVINIA
ARC II - Scuola di Architettura Civile
28-apr-2015
2013/2014
Il progetto parte come riqualificazione dell’ex area industriale Gajum. Collocato nei pressi del Lago del Segrino, alle porte di Canzo (CO), entro i confini del ben noto paesaggio del Triangolo Lariano, questo complesso, ormai dismesso, ha favorito ampie riflessioni su come sia più opportuno intervenire su un architettonico inserito in un contesto esterno a quello urbano – pur se assimila il riverbero dei percorsi del vicino paese – ed immerso in una realtà paesaggistica già pregnante di qualità senza scomporre gli equilibri ivi definiti dalla stessa natura. Dall’osservazione di tutto il territorio circostanziato dalle sponde interne dei due rami del Lago di Como, dall’analisi delle infrastrutture viarie che lo segnano e dei flussi di persone che, soprattutto a scopi turistici, lo coinvolgono, si è giunti a proporre un tema di particolare entità che vede attuazione con il perfetto coincidere della forma e della primaria funzione del progetto: la connessione. Si sono, di fatti, individuati due sistemi territoriali che sotto delimitano l’immediato e vasto intorno all’area di progetto, inteso come lo spazio che si estende dalla stessa Canzo a Nord, al borgo di Eupilio a Sud, e valutato come quello su cui, per distanze, qualsivoglia tipo di intervento avrebbe avuto influenza maggiore. Abbiamo riscontrato come, malgrado l’identità poco antropizzata del luogo, se ben stabiliti i collegamenti su gomma e rotaia tra il territorio subito attiguo al Lago e il paese di Canzo, che attraversano la vallata in cui è l’ex comparto industriale, meno strutturati sono quelli a piedi. Notando questa, come la principale, se non unica, carenza in tale contesto, si è deciso di servirsi dell’esistente e vasto edificato per favorire la valorizzazione necessaria dei percorsi pedonali e ciclabili che, anche quando già a tratti presenti, mancano di spazi di sosta e di aggregazione a discapito di una fruibilità del luogo di maggior qualità. Rafforzando i margini Est ed Ovest del nucleo produttivo della vecchia fabbrica, ampliando o comprimendo i vuoti ad esso circostanti e geometrizzando alcuni dislivelli naturali esterni ad esso prossimi, si fa in modo che lo spazio voltato convogli in sé i flussi di persone che fruiscono l’intorno del Segrino, e che percorrono la vallata in senso longitudinale. Si determina un ambiente flessibile e attrezzato, in cui puntuali e dislocati elementi architettonici e di arredo fissi e mobili, innescano attività di natura culturale e ricreativa, rallentano così gli andamenti suggerendo soste più o meno lunghe, e quindi attivano nel luogo nuove opportunità di condivisione e di scambio, di supporto a quelle prettamente legate al caratteristico e lussureggiante paesaggio.
Tesi di laurea Magistrale
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/106383