Manhattanville urban campus. Espansione della Columbia University a New York : un dialogo tra l'università e la città

Tema di progetto è l’espansione della Columbia University nel quartiere di Harlem, a Manhattanville. Si tratta di un’area indubbiamente complessa, nota alla storia per il glorioso rinascimento nero e per l’origine del jazz, e conosciuta oggi invece per il disagio sociale, gli episodi di emarginazione e criminalità. Obiettivo principale: cercare una sempre più stretta integrazione fra la comunità accademica e quella del quartiere limitrofo, un dialogo tra università e città. Ed è proprio nella complessità e nella natura specifica della città di New York che si sono andati ricercando quei dispositivi urbani in grado di organizzare e costruire questo nuovo campus, che per articolazione e dimensioni viene a configurarsi come un vero e proprio brano di città. La struttura fondamentale su cui si lavora è quella dell’isolato. Estruso nella sua interezza, esso si configura come l’urban layer, un basamento solido e permeabile, saldamente ancorato al suolo, del quale asseconda l’andamento discendente. Un vero e proprio incubatore di tutte quelle funzioni pubbliche (auditorium, caffetterie, sale espositive e negozi) capaci di catalizzare e attrarre la cittadinanza. Al di sopra di esso, distinto ma non separato, il layer dell’università. E’ qui che la compattezza dell’isolato viene frantumata in una molteplicità di singoli corpi edilizi, intervallati da giardini e spazi aperti. Entrambi i layer vengono organizzati a partire da quello che è il vero ed essenziale spazio pubblico di New York: la street, cuore pulsante della socialità, della vita, dell’incontro e della condivisione. Ma se nel basamento la strada è tutta interna all’edificio, alla quota universitaria essa viene riportata all’aperto, trasformando così l’interno in un esterno, costruendo fronti urbani, e lavorando sui temi della densità e della tensione verticale propri del sentirsi dentro New York. Tutti gli isolati del campus gravitano attorno ad un grande parco pubblico che, posto in asse con la preesistenza dello Studebaker si spinge fino al waterfront, recuperando così un rapporto diretto con l’acqua.