La scelta della proposta di un nuovo sistema d’ingresso alle Latomie dei Cappuccini di Siracusa, nasce dall’attenta lettura della storia urbana della città e in particolare dalla rielaborazione delle informazioni relative alla storia delle latomie, tutto ciò è stato fondamentale nella traduzione delle intenzioni in progetto. Le latomie dei Cappuccini si trovano alla fine di un sistema di architetture costruite in un forte rapporto con la balza, il rilievo ileo che caratterizza la parte a nord della città di Siracusa; sono cave, ma con la qualità dell’architettura, l’intervento si relaziona con esse andando a creare una sequenza di spazi che fungono da nuovo ingresso al sistema. Dalla complessità del sito, i segni che han dato vita a parti fondamentali della città, emergono a testimonianza di momenti trascorsi della storia della città, capaci di evocare antichi valori e qualità spaziali di cui il progetto intente riappropriarsi, restituendoli alla realtà contemporanea. Partendo dallo stato di fatto dell’area si è tenuto conto del lavoro di ricerca del laboratorio svolto negli ultimi anni, l’idea che il convento dei cappuccini possa far parte di una pianta più ampia, una pianta dove è presente un secondo grande chiostro, costruito secondo la regola dettata da una griglia compositiva generata dagli allineamenti con gli elementi del contesto. Il progetto si inserisce all’interno di questa idea, se il convento si relaziona anteponendo la propria regola a quella delle latomie, anche il nuovo intervento lo fa, seguendo la griglia e andandosi ad inserire dentro la latomia, in un rinnovato rapporto tra antico e nuovo, lontano dal mero restauro in un intervento architettonico contemporaneo capace di inserirsi all’interno di un contesto antico. L’intervento si pone, al limite tra due aree diverse della città di natura e periodi differenti, l’una con una storia che parte dal periodo classico e arriva fino ai piani urbanistici di inizio novecento, l’altra figlia dell’edilizia della seconda metà del XX secolo. Il tema dell’ingresso alla latomia dei cappuccini viene arricchito da altri elementi presenti nel luogo: l’attraversamento di una strada carrabile, il repentino cambio di quota dell’intorno e la vista verso latomie e mare. Il progetto cerca di convivere con tutti questi elementi e si pone come soluzione al problema dell’attuale ingresso alle latomie, che risulta essere debole e poco accessibile. La prima parte dell’intervento si relaziona con la città, con la creazione di uno spazio pubblico che consente la discesa ad una quota inferiore portando all’ingresso dell’edificio. Questo si sviluppa in lunghezza per diversi metri, passando sotto la strada e concludendosi con una scala che, oltre a consentire l’accesso alle latomie, permette la vista verso il convento e li mare. L’edificio, come un blocco di pietra si incastra dentro la latomia, sotto la strada, inserendosi dentro la città; l’involucro, elemento cardine del progetto, viene arricchito con l’inserimento di spazi espositivi, l’idea è quella di rendere la discesa suggestiva in un percorso pieno di elementi evocativi.

Siracusa : il nuovo accesso alle Latomie dei Cappuccini

MANDAGLIO, MICHELE;GARAU, MICHELA;LUALDI, VALERIA
2013/2014

Abstract

La scelta della proposta di un nuovo sistema d’ingresso alle Latomie dei Cappuccini di Siracusa, nasce dall’attenta lettura della storia urbana della città e in particolare dalla rielaborazione delle informazioni relative alla storia delle latomie, tutto ciò è stato fondamentale nella traduzione delle intenzioni in progetto. Le latomie dei Cappuccini si trovano alla fine di un sistema di architetture costruite in un forte rapporto con la balza, il rilievo ileo che caratterizza la parte a nord della città di Siracusa; sono cave, ma con la qualità dell’architettura, l’intervento si relaziona con esse andando a creare una sequenza di spazi che fungono da nuovo ingresso al sistema. Dalla complessità del sito, i segni che han dato vita a parti fondamentali della città, emergono a testimonianza di momenti trascorsi della storia della città, capaci di evocare antichi valori e qualità spaziali di cui il progetto intente riappropriarsi, restituendoli alla realtà contemporanea. Partendo dallo stato di fatto dell’area si è tenuto conto del lavoro di ricerca del laboratorio svolto negli ultimi anni, l’idea che il convento dei cappuccini possa far parte di una pianta più ampia, una pianta dove è presente un secondo grande chiostro, costruito secondo la regola dettata da una griglia compositiva generata dagli allineamenti con gli elementi del contesto. Il progetto si inserisce all’interno di questa idea, se il convento si relaziona anteponendo la propria regola a quella delle latomie, anche il nuovo intervento lo fa, seguendo la griglia e andandosi ad inserire dentro la latomia, in un rinnovato rapporto tra antico e nuovo, lontano dal mero restauro in un intervento architettonico contemporaneo capace di inserirsi all’interno di un contesto antico. L’intervento si pone, al limite tra due aree diverse della città di natura e periodi differenti, l’una con una storia che parte dal periodo classico e arriva fino ai piani urbanistici di inizio novecento, l’altra figlia dell’edilizia della seconda metà del XX secolo. Il tema dell’ingresso alla latomia dei cappuccini viene arricchito da altri elementi presenti nel luogo: l’attraversamento di una strada carrabile, il repentino cambio di quota dell’intorno e la vista verso latomie e mare. Il progetto cerca di convivere con tutti questi elementi e si pone come soluzione al problema dell’attuale ingresso alle latomie, che risulta essere debole e poco accessibile. La prima parte dell’intervento si relaziona con la città, con la creazione di uno spazio pubblico che consente la discesa ad una quota inferiore portando all’ingresso dell’edificio. Questo si sviluppa in lunghezza per diversi metri, passando sotto la strada e concludendosi con una scala che, oltre a consentire l’accesso alle latomie, permette la vista verso il convento e li mare. L’edificio, come un blocco di pietra si incastra dentro la latomia, sotto la strada, inserendosi dentro la città; l’involucro, elemento cardine del progetto, viene arricchito con l’inserimento di spazi espositivi, l’idea è quella di rendere la discesa suggestiva in un percorso pieno di elementi evocativi.
SORTINO, GIANLUCA
TOLVE, VALERIO
ARC II - Scuola di Architettura Civile
28-apr-2015
2013/2014
Tesi di laurea Magistrale
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/106501