Verso la Valle di Tempe. Nuovi spazi espositivi per Villa Adriana

Il nostro progetto vuole inserirsi in uno dei più significativi fatti architettonici della storia: la Villa di Adriano a Tivoli, un’architettura sospesa tra suolo e cielo. La parte della villa sulla quale ci siamo concentrati, occupandoci di indagare il rapporto che esiste tra l’architettura ed il suolo, è quella che guarda verso Tivoli, rivolta a Nord-Ovest, che deve il suo nome al topos letterario diventato sinonimo di locus amoenus, la Valle di Tempe, Tessaglia, Grecia. In questo contesto si inserisce il nostro progetto, con la volontà di indagare il suolo laddove le sostruzioni, che un tempo ne definivano chiaramente i confini, oggi i crolli, hanno generato nuove possibilità di interpretazione e di restituzione dell’antica immagine. Cosi nel lato che definisce l’affaccio al Tempio di Venere Cnidia il nostro progetto, mediante una rampa che si adagia al suolo, fa conquistare la quota della Terrazza ridefininendone così il bordo e chiarendo le relazioni spaziali che si innestano tra le parti quando, in cima, si giunge alla costruzione, posta leggermente al di sopra del suolo, che si ricollega alla geometria del tempio di Venere Cnidia. Proseguendo verso il Padiglione di Tempe, il muro delle sostruzioni che definivano il bordo della Terrazza Inferiore delle Biblioteche, svela un’ulteriore possibilità di ridefinire i limiti tra le due terrazze a differenti quote, dando in questo caso l’occasione all’architettura di insediarsi sulla roccia di Tufo e generare degli “spazi grotte” che si rifanno al modo di costruire dei romani delle sostruzioni.