From the beginning of the Twentieth century, reinforced concrete had a widespread diffusion in the interventions of anastylosis of monuments in archaeological sites, because of its capability of giving a new equilibrium to the reassembled ancient stones. The use of reinforced concrete in such interventions has produced a broad scenario of “hybrid” monuments, i.e. "mixed structures", whose stability is guaranteed by the presence and interaction between ancient and modern materials and construction techniques. The research focused on the main issues related to the preservation of this particular built heritage and investigated the historic and cultural values that we can recognize to the ruins re-erected with the use of reinforced concrete, the possibilities and limits of understanding their actual structural behavior and a possible approach in evaluating their structural safety. Historical and current literature and in-situ inspections provided a picture of the widespread use of reinforced concrete in archaeological areas; references to the excavation campaigns and restoration works by Italian Archaeological Missions allowed interesting comparisons. Then a case study has been chosen in order to focus on a specific "mixed structure", deepening and interlacing different disciplinary approaches: that is the Temple of Pythian Apollo at the Acropolis of Rhodes, partially re-erected between 1938 and 1940, where reinforced concrete has been extensively used and decay processes affecting materials and structural components has been observed. In light of the outcomes of the research, the importance of opting for the conservation of mixed structures as a document of our recent past is affirmed, when it is still possible. At the same time, information from site surveys and archival records, even compared to previous investigations and studies, highlighted the difficulty to describe realistically the behavior of the considered structure drawing upon the current models offered by the Building Science. In order to hold together objectives of conservation and structural safety, a proposal of a new specific approach is outlined in referring particularly to archaeological heritage areas and their "mixed structures".

Dagli inizi del Novecento, il calcestruzzo armato ebbe un'ampia diffusione negli interventi di anastilosi di edifici presso le aree archeologiche, grazie alla sua capacità di restituire un nuovo equilibrio agli elementi lapidei ricomposti. L'uso del calcestruzzo armato in questi interventi ha prodotto un vasto scenario di costruzioni "ibride", ovvero "strutture miste", la cui stabilità dipende dalla presenza ed interazione tra materiali e tecniche costruttive antiche e moderne. La ricerca si è focalizzata sulle principali questioni correlate alla conservazione di questo particolare patrimonio costruito, investigando i valori storici e culturali che si possono associare alle rovine ricomposte con il mezzo moderno, le possibilità ed i limiti nella comprensione dell'attuale comportamento strutturale ed un possibile approccio alla valutazione della loro sicurezza. La ricerca bibliografica ed i sopralluoghi hanno restituito un quadro dell'impiego del calcestruzzo armato presso le aree archeologiche, con particolare riferimento alle campagne di scavo e di restauro delle Missioni archeologiche italiane, che hanno permesso interessanti confronti. Infine, la ricerca si è concentrata su un caso di studio, una "struttura mista", per approfondirne la conoscenza mettendo a sistema differenti contributi disciplinari: il Tempio di Apollo Pizio all'Acropoli di Rodi, parzialmente ricomposto tra 1938 e 1940, dove il calcestruzzo armato aveva trovato largo impiego e dove sono stati osservati processi di degrado a carico dei materiali e delle componenti strutturali. In riferimento agli esiti della ricerca, si afferma l'importanza della conservazione delle strutture miste come un documento materiale del recente passato, quando ancora possibile. Al contempo, le informazioni dedotte dai rilievi in situ e dalla ricerca archivistica, comparate con precedenti indagini e studi sulla costruzione, hanno evidenziato la difficoltà nel descrivere realisticamente il comportamento della struttura considerata facendo riferimento ai modelli della Scienza delle Costruzioni correntemente in uso. Al fine di mediare tra gli obiettivi della conservazione e della sicurezza strutturale, si delinea un nuovo specifico approccio alla valutazione della sicurezza delle aree archeologiche e delle loro "strutture miste".

Comportamento e durabilità delle "strutture miste" in area archeologica. Il Tempio di Apollo Pizio all'Acropoli di Rodi

FAIN, ELISA

Abstract

From the beginning of the Twentieth century, reinforced concrete had a widespread diffusion in the interventions of anastylosis of monuments in archaeological sites, because of its capability of giving a new equilibrium to the reassembled ancient stones. The use of reinforced concrete in such interventions has produced a broad scenario of “hybrid” monuments, i.e. "mixed structures", whose stability is guaranteed by the presence and interaction between ancient and modern materials and construction techniques. The research focused on the main issues related to the preservation of this particular built heritage and investigated the historic and cultural values that we can recognize to the ruins re-erected with the use of reinforced concrete, the possibilities and limits of understanding their actual structural behavior and a possible approach in evaluating their structural safety. Historical and current literature and in-situ inspections provided a picture of the widespread use of reinforced concrete in archaeological areas; references to the excavation campaigns and restoration works by Italian Archaeological Missions allowed interesting comparisons. Then a case study has been chosen in order to focus on a specific "mixed structure", deepening and interlacing different disciplinary approaches: that is the Temple of Pythian Apollo at the Acropolis of Rhodes, partially re-erected between 1938 and 1940, where reinforced concrete has been extensively used and decay processes affecting materials and structural components has been observed. In light of the outcomes of the research, the importance of opting for the conservation of mixed structures as a document of our recent past is affirmed, when it is still possible. At the same time, information from site surveys and archival records, even compared to previous investigations and studies, highlighted the difficulty to describe realistically the behavior of the considered structure drawing upon the current models offered by the Building Science. In order to hold together objectives of conservation and structural safety, a proposal of a new specific approach is outlined in referring particularly to archaeological heritage areas and their "mixed structures".
DI BIASE, CAROLINA
FACCIO, PAOLO
26-giu-2015
Behavior and durability of "mixed structures" in archaeological area. The Temple of Pythian Apollo at the Acropolis of Rhodes
Dagli inizi del Novecento, il calcestruzzo armato ebbe un'ampia diffusione negli interventi di anastilosi di edifici presso le aree archeologiche, grazie alla sua capacità di restituire un nuovo equilibrio agli elementi lapidei ricomposti. L'uso del calcestruzzo armato in questi interventi ha prodotto un vasto scenario di costruzioni "ibride", ovvero "strutture miste", la cui stabilità dipende dalla presenza ed interazione tra materiali e tecniche costruttive antiche e moderne. La ricerca si è focalizzata sulle principali questioni correlate alla conservazione di questo particolare patrimonio costruito, investigando i valori storici e culturali che si possono associare alle rovine ricomposte con il mezzo moderno, le possibilità ed i limiti nella comprensione dell'attuale comportamento strutturale ed un possibile approccio alla valutazione della loro sicurezza. La ricerca bibliografica ed i sopralluoghi hanno restituito un quadro dell'impiego del calcestruzzo armato presso le aree archeologiche, con particolare riferimento alle campagne di scavo e di restauro delle Missioni archeologiche italiane, che hanno permesso interessanti confronti. Infine, la ricerca si è concentrata su un caso di studio, una "struttura mista", per approfondirne la conoscenza mettendo a sistema differenti contributi disciplinari: il Tempio di Apollo Pizio all'Acropoli di Rodi, parzialmente ricomposto tra 1938 e 1940, dove il calcestruzzo armato aveva trovato largo impiego e dove sono stati osservati processi di degrado a carico dei materiali e delle componenti strutturali. In riferimento agli esiti della ricerca, si afferma l'importanza della conservazione delle strutture miste come un documento materiale del recente passato, quando ancora possibile. Al contempo, le informazioni dedotte dai rilievi in situ e dalla ricerca archivistica, comparate con precedenti indagini e studi sulla costruzione, hanno evidenziato la difficoltà nel descrivere realisticamente il comportamento della struttura considerata facendo riferimento ai modelli della Scienza delle Costruzioni correntemente in uso. Al fine di mediare tra gli obiettivi della conservazione e della sicurezza strutturale, si delinea un nuovo specifico approccio alla valutazione della sicurezza delle aree archeologiche e delle loro "strutture miste".
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