In questa tesi è stato compiuto un percorso che si snoda attraverso il confronto tra le normative aeroportuali vigenti e quelle che entreranno in vigore nel prossimo futuro, e che ha come conclusione l'analisi della situazione aeroportuale italiana. Lo studio effettuato ha come argomento cardine le aree di sicurezza delle piste. Dal punto di vista normativo si è proceduto con il confronto tra ICAO ed EASA, facendo riferimento a FAA, in quanto la normativa dell'ente europeo sfrutta gli studi e le idee sviluppate da quello americano. In breve ICAO richiede una lunghezza minima di RESA pari a 90 m per gli aeroporti esistenti, consiglia 120 m per piste di classe 1-2 e 240 m per piste di classe 3-4, mentre per i nuovi aeroporti tali dimensioni sono obbligatorie. EASA, oltre alle medesime specifiche, introduce come alternativa equivalente l'installazione di sistemi d'arresto EMAS. Una volta chiariti i requisiti che un aeroporto deve soddisfare, si è analizzato lo stato di fatto degli aeroporti commerciali italiani, in particolare le caratteristiche geometriche. L'ampliamento delle RESA delle piste aeroportuali, nello specifico la loro estensione in lunghezza, non è una questione facilmente risolvibile, soprattutto quando gli aeroporti sono limitati dalle caratteristiche territoriali e ambientali, come, ad esempio, corpi idrici, edifici o infrastrutture di trasporto quali strade, autostrade e ferrovie. Per rendere più chiara e completa quest'analisi, sono stati forniti dei dati percentuali, i quali mostrano che circa il 40\% degli aeroporti non ha la possibilità di portare le proprie RESA alle dimensioni consigliate da ICAO. Pertanto, avendo introdotto la nuova alternativa dei letti d'arresto EMAS (normati da FAA e nelle mani dell'unico produttore certificato ESCO), si è pensato di sfruttare tale soluzione per gli aeroporti nei quali un ampliamento di tale area di sicurezza non è realizzabile. Questa valutazione viene presa in considerazione in quanto tali aeroporti hanno comunque la necessità, per condizioni di traffico e sicurezza, di ottimizzare lo spazio a disposizione nel miglior modo possibile, senza tralasciare le valutazioni di aspetto economico.

La normativa aeroportuale in merito alle aree di sicurezza adiacenti alla pista di volo

FURLAN, MICHAEL;BOLIS, LUCA
2014/2015

Abstract

In questa tesi è stato compiuto un percorso che si snoda attraverso il confronto tra le normative aeroportuali vigenti e quelle che entreranno in vigore nel prossimo futuro, e che ha come conclusione l'analisi della situazione aeroportuale italiana. Lo studio effettuato ha come argomento cardine le aree di sicurezza delle piste. Dal punto di vista normativo si è proceduto con il confronto tra ICAO ed EASA, facendo riferimento a FAA, in quanto la normativa dell'ente europeo sfrutta gli studi e le idee sviluppate da quello americano. In breve ICAO richiede una lunghezza minima di RESA pari a 90 m per gli aeroporti esistenti, consiglia 120 m per piste di classe 1-2 e 240 m per piste di classe 3-4, mentre per i nuovi aeroporti tali dimensioni sono obbligatorie. EASA, oltre alle medesime specifiche, introduce come alternativa equivalente l'installazione di sistemi d'arresto EMAS. Una volta chiariti i requisiti che un aeroporto deve soddisfare, si è analizzato lo stato di fatto degli aeroporti commerciali italiani, in particolare le caratteristiche geometriche. L'ampliamento delle RESA delle piste aeroportuali, nello specifico la loro estensione in lunghezza, non è una questione facilmente risolvibile, soprattutto quando gli aeroporti sono limitati dalle caratteristiche territoriali e ambientali, come, ad esempio, corpi idrici, edifici o infrastrutture di trasporto quali strade, autostrade e ferrovie. Per rendere più chiara e completa quest'analisi, sono stati forniti dei dati percentuali, i quali mostrano che circa il 40\% degli aeroporti non ha la possibilità di portare le proprie RESA alle dimensioni consigliate da ICAO. Pertanto, avendo introdotto la nuova alternativa dei letti d'arresto EMAS (normati da FAA e nelle mani dell'unico produttore certificato ESCO), si è pensato di sfruttare tale soluzione per gli aeroporti nei quali un ampliamento di tale area di sicurezza non è realizzabile. Questa valutazione viene presa in considerazione in quanto tali aeroporti hanno comunque la necessità, per condizioni di traffico e sicurezza, di ottimizzare lo spazio a disposizione nel miglior modo possibile, senza tralasciare le valutazioni di aspetto economico.
GIUSTOZZI, FILIPPO
MALVICINI, SARA
ING I - Scuola di Ingegneria Civile, Ambientale e Territoriale
29-apr-2015
2014/2015
Tesi di laurea Magistrale
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