The global factors changing structures and the way of affecting public space, have led to a deconstruction of the traditional vocabulary of city making, incoherent with the social needs expressed by the meaningful changes in progress. The necessity to find valid starting points in order to re-direct the urban paradigm arises. Changes are undergoing and the interpretation of the transforming scenario suggests to create a new, unconventional grammar that arises from the citizens bearing social innovation, which has all the potential to create an original more fitting and efficient urban lexicon. The starting point is observing that the urban background has been transformed within, because of greater global events that lead to unsustainable patterns of development. On one hand, this creates anonymous, discarded and marginal spaces, which have lost their public nature; on the other, collectives of local and active non-public actors emerge, who promote social innovation values and mutual cooperation. The target of this paper is to understand the interaction between two elements, active subject and used space, in terms of the practices of public re-appropriation. Referring to the informal sphere, these practices test the un-expected and produce spaces of comparison and recomposition, public rings that bring quality and cohesion to the space, earning a new meaning through its altered values. Nestled in these re-appropriation practices are opportunities for change, evolving opportunities yet to be guided, capable of creating the new grammar. The aim is to find an alternative approach that is more inclusive and helpful, which contrasts the dominant urban paradigma through the exploration of the features which determine achievements and failures in each singular experience, in a continuos leap between unique and universal, repeatable events and contextual singularity. In this way it is possible to identify the drivers of a parallel path aimed at the creation of public spaces; they direct the paradigm towards the unconventional, they come from the citizens and use the social innovation values as an attempt to reduce the disparity created by the global dynamics. Finally, the re-appropriation experiences represent applications through which the urban destiny may be re-invigorated, opening up towards interdisciplinary activities capable of connecting with the contemporary city and the challenges the city has to offer.

I fattori globali che mutano gli assetti e i modi di agire gli spazi pubblici hanno portato a una decostruzione del vocabolario tradizionale del fare città, non più coerente con le esigenze sociali espresse dai cambiamenti storici in corso. Emerge la necessità di trovare spunti più efficaci per un riorientamento del paradigma urbano. Le tracce di cambiamento sono già in essere e la lettura dello scenario in mutamento suggerisce la costruzione di una nuova grammatica, non convenzionale, insorgente dal basso e portatrice di innovazione sociale, che ha tutte le potenzialità per creare un inedito lessico urbano, adatto ed efficace. Punto di partenza è la constatazione che il contesto urbano si è diversificato al suo interno, a causa dei fenomeni globali che portano a modelli di sviluppo insostenibili. Si creano così, da una parte, spazi anonimi, scartati, marginali negli usi, che hanno perso il carattere collettivo di luogo; dall’altra emergono costellazioni di attori non pubblici, locali e attivi, portatori di istanze partecipative e dei principi di innovazione sociale. Obiettivo del presente lavoro è quello di interpretare le interazioni tra i due elementi, soggetto attivo e spazio praticato, dal punto di vista delle pratiche di ri-appropriazione collettiva. Queste ultime, afferendo al campo dell’informale, sperimentano il non previsto e producono luoghi di ricomposizione e confronto, arene collettive che apportano qualità e coesione allo spazio, che viene risignificato nel suo valore d’uso. E’ in tali storie di ri-appropriazione che si annidano le spore del cambiamento, in corso e da orientare, spore generative di una nuova grammatica. L’intento è quello di cogliere una via alternativa più inclusiva e collaborativa rispetto al paradigma urbano dominante, attraverso l’esplorazione dei caratteri che determinano successi e fallimenti nelle singole esperienze, in un continuo salto tra particolare e universale, elementi ripetibili e specificità contestuali. Si individuano, così, drivers di una strada parallela nella produzione di spazi ad uso collettivo, in quanto orientano il paradigma verso il non convenzionale, provengono dal basso e utilizzano i principi di innovazione sociale come tentativi di riduzione delle disparità prodotte dalle dinamiche globali. Le esperienze di ri-appropriazione si costituiscono dunque come pratiche a partire dalle quali si attiva la possibilità di rilanciare il destino urbano, aprendosi ad orizzonti interdisciplinari in grado di interfacciarsi alla città contemporanea ed alle sfide che pone.

Spore di cambiamento. Storie di ri-appropriazione tra produzione di spazio ad uso collettivo e segnali di innovazione sociale

VISENTIN, ELENA ALESSANDRA
2014/2015

Abstract

The global factors changing structures and the way of affecting public space, have led to a deconstruction of the traditional vocabulary of city making, incoherent with the social needs expressed by the meaningful changes in progress. The necessity to find valid starting points in order to re-direct the urban paradigm arises. Changes are undergoing and the interpretation of the transforming scenario suggests to create a new, unconventional grammar that arises from the citizens bearing social innovation, which has all the potential to create an original more fitting and efficient urban lexicon. The starting point is observing that the urban background has been transformed within, because of greater global events that lead to unsustainable patterns of development. On one hand, this creates anonymous, discarded and marginal spaces, which have lost their public nature; on the other, collectives of local and active non-public actors emerge, who promote social innovation values and mutual cooperation. The target of this paper is to understand the interaction between two elements, active subject and used space, in terms of the practices of public re-appropriation. Referring to the informal sphere, these practices test the un-expected and produce spaces of comparison and recomposition, public rings that bring quality and cohesion to the space, earning a new meaning through its altered values. Nestled in these re-appropriation practices are opportunities for change, evolving opportunities yet to be guided, capable of creating the new grammar. The aim is to find an alternative approach that is more inclusive and helpful, which contrasts the dominant urban paradigma through the exploration of the features which determine achievements and failures in each singular experience, in a continuos leap between unique and universal, repeatable events and contextual singularity. In this way it is possible to identify the drivers of a parallel path aimed at the creation of public spaces; they direct the paradigm towards the unconventional, they come from the citizens and use the social innovation values as an attempt to reduce the disparity created by the global dynamics. Finally, the re-appropriation experiences represent applications through which the urban destiny may be re-invigorated, opening up towards interdisciplinary activities capable of connecting with the contemporary city and the challenges the city has to offer.
GOLDSTEIN BOLOCAN, MATTEO
ARC I - Scuola di Architettura e Società
24-lug-2015
2014/2015
I fattori globali che mutano gli assetti e i modi di agire gli spazi pubblici hanno portato a una decostruzione del vocabolario tradizionale del fare città, non più coerente con le esigenze sociali espresse dai cambiamenti storici in corso. Emerge la necessità di trovare spunti più efficaci per un riorientamento del paradigma urbano. Le tracce di cambiamento sono già in essere e la lettura dello scenario in mutamento suggerisce la costruzione di una nuova grammatica, non convenzionale, insorgente dal basso e portatrice di innovazione sociale, che ha tutte le potenzialità per creare un inedito lessico urbano, adatto ed efficace. Punto di partenza è la constatazione che il contesto urbano si è diversificato al suo interno, a causa dei fenomeni globali che portano a modelli di sviluppo insostenibili. Si creano così, da una parte, spazi anonimi, scartati, marginali negli usi, che hanno perso il carattere collettivo di luogo; dall’altra emergono costellazioni di attori non pubblici, locali e attivi, portatori di istanze partecipative e dei principi di innovazione sociale. Obiettivo del presente lavoro è quello di interpretare le interazioni tra i due elementi, soggetto attivo e spazio praticato, dal punto di vista delle pratiche di ri-appropriazione collettiva. Queste ultime, afferendo al campo dell’informale, sperimentano il non previsto e producono luoghi di ricomposizione e confronto, arene collettive che apportano qualità e coesione allo spazio, che viene risignificato nel suo valore d’uso. E’ in tali storie di ri-appropriazione che si annidano le spore del cambiamento, in corso e da orientare, spore generative di una nuova grammatica. L’intento è quello di cogliere una via alternativa più inclusiva e collaborativa rispetto al paradigma urbano dominante, attraverso l’esplorazione dei caratteri che determinano successi e fallimenti nelle singole esperienze, in un continuo salto tra particolare e universale, elementi ripetibili e specificità contestuali. Si individuano, così, drivers di una strada parallela nella produzione di spazi ad uso collettivo, in quanto orientano il paradigma verso il non convenzionale, provengono dal basso e utilizzano i principi di innovazione sociale come tentativi di riduzione delle disparità prodotte dalle dinamiche globali. Le esperienze di ri-appropriazione si costituiscono dunque come pratiche a partire dalle quali si attiva la possibilità di rilanciare il destino urbano, aprendosi ad orizzonti interdisciplinari in grado di interfacciarsi alla città contemporanea ed alle sfide che pone.
Tesi di laurea Magistrale
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/108183