The research presented below comes from a working experience in Nairobi, in Mathare slum, during a workshop organized by the NGO Liveinslums in order to complete the construction of a school in Mashimoni district, area in which the NGO works since several years. In this book, starting from a general framework on slums in the world and on the most well-known policies of improvement and upgrading in slums, it is possible to arrive at the Kenyan context and the analysis of Mathare slum in order to develop a future design approach that could be conscious. In this regard it was fundamental having different investigation tools, such as questionnaires, interviews, photos and videos. Some key-words of this project are modularity, self-construction, active participation, economic feasibility and environmental sustainability. The approach is also aimed at preserving the cultural and individual identity of the slum itself, avoiding attempts that could threaten the several and multiple facades of the faced reality. In particular, the project foresees the progressive establishment of a cluster made of modules of standard sizes and easy to assemble, where the most obsolete technologies meet the current ones and the use of the most widespread materials in the slum integrates the products less known but suitable for the project itself. The aim is to develop small scale interventions that are reproducible in different areas of the slum, bringing together in one single intervention the solution to several local issues such as insecurity, poor housing conditions, lack of money and lack of basic services.

La ricerca di seguito presentata nasce da un’esperienza di lavoro a Nairobi, nella baraccopoli di Mathare, in occasione di un workshop organizzato dalla ONG Liveinslums con lo scopo di ultimare la costruzione di una scuola del distretto di Mashimoni, area in cui la ONG opera da anni. In questo libro, partendo da un inquadramento generale sulle baraccopoli nel mondo e sulle più conosciute politiche di miglioramento e riqualificazione degli slum, si approda all’inquadramento del contesto keniota e all’analisi dello slum di Mathare in vista di un futuro approccio progettuale consapevole. A questo proposito ci si è serviti di diversi strumenti di indagine, come questionari, interviste, foto e video. Parole chiave di questo progetto sono modularità, autocostruzione, partecipazione attiva, risparmio economico e sostenibilità ambientale. L’approccio è inoltre volto a preservare l’identità culturale e individuale dello slum stesso, evitando tentativi di intervento che rischiano di minare le diverse e molteplici sfaccettature della realtà con cui ci si è confrontati. In particolare, il progetto prevede la realizzazione progressiva di un cluster costituito da moduli di dimensioni standard e facilmente assemblabili, in cui le tecnologie più obsolete incontrano quelle attuali e l’uso dei materiali più diffusi nello slum si integra con prodotti meno conosciuti ma idonei al progetto in questione. Lo scopo è quello di sviluppare interventi a piccola scala che possano essere riproducibili in diverse aree della baraccopoli, riunendo in un solo intervento la soluzione a diverse problematiche locali quali l’insicurezza, le condizioni di degrado abitativo, la scarsa disponibilità economica e l’esigua presenza di servizi di base.

Low-cost and low-tech architectural practices for Mathare slum. Pratiche architettoniche low-cost e low tech per la baraccopoli di Mathare

LONGOBARDI, DONATELLA;AIELLO, AMEDEO
2014/2015

Abstract

The research presented below comes from a working experience in Nairobi, in Mathare slum, during a workshop organized by the NGO Liveinslums in order to complete the construction of a school in Mashimoni district, area in which the NGO works since several years. In this book, starting from a general framework on slums in the world and on the most well-known policies of improvement and upgrading in slums, it is possible to arrive at the Kenyan context and the analysis of Mathare slum in order to develop a future design approach that could be conscious. In this regard it was fundamental having different investigation tools, such as questionnaires, interviews, photos and videos. Some key-words of this project are modularity, self-construction, active participation, economic feasibility and environmental sustainability. The approach is also aimed at preserving the cultural and individual identity of the slum itself, avoiding attempts that could threaten the several and multiple facades of the faced reality. In particular, the project foresees the progressive establishment of a cluster made of modules of standard sizes and easy to assemble, where the most obsolete technologies meet the current ones and the use of the most widespread materials in the slum integrates the products less known but suitable for the project itself. The aim is to develop small scale interventions that are reproducible in different areas of the slum, bringing together in one single intervention the solution to several local issues such as insecurity, poor housing conditions, lack of money and lack of basic services.
VISCUSO, SALVATORE
ARC I - Scuola di Architettura e Società
24-lug-2015
2014/2015
La ricerca di seguito presentata nasce da un’esperienza di lavoro a Nairobi, nella baraccopoli di Mathare, in occasione di un workshop organizzato dalla ONG Liveinslums con lo scopo di ultimare la costruzione di una scuola del distretto di Mashimoni, area in cui la ONG opera da anni. In questo libro, partendo da un inquadramento generale sulle baraccopoli nel mondo e sulle più conosciute politiche di miglioramento e riqualificazione degli slum, si approda all’inquadramento del contesto keniota e all’analisi dello slum di Mathare in vista di un futuro approccio progettuale consapevole. A questo proposito ci si è serviti di diversi strumenti di indagine, come questionari, interviste, foto e video. Parole chiave di questo progetto sono modularità, autocostruzione, partecipazione attiva, risparmio economico e sostenibilità ambientale. L’approccio è inoltre volto a preservare l’identità culturale e individuale dello slum stesso, evitando tentativi di intervento che rischiano di minare le diverse e molteplici sfaccettature della realtà con cui ci si è confrontati. In particolare, il progetto prevede la realizzazione progressiva di un cluster costituito da moduli di dimensioni standard e facilmente assemblabili, in cui le tecnologie più obsolete incontrano quelle attuali e l’uso dei materiali più diffusi nello slum si integra con prodotti meno conosciuti ma idonei al progetto in questione. Lo scopo è quello di sviluppare interventi a piccola scala che possano essere riproducibili in diverse aree della baraccopoli, riunendo in un solo intervento la soluzione a diverse problematiche locali quali l’insicurezza, le condizioni di degrado abitativo, la scarsa disponibilità economica e l’esigua presenza di servizi di base.
Tesi di laurea Magistrale
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