La tesi affronta il tema del rinnovo urbano dell’area dell’ex Ceramica Mantovana attraverso interventi di recupero architettonico e l’inserimento puntuale di nuove architetture al fine di istituire nuove relazioni tra gli elementi rilevanti che partecipano a definire un contesto connotato, da decenni, dalla mancata integrazione tra aspetti morfologici e funzionali. L’ambito urbano di Fiera Catena a Mantova è ricco di emergenze architettoniche e ambientali che non intrattengono relazioni significative né tra loro né con lo storico ex comparto produttivo dell’ex Ceramica. L’insediamento industriale si è sviluppato in un’area precedentemente di pertinenza del Convento del Gradaro, posto ai margini del tessuto consolidato della città, e dello “Stalag”, che fu campo di internamento durante l’ultima guerra mondiale, direttamente affacciato sul Lago Inferiore. Nonostante il concorso del 1984, che prevedeva la riconfigurazione dell’intero ambito di Fiera Catena, compreso l’approdo portuale, e il progetto per la realizzazione del nuovo palazzo di giustizia degli anni ‘90, l’area non ha subito interventi e ancora oggi si presenta come uno dei principali nodi critici di Mantova contemporanea. Il progetto opera nel riconoscimento del valore delle preesistenze e agisce sul loro ruolo di elementi che possono istituire un dialogo di nuove corrispondenze tra aspetti configurativi, usi e attività. Il processo di risignificazione dell’ex fabbrica si basa su una riconversione attenta all’identità e alla memoria collettiva, consapevole che la conoscenza della storia del luogo è supporto indispensabile per un intervento radicato al contesto. La fabbrica, attualmente, è sospesa dal suo essere un organismo vivente, destituita di ogni necessità d’uso e di ogni attività intrinseca alle sue caratteristiche di manufatto produttivo. Il progetto di recupero modifica le condizioni esistenti rinnovandone l’identità e risolvendo l’isolamento urbano. Il processo riguarda la valorizzazione delle preesistenze storiche nell’ottica di un rinnovato rapporto con il contesto ambientale, affidando all’edificio un’immagine coerente con le sue peculiarità rappresentative. La nuova destinazione funzionale è il risultato del confronto tra le possibilità offerte dalle spazialità dell’edificio e gli adeguamenti possibili in termini di rispetto dei caratteri identitari. Attraverso il progetto emerge il ruolo attivo di un’area, precedentemente caratterizzata da una condizione di “attesa”, che ora costituisce un nuovo articolato ambito funzionale. L’apertura verso il contesto consente di mettere in luce i caratteri insediativi, introducendo spazi differenziati e rapporti ordinatori nei confronti del tessuto edilizio esistente. Il dialogo tra pieni e vuoti è garantito dalla nuova edificazione che guarda al contesto, richiamando e ordinando le sue peculiarità morfologiche. Se il recupero del manufatto industriale propone la ri-composizione e la ri-funzionalizzazione selettiva delle parti ancora esistenti dell’ex fabbrica, come condizione della sua permanenza futura, l’intervento a livello urbano tende a risolvere le conflittualità contestuali. Il progetto affronta la ridefinizione dei margini dell’area e l’integrazione della traccia storica del Convento del Gradaro, aprendo il “recinto” che attualmente delimita l’area, per renderlo permeabile, gerarchizzando e connotando gli spazi aperti in modo di organizzare un nuovo spazio pubblico, ovvero una nuova polarità urbana. Il progetto destina gli spazi esistenti e nuovi alla presenza di più attività, una condizione di mixité che mira a consolidare il rapporto tra memoria storica e usi contemporanei, relazionandosi alle indicazioni UNESCO di sviluppo sostenibile della città che, con Sabbioneta, è riconosciuta Patrimonio Mondiale dell’Umanità dal luglio 2008. L’ex fabbrica è destinata a divenire un centro di produzione culturale orientato alla valorizzazione delle peculiarità mantovane in campo agro-alimentare. Le attività che si articoleranno nel nuovo complesso saranno in particolare: il Mercato contadino eno-gastronomico; spazi espositivo-fieristici, che potranno essere di supporto anche al tradizionale Festival della Letteratura; spazi per la ristorazione innovativa tra i quali lo Show-cooking e l’Accademia del gusto. A supporto di queste attività, e per la ridefinizioni dei margini dell’area, sono previsti un nuovo edificio in linea su strada, che sarà adibito a residenza temporanea anche per usi universitari, e un edificio a parcheggio pluripiano, un volume posto a mediazione tra l’ex fabbrica e il tessuto residenziale storico.

Ex Ceramica Mantovana. Identità e recupero di un luogo della memoria collettiva

OLDINI, ENRICO;PLEBANI, ANGELO;PULICE, FRANCESCO
2014/2015

Abstract

La tesi affronta il tema del rinnovo urbano dell’area dell’ex Ceramica Mantovana attraverso interventi di recupero architettonico e l’inserimento puntuale di nuove architetture al fine di istituire nuove relazioni tra gli elementi rilevanti che partecipano a definire un contesto connotato, da decenni, dalla mancata integrazione tra aspetti morfologici e funzionali. L’ambito urbano di Fiera Catena a Mantova è ricco di emergenze architettoniche e ambientali che non intrattengono relazioni significative né tra loro né con lo storico ex comparto produttivo dell’ex Ceramica. L’insediamento industriale si è sviluppato in un’area precedentemente di pertinenza del Convento del Gradaro, posto ai margini del tessuto consolidato della città, e dello “Stalag”, che fu campo di internamento durante l’ultima guerra mondiale, direttamente affacciato sul Lago Inferiore. Nonostante il concorso del 1984, che prevedeva la riconfigurazione dell’intero ambito di Fiera Catena, compreso l’approdo portuale, e il progetto per la realizzazione del nuovo palazzo di giustizia degli anni ‘90, l’area non ha subito interventi e ancora oggi si presenta come uno dei principali nodi critici di Mantova contemporanea. Il progetto opera nel riconoscimento del valore delle preesistenze e agisce sul loro ruolo di elementi che possono istituire un dialogo di nuove corrispondenze tra aspetti configurativi, usi e attività. Il processo di risignificazione dell’ex fabbrica si basa su una riconversione attenta all’identità e alla memoria collettiva, consapevole che la conoscenza della storia del luogo è supporto indispensabile per un intervento radicato al contesto. La fabbrica, attualmente, è sospesa dal suo essere un organismo vivente, destituita di ogni necessità d’uso e di ogni attività intrinseca alle sue caratteristiche di manufatto produttivo. Il progetto di recupero modifica le condizioni esistenti rinnovandone l’identità e risolvendo l’isolamento urbano. Il processo riguarda la valorizzazione delle preesistenze storiche nell’ottica di un rinnovato rapporto con il contesto ambientale, affidando all’edificio un’immagine coerente con le sue peculiarità rappresentative. La nuova destinazione funzionale è il risultato del confronto tra le possibilità offerte dalle spazialità dell’edificio e gli adeguamenti possibili in termini di rispetto dei caratteri identitari. Attraverso il progetto emerge il ruolo attivo di un’area, precedentemente caratterizzata da una condizione di “attesa”, che ora costituisce un nuovo articolato ambito funzionale. L’apertura verso il contesto consente di mettere in luce i caratteri insediativi, introducendo spazi differenziati e rapporti ordinatori nei confronti del tessuto edilizio esistente. Il dialogo tra pieni e vuoti è garantito dalla nuova edificazione che guarda al contesto, richiamando e ordinando le sue peculiarità morfologiche. Se il recupero del manufatto industriale propone la ri-composizione e la ri-funzionalizzazione selettiva delle parti ancora esistenti dell’ex fabbrica, come condizione della sua permanenza futura, l’intervento a livello urbano tende a risolvere le conflittualità contestuali. Il progetto affronta la ridefinizione dei margini dell’area e l’integrazione della traccia storica del Convento del Gradaro, aprendo il “recinto” che attualmente delimita l’area, per renderlo permeabile, gerarchizzando e connotando gli spazi aperti in modo di organizzare un nuovo spazio pubblico, ovvero una nuova polarità urbana. Il progetto destina gli spazi esistenti e nuovi alla presenza di più attività, una condizione di mixité che mira a consolidare il rapporto tra memoria storica e usi contemporanei, relazionandosi alle indicazioni UNESCO di sviluppo sostenibile della città che, con Sabbioneta, è riconosciuta Patrimonio Mondiale dell’Umanità dal luglio 2008. L’ex fabbrica è destinata a divenire un centro di produzione culturale orientato alla valorizzazione delle peculiarità mantovane in campo agro-alimentare. Le attività che si articoleranno nel nuovo complesso saranno in particolare: il Mercato contadino eno-gastronomico; spazi espositivo-fieristici, che potranno essere di supporto anche al tradizionale Festival della Letteratura; spazi per la ristorazione innovativa tra i quali lo Show-cooking e l’Accademia del gusto. A supporto di queste attività, e per la ridefinizioni dei margini dell’area, sono previsti un nuovo edificio in linea su strada, che sarà adibito a residenza temporanea anche per usi universitari, e un edificio a parcheggio pluripiano, un volume posto a mediazione tra l’ex fabbrica e il tessuto residenziale storico.
SCAGLIA, MARIO
ARC I - Scuola di Architettura e Società
24-lug-2015
2014/2015
Tesi di laurea Magistrale
File allegati
File Dimensione Formato  
2015_07_OLDINI_PLEBANI_PULICE_01.pdf

non accessibile

Descrizione: Testo della Tesi
Dimensione 14.66 MB
Formato Adobe PDF
14.66 MB Adobe PDF   Visualizza/Apri
2015_07_OLDINI_PLEBANI_PULICE_02.pdf

non accessibile

Descrizione: Tavola di Progetto 1
Dimensione 10.72 MB
Formato Adobe PDF
10.72 MB Adobe PDF   Visualizza/Apri
2015_07_OLDINI_PLEBANI_PULICE_03.pdf

non accessibile

Descrizione: Tavola di Progetto 2
Dimensione 6.2 MB
Formato Adobe PDF
6.2 MB Adobe PDF   Visualizza/Apri
2015_07_OLDINI_PLEBANI_PULICE_04.pdf

non accessibile

Descrizione: Tavola di Progetto 3
Dimensione 7.05 MB
Formato Adobe PDF
7.05 MB Adobe PDF   Visualizza/Apri
2015_07_OLDINI_PLEBANI_PULICE_05.pdf

non accessibile

Descrizione: Tavola di Progetto 4
Dimensione 2.95 MB
Formato Adobe PDF
2.95 MB Adobe PDF   Visualizza/Apri
2015_07_OLDINI_PLEBANI_PULICE_06.pdf

non accessibile

Descrizione: Tavola di Progetto 5
Dimensione 6.19 MB
Formato Adobe PDF
6.19 MB Adobe PDF   Visualizza/Apri
2015_07_OLDINI_PLEBANI_PULICE_07.pdf

non accessibile

Descrizione: Tavola di Progetto 6
Dimensione 5.89 MB
Formato Adobe PDF
5.89 MB Adobe PDF   Visualizza/Apri
2015_07_OLDINI_PLEBANI_PULICE_08.pdf

non accessibile

Descrizione: Tavola di Progetto 7
Dimensione 4.41 MB
Formato Adobe PDF
4.41 MB Adobe PDF   Visualizza/Apri
2015_07_OLDINI_PLEBANI_PULICE_09.pdf

non accessibile

Descrizione: Tavola di Progetto 8
Dimensione 4.3 MB
Formato Adobe PDF
4.3 MB Adobe PDF   Visualizza/Apri
2015_07_OLDINI_PLEBANI_PULICE_10.pdf

non accessibile

Descrizione: Tavola di Progetto 9
Dimensione 4.09 MB
Formato Adobe PDF
4.09 MB Adobe PDF   Visualizza/Apri
2015_07_OLDINI_PLEBANI_PULICE_11.pdf

non accessibile

Descrizione: Tavola di Progetto 10
Dimensione 5.03 MB
Formato Adobe PDF
5.03 MB Adobe PDF   Visualizza/Apri

I documenti in POLITesi sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/108262