La realtà industriale nella periferia milanese del primo novecento lascia in eredità alla contemporaneità un’area chiusa, isolata e inaccessibile. La diffusione del tessuto urbano ha raggiunto ormai da tempo la zona della Bovisa divenendo essa stessa parte della città. È a questo punto che le peculiarità del sito assumono il carattere di problematicità e che urgentemente necessitano di una risoluzione. La Goccia prende il nome dalla forma che le infrastrutture ferroviarie delimitandola le conferiscono e nasce come sede di produzione ed erogazione del gas. Ciò ha portato nel corso del periodo di attività ad una doppia conseguenza: quella di isolarsi dal contesto urbano e quella di rilasciare nel terreno una grande quantità di sostanze fortemente inquinanti lungamente persistenti. La prima difficoltà di intervento sta quindi nella gravosità economica della bonifica e delle relative strategie risolutive. Una seconda difficoltà riguarda invece la questione della città contemporanea nel suo insieme e della sua peculiare esigenza di continuità. “Un’idea di piano per la Goccia, Bovisa” si inserisce in tale ambito volendo coniugare le diverse esigenze della società odierna, attraverso un processo ordinatore basato sui concetti espressi da L. Hilberseimer. La Goccia si trasforma in un unico grande parco urbano dove gli insediamenti, che si attestano sul preesistente tracciato, lasciano al centro una grande fascia libera orientata lungo una possibile linea di connessione tra il quartiere di Quarto Oggiaro e la città consolidata. La caratteristica di un sito fortemente inquinato è diventata inoltre l’occasione per introdurre ed adattare i principi della “Città verticale”. Le differenze di quota dovute alle diversificate rimozioni del terreno configurano una stratificazione delle funzioni e delle fruizioni per livelli. La ricchezza urbana è portata a tutte le scale, sia nell’assetto planivolumetrico, sia nelle scelte tipologiche, in modo da coniugare le esigenze di carattere funzionale con quelle sociali ed economiche e di qualità degli spazi di vita. “Un’idea di piano per la Goccia, Bovisa” è perciò una sintesi aperta, perché impostata sulla flessibilità, che attraverso un attento uso di differenti materiali e circostanze costruisce una nuova urbanità nel rispetto delle logiche contemporanee. È lo spazio aperto del verde che struttura il costruito e recupera i vuoti.

Un'idea di piano. Progetto di trasformazione urbana dell'ex area industriale la Goccia

GHEZZI, PATRICK DAVIDE;SPINELLI, ALICE;MORO, BIAGIO MATTIA
2014/2015

Abstract

La realtà industriale nella periferia milanese del primo novecento lascia in eredità alla contemporaneità un’area chiusa, isolata e inaccessibile. La diffusione del tessuto urbano ha raggiunto ormai da tempo la zona della Bovisa divenendo essa stessa parte della città. È a questo punto che le peculiarità del sito assumono il carattere di problematicità e che urgentemente necessitano di una risoluzione. La Goccia prende il nome dalla forma che le infrastrutture ferroviarie delimitandola le conferiscono e nasce come sede di produzione ed erogazione del gas. Ciò ha portato nel corso del periodo di attività ad una doppia conseguenza: quella di isolarsi dal contesto urbano e quella di rilasciare nel terreno una grande quantità di sostanze fortemente inquinanti lungamente persistenti. La prima difficoltà di intervento sta quindi nella gravosità economica della bonifica e delle relative strategie risolutive. Una seconda difficoltà riguarda invece la questione della città contemporanea nel suo insieme e della sua peculiare esigenza di continuità. “Un’idea di piano per la Goccia, Bovisa” si inserisce in tale ambito volendo coniugare le diverse esigenze della società odierna, attraverso un processo ordinatore basato sui concetti espressi da L. Hilberseimer. La Goccia si trasforma in un unico grande parco urbano dove gli insediamenti, che si attestano sul preesistente tracciato, lasciano al centro una grande fascia libera orientata lungo una possibile linea di connessione tra il quartiere di Quarto Oggiaro e la città consolidata. La caratteristica di un sito fortemente inquinato è diventata inoltre l’occasione per introdurre ed adattare i principi della “Città verticale”. Le differenze di quota dovute alle diversificate rimozioni del terreno configurano una stratificazione delle funzioni e delle fruizioni per livelli. La ricchezza urbana è portata a tutte le scale, sia nell’assetto planivolumetrico, sia nelle scelte tipologiche, in modo da coniugare le esigenze di carattere funzionale con quelle sociali ed economiche e di qualità degli spazi di vita. “Un’idea di piano per la Goccia, Bovisa” è perciò una sintesi aperta, perché impostata sulla flessibilità, che attraverso un attento uso di differenti materiali e circostanze costruisce una nuova urbanità nel rispetto delle logiche contemporanee. È lo spazio aperto del verde che struttura il costruito e recupera i vuoti.
ARC II - Scuola di Architettura Civile
24-lug-2015
2014/2015
Tesi di laurea Magistrale
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/109376