Tutti noi raccontiamo la nostra vita affidandoci agli oggetti. Cerchiamo e collezioniamo cose che descrivano e rispecchino noi stessi, alle quali attribuiamo significati particolari e nelle quali proiettiamo sentimenti e ricordi. La memoria e i ricordi, essendo derivati dall’esperienza, sono gli elementi che rendono una persona unica, e creano nel mio progetto la base su cui lavorare per la personalizzazione degli oggetti. Nella mia ricerca ho relazionato la possibilità di personalizzazione della stampa 3D con la ricerca di identità e affermazione attraverso la diversità che definisce le dinamiche della società moderna, il rifiuto degli oggetti standardizzati e la ricerca dell’oggetto unico, e ho deciso di indagare il valore sociale che sta alla base della scelta di un determinato oggetto. Quando si smette di cercare l’appartenenza ad un grippo e si inizia a voler differenziarsi dalla massa, le dinamiche di scelta cambiano?Quali sono i fattori che si ricercano negli oggetti? E perché la stampa 3D dovrebbe essere in grado di fornirceli? Dall’avvento di questa tecnologia si parla di artigiani digitali, ma basta la possibilità di produrre qualcosa in un pezzo singolo, evitando la serie, per fare di un oggetto stampato tridimensionalmente un prodotto d’artigianato? Un prodotto del lavoro di un artigiano porta in se stesso una serie di elementi legati alla scelta del materiale, alle influenze del luogo, ad un eventuale errore umano, che fanno in modo che ogni oggetto abbia la sua identità e si definisca per la propria unicità. Sono l’esperienza, la memoria, e forse anche l’errore e l’imperfezione che definiscono l’identità, sia di una persona che di un oggetto, ed è qui che vuole focalizzarsi la mia ricerca: la ripetitività della stampa 3D diventa cinica e vuota, e anche se paradossalmente permette a più persone di produrre i propri oggetti, al contempo elimina il tocco umano. Ho voluto indagare come permettere ad destinatario dell’oggetto di agire a livello di progetto, prima della produzione, per proiettare la propria idea, la propria identità in un oggetto destinato ad essere unico e personale. Inserire un fattore di imprevedibilità in un processo industriale che si nasconde sotto la facciata dell’artigianalità e che produce un’estetica collettiva, del tutto lontana dall’attenzione sui singoli.
Cosa ci descrive meglio come individui dei ricordi che abbiamo e che costituiscono la totalità della nostra esperienza e della nostra vita? Le memorie sono concepite come proprietà e cerchiamo di mantenerle in vita per preservarle, come fossero oggetti materiali. Ho lavorato sull’idea di rendere conscio il processo di proiezione della propria identità sugli oggetti, e di conservare i ricordi riportandoli ad una dimensione materiale. La mia tesi si basa sull’idea di far tornare la presenza del singolo, espressa attraverso la sua memoria e le sue esperienze, in un processo ad ora impersonale e negli oggetti che ne derivano.

Eunoe. Gli oggetti della memoria nell'epoca della fabbricazione digitale

CAVALLERI, MICHELA
2014/2015

Abstract

Tutti noi raccontiamo la nostra vita affidandoci agli oggetti. Cerchiamo e collezioniamo cose che descrivano e rispecchino noi stessi, alle quali attribuiamo significati particolari e nelle quali proiettiamo sentimenti e ricordi. La memoria e i ricordi, essendo derivati dall’esperienza, sono gli elementi che rendono una persona unica, e creano nel mio progetto la base su cui lavorare per la personalizzazione degli oggetti. Nella mia ricerca ho relazionato la possibilità di personalizzazione della stampa 3D con la ricerca di identità e affermazione attraverso la diversità che definisce le dinamiche della società moderna, il rifiuto degli oggetti standardizzati e la ricerca dell’oggetto unico, e ho deciso di indagare il valore sociale che sta alla base della scelta di un determinato oggetto. Quando si smette di cercare l’appartenenza ad un grippo e si inizia a voler differenziarsi dalla massa, le dinamiche di scelta cambiano?Quali sono i fattori che si ricercano negli oggetti? E perché la stampa 3D dovrebbe essere in grado di fornirceli? Dall’avvento di questa tecnologia si parla di artigiani digitali, ma basta la possibilità di produrre qualcosa in un pezzo singolo, evitando la serie, per fare di un oggetto stampato tridimensionalmente un prodotto d’artigianato? Un prodotto del lavoro di un artigiano porta in se stesso una serie di elementi legati alla scelta del materiale, alle influenze del luogo, ad un eventuale errore umano, che fanno in modo che ogni oggetto abbia la sua identità e si definisca per la propria unicità. Sono l’esperienza, la memoria, e forse anche l’errore e l’imperfezione che definiscono l’identità, sia di una persona che di un oggetto, ed è qui che vuole focalizzarsi la mia ricerca: la ripetitività della stampa 3D diventa cinica e vuota, e anche se paradossalmente permette a più persone di produrre i propri oggetti, al contempo elimina il tocco umano. Ho voluto indagare come permettere ad destinatario dell’oggetto di agire a livello di progetto, prima della produzione, per proiettare la propria idea, la propria identità in un oggetto destinato ad essere unico e personale. Inserire un fattore di imprevedibilità in un processo industriale che si nasconde sotto la facciata dell’artigianalità e che produce un’estetica collettiva, del tutto lontana dall’attenzione sui singoli.
Cosa ci descrive meglio come individui dei ricordi che abbiamo e che costituiscono la totalità della nostra esperienza e della nostra vita? Le memorie sono concepite come proprietà e cerchiamo di mantenerle in vita per preservarle, come fossero oggetti materiali. Ho lavorato sull’idea di rendere conscio il processo di proiezione della propria identità sugli oggetti, e di conservare i ricordi riportandoli ad una dimensione materiale. La mia tesi si basa sull’idea di far tornare la presenza del singolo, espressa attraverso la sua memoria e le sue esperienze, in un processo ad ora impersonale e negli oggetti che ne derivano.
ARC III - Scuola del Design
28-lug-2015
2014/2015
Tesi di laurea Magistrale
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