Unità nella molteplicità. L'unità minima complessa di Bakema e van den Broek e la sua eredità nello spazio urbano contemporaneo

Urban projects built by Bakema and van den Broek in the Netherlands between the 40s and the 70s are still qualitative spaces that were able to build new and different parts of the city responding to different scales of living. This thesis analyze the minimum complex unit, the urban element that constitutes those project; the goal of this research is to mean such experience as active instrument and interpreting it as potential tool for the construction of the contemporary city. In many cases, these residential districts have interested neutral areas - agricultural or polder – where Bakema and van den Broek imagined new living spaces based primarily on the human needs of living. This process allows to read them as experiments based on the construction of urban and architectural space, transcending specific language or limits of the context. Through redesign of projects and interpretation exercises this thesis try to identify the choices that determined the forms, in order to comprehend and acquiring the measures and relationships between the parties. The original drawings and sketches reproduces on the pages were found in Bakema Archive kept at NAI-Nederlands Architectuurinstituut in Rotterdam; they represented a fundamental support. The site visit constitute a verification of many issues, becoming aware of how relationships between built and open space, between interior and exterior and between individual and collective, leads to consider the minimum complex unit like the eloquent synthesis.

I progetti urbani costruiti da Bakema e van den Broek nel territorio olandese dalla fine degli anni ‘40 agli anni ‘70 rappresentano ancora oggi spazi di qualità in quanto sono riusciti a costruire nuove e differenti parti di città rispondendo alle diverse scale dell’abitare; questo lavoro di ricerca si occupa di analizzare l’elemento urbano che li costituisce: l’unità minima complessa. L’obiettivo è approfondire tale esperienza individuandola come eredità ancora attiva ed interpretandola come potenziale strumento per la costruzione della città contemporanea. Nella maggior parte dei casi tali interventi hanno interessato aree neutre – agricole o polder – sulle quali sono stati immaginati nuovi spazi abitati basati essenzialmente sulle esigenze primarie dell’abitare. Ciò consente di leggerli come sperimentazioni pure sullo spazio architettonico e urbano, trascendendo specificità di linguaggio o vincoli di contesto. La ricerca si è posta i primi interrogativi attraverso esercizi di ridisegno e interpretazione sugli stessi progetti, cercando di individuare le scelte che ne hanno determinato le forme ed acquisendone le misure ed i rapporti tra le parti. Le tavole di progetto insieme ai disegni ed agli schizzi originali sono stati visionati all’Archivio Bakema conservato al NAi-Nederlands Architectuurinstituut di Rotterdam ed hanno rappresentato un fondamentale supporto; molti di essi sono riprodotti nella pagine successive. La visita in loco ha costituito successivamente una verifica di molte questioni, prendendo coscienza di come i rapporti tra costruito e spazio aperto, tra interno ed esterno e tra individuale e collettivo, raggiungano nell’unità minima complessa la sintesi eloquente.