Nomad office for nomad workers. Progettazione di strutture per i lavoratori della conoscenza in relazione all'odierno contesto lavorativo

Offices, more than houses and even more than cities, reflect the way of thinking of our society. Its conception of the future. Its inventiveness. Nowadays we design a workplace and we repeat it, depending on the functions and the square meters available, and that's all. The attention of designers, however, should no longer be focused on the space itself. It is no longer the point. The important issue concern the feeling of pleasure we experience when we work, the relationships we have with each other, the fact of feeling like we are at home and not in an environment that is simply cloned. It is no longer a question of organization of space, the design of 'hygienically correct situations' where everyone has its own desk, heating and toilet. It is about transforming the lives of those who work. We must rethink the office as one of the essential point in our life. The technologies constantly evolve, and the office is going through profound changes. It looks increasingly like a mix between virtual and real. A mix that strongly modifies the physical characteristics. Today the big cities are organized in bubbles: there are offices, shopping malls, residential quarters and so on. We need to balance it. It doesn't make sense going to that kind of segregation. On the contrary, there is a strong desire of mixing. If there is a humanist dimension and if you have the desire to do the best for the workers, the current system has to change. The office of the future puts the man at the center. A different man, who surpassed the vision of static work and involved in enlarged sights, changes to adapt himself to a fluid work. A new way of working that require flexible solutions.

Gli uffici, più ancora delle abitazioni o delle città, rispecchiano il modo di pensare di una società. La sua concezione del futuro. La sua inventiva. Attualmente si progetta un posto di lavoro e lo si ripete, a seconda delle funzioni e dei metri quadrati a disposizione, ed è tutto. L''attenzione di chi progetta, però, non dovrebbe più essere focalizzata sullo spazio in sé. Non è più questo il punto. Le questioni importanti riguardano la sensazione di piacere che proviamo mentre lavoriamo, le relazioni che possiamo avere con l’altro, il fatto di sentirci come a casa e non invece, come accade oggi, in un ambiente che viene semplicemente clonato. Non è più una questione di organizzazione degli spazi, di progettazione di situazioni igienicamente corrette, dove ognuno ha la propria scrivania, il riscaldamento e la toilette. Si tratta di trasformare la vita di chi lavora. Dobbiamo, pertanto, ripensare l’ufficio come uno dei luoghi essenziali della vita delle persone. Le tecnologie, inoltre, si evolvono di continuo, e l’ufficio, anche per questo, sta vivendo un momento di profonda metamorfosi. Appare sempre più come un mix tra virtuale e reale. Un mix che ne modifica fortemente i connotati fisici. Oggi le grandi città sono organizzate in bolle: ci sono gli uffici, i centri commerciali, i quartieri residenziali e così via. C’è bisogno di un riequilibrio. Non ha più senso, infatti, andare verso quel tipo di segregazione. Al contrario, c'è un forte desiderio di mescolanza. Se c’è una dimensione umanista e se si ha il desiderio di fare davvero il bene di chi lavora, l'attuale sistema deve cambiare. L’ufficio del futuro pone al centro dello spazio l’uomo che, solo se a proprio agio e ben sollecitato, può esercitare a meglio le proprie competenze. Un uomo diverso, che superata la visione di lavoro statico e coinvolto in visioni allargate, cambia per adattarsi ad un lavoro mutevole e fluido. Un nuovo modo di lavorare che necessita di soluzioni flessibili.