Il progetto di tesi lavora sul Barrio Puerto di Valparaíso, il porto cileno più importante dell’Oceano Pacifico prima dell’apertura del Canale di Panama, antico punto d’incontro tra le culture del nuovo e del vecchio continente. Oggi l’antico incanto della Perla del Pacifico, come era chiamata Valparaíso dai suoi poeti, sembra sbiadito e il suo volto porta i segni malinconici di un passato perduto. Il porto, un tempo il motore dell’espansione della città, è oggi ridotto ad area di raccolta dell’ emarginazione; i confini della città si perdono tra la miriade di vicoli, case colorate di legno e lamiera, stradine cresciute senza regola e nate dalle necessità insediative della popolazione più povera. Il progetto rivendica la doppia identità della città: da una parte il governo le ha attribuito il titolo di Capitale culturale del Cile, dall’altro essa nasce e vive come porto prima ancora di essere fondata come città da parte della corona spagnola. Il progetto architettonico prevede la realizzazione di un impianto culturale comprendente le funzioni di museo, biblioteca, spazi didattici e un teatro all’aperto, sviluppandosi sull’antica porta di accesso alla città via mare, esattamente in corrispondenza dello scalo portuario, ponendosi quindi come un percorso alla scala urbana che dal mare si inoltra lungo l’antico asse di sviluppo della città. Questo percorso si instaura sulla strada principale di accesso al Cerro Santo Domingo, il Cerro corrispondente alla Iglesia de La Matriz, primo nucleo della sua antica formazione. Il progetto si pone come un intervento puntuale che tenta di ricucire delle relazioni che sono venute a mancare in seguito alla distruzione di alcuni isolati del Barrio Puerto nel corso di diverse calamità, proponendo un sistema lineare che rappresenta un percorso urbano, su cui si allacciano i diversi interventi alla scala architettonica. Per fare questo utilizza il percorso principale di accesso al Cerro Santo Domingo, Calle San Martín, come spina centrale alla quale si agganciano gli spazi urbani esistenti e quelli architettonici recuperati e di nuovo intervento: la Plaza Echaurren; la Iglesia de la Matriz; due isolati attualmente vuoti, uno di fronte al porto e l’altro già interno al cerro ed ex sede della caserma dei Carabineros, che vengono ripensati con nuove funzioni di carattere pubblico; due edifici pubblici svuotati della loro funzione, l’edificio Mercado Puerto e l’edificio Teatro Pacifico.
Llegar y ligarse. Valparaíso, il sistema dei vuoti urbani come nuova opportunità di relazione e di spazio pubblico
CALLIKU, BRISELDA
2014/2015
Abstract
Il progetto di tesi lavora sul Barrio Puerto di Valparaíso, il porto cileno più importante dell’Oceano Pacifico prima dell’apertura del Canale di Panama, antico punto d’incontro tra le culture del nuovo e del vecchio continente. Oggi l’antico incanto della Perla del Pacifico, come era chiamata Valparaíso dai suoi poeti, sembra sbiadito e il suo volto porta i segni malinconici di un passato perduto. Il porto, un tempo il motore dell’espansione della città, è oggi ridotto ad area di raccolta dell’ emarginazione; i confini della città si perdono tra la miriade di vicoli, case colorate di legno e lamiera, stradine cresciute senza regola e nate dalle necessità insediative della popolazione più povera. Il progetto rivendica la doppia identità della città: da una parte il governo le ha attribuito il titolo di Capitale culturale del Cile, dall’altro essa nasce e vive come porto prima ancora di essere fondata come città da parte della corona spagnola. Il progetto architettonico prevede la realizzazione di un impianto culturale comprendente le funzioni di museo, biblioteca, spazi didattici e un teatro all’aperto, sviluppandosi sull’antica porta di accesso alla città via mare, esattamente in corrispondenza dello scalo portuario, ponendosi quindi come un percorso alla scala urbana che dal mare si inoltra lungo l’antico asse di sviluppo della città. Questo percorso si instaura sulla strada principale di accesso al Cerro Santo Domingo, il Cerro corrispondente alla Iglesia de La Matriz, primo nucleo della sua antica formazione. Il progetto si pone come un intervento puntuale che tenta di ricucire delle relazioni che sono venute a mancare in seguito alla distruzione di alcuni isolati del Barrio Puerto nel corso di diverse calamità, proponendo un sistema lineare che rappresenta un percorso urbano, su cui si allacciano i diversi interventi alla scala architettonica. Per fare questo utilizza il percorso principale di accesso al Cerro Santo Domingo, Calle San Martín, come spina centrale alla quale si agganciano gli spazi urbani esistenti e quelli architettonici recuperati e di nuovo intervento: la Plaza Echaurren; la Iglesia de la Matriz; due isolati attualmente vuoti, uno di fronte al porto e l’altro già interno al cerro ed ex sede della caserma dei Carabineros, che vengono ripensati con nuove funzioni di carattere pubblico; due edifici pubblici svuotati della loro funzione, l’edificio Mercado Puerto e l’edificio Teatro Pacifico.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/10589/113001