Columbia University : proposta per il nuovo campus di Manhattanville e progetto della School of International and Public Affairs

Dalla necessità della Columbia University di ampliare i propri spazi accademici, nasce l’occasione di indagare i caratteri del campus universitario e le modalità di inserimento della funzione accademica all’interno del tessuto urbano di New York. L’area d’intervento trattata è quella di Manhattanville, all’interno del vecchio quartiere industriale di Harlem, che emerge all’interno del tessuto per le variazioni urbanistiche che interessano i tracciati, le infrastrutture e l’orografia del territorio. L’analisi di questi aspetti ha generato un masterplan ideato non solo per costituire il nuovo polo scientifico della Columbia University, ma anche per diventare un tassello urbano che si apre alla città secondo una nuova concezione di campus che rifiuta l’introversione, generando così un nuovo sistema di spazi che si snoda tra l’asse della Broadway (la connessione con il vecchio campus di Morningside) e il sistema del waterfront sulle rive del fiume Hudson. Le spazialità della funzione universitaria sono studiate sia dal punto di vista urbano, nella pianificazione del masterplan e delle sue componenti (volumetrie, nuovi tracciati, spazi pubblici trattati a verde e zone pavimentate dedicati alla vita di quartiere), sia dal punto di vista tipologico, nella progettazione dell’edificio del SIPA. L’organizzazione degli spazi urbani si basa sulla collaborazione tra due sistemi di tracciati: quello della griglia ortogonale di New York in direzione nord-sud e quello parallelo alla 125th street, “l’eccezione che detta la regola” per il disegno del piano terra dell’intero intervento. Il prolungamento del tracciato della 126th street è scelto come asse principale del masterplan: il grosso viale che genera, caratterizzato da una sequenza di differenti tipologie di pavimentazioni e arredi urbani, determina la giacitura dell’edificio fulcro dell’intervento del nuovo campus, il Jerome L. Greene Science Center, dal quale parte un sistema di spazi pubblici che si distende come un “tappeto” dal cuore del masterplan al waterfornt. L’edificio di progetto che accoglie la School of International and Public Affairs (SIPA), è concepito secondo le esplicite richieste di trasparenza e visibilità reciproca tra ambienti accademici e spazi della città formulate dalla stessa Columbia University, ma anche sul principio di socialità e scambio di idee che è alla base del concetto di università nella cultura americana: per questo, il sistema di connessioni verticali ed orizzontali diventa l’occasione per la creazione di una sequenza di spazi collettivi e ricreativi e, scavando e svuotando la volumetria dell’edificio, permette una continua comunicazione visiva, sulle diverse quote, con gli ambienti interni ed esterni all’edificio. Il “nastro distributivo” abbraccia e connette tra loro gli spazi programmatici, aggregati per funzioni sui diversi piani, caratterizzando fortemente il disegno della sezione e dei fronti.