The present study begins from a key word, vertigo, that I have wanted to explore through an ascending course that starts from the ground to the sky, through a journey of images condensing arts, architecture and photography. The analysis begins with the observation of the sky, the attempt to get close to it and the search for a point of contact with it, then the progressive climbing upwards, which triggers multiple emotions, the mind separates from the body with an unexpected, extraordinary and emotional reaction. The account continues towards the achievement of that border, just a step away from the empty space, so typical of those moments preceeding the very moment of the flying. The subject remains still for a fraction of a moment: these are precarious instants between fear and desire, between the inability to cope with the space and the will to dominate it, between the surrendering to obstacles and the will to get over them. The gaze is then directed down, observing around and then...then comes the jump, the fly, the chance to soar in the air, the draining challenge to the force of gravity that overpowers man bringing him back down, feet on the ground.

La presente indagine parte da una parola chiave, la vertigine, che ho voluto esplorare attraverso un percorso sviluppato in salita, partendo da terra e arrivando fino al cielo, in un viaggio fatto di immagini in cui si condensano arte, architettura, fotografia. L’analisi inizia con l’osservazione del cielo, il tentativo di avvicinarsi ad esso cercando un punto di contatto, quindi la progressiva salita verso l’alto, in cui si innescano molteplici sensazioni, la mente si separa dal corpo e la reazione è inaspettata, straordinaria, emozionale. Il racconto procede verso il raggiungimento di quel confine, a un passo dal vuoto, in cui ci si ritrova in situazioni sospese nell’attimo prima del volo. Il soggetto rimane fermo ancora per qualche attimo: sono istanti in bilico tra paura e desiderio, tra l’incapacità di gestire lo spazio e la volontà di dominarlo, tra l’arrendersi di fronte agli ostacoli e la voglia di superarli. Lo sguardo volge poi verso il basso, scruta l’intorno e poi...ecco lo slancio, il volo, la possibilità di librarsi nell’aria, l’estenuante sfida con la forza di gravità che vince sull’uomo e lo riporta coi piedi per terra. All’interno di questo viaggio si incontrano spazi indefiniti e persi nell’infinito, percorsi dedalici, architetture trasparenti, punti di osservazione, altalene oscillanti, panorami vertiginosi e mezzi volanti tutti volti a creare vertigine che aiutano allo stesso tempo ad esaltare i propri desideri di libertà e riescono a mettere in crisi lo stato percettivo di ogni essere umano, stimolando ad affrontare ciò che per esso è straordinario e che lo hanno spinto a superare i propri limiti.

La vertigine, tra significato e non senso

PAOLONI, ILARIA
2014/2015

Abstract

The present study begins from a key word, vertigo, that I have wanted to explore through an ascending course that starts from the ground to the sky, through a journey of images condensing arts, architecture and photography. The analysis begins with the observation of the sky, the attempt to get close to it and the search for a point of contact with it, then the progressive climbing upwards, which triggers multiple emotions, the mind separates from the body with an unexpected, extraordinary and emotional reaction. The account continues towards the achievement of that border, just a step away from the empty space, so typical of those moments preceeding the very moment of the flying. The subject remains still for a fraction of a moment: these are precarious instants between fear and desire, between the inability to cope with the space and the will to dominate it, between the surrendering to obstacles and the will to get over them. The gaze is then directed down, observing around and then...then comes the jump, the fly, the chance to soar in the air, the draining challenge to the force of gravity that overpowers man bringing him back down, feet on the ground.
FINESSI, GIUSEPPE
ARC I - Scuola di Architettura e Società
18-dic-2015
2014/2015
La presente indagine parte da una parola chiave, la vertigine, che ho voluto esplorare attraverso un percorso sviluppato in salita, partendo da terra e arrivando fino al cielo, in un viaggio fatto di immagini in cui si condensano arte, architettura, fotografia. L’analisi inizia con l’osservazione del cielo, il tentativo di avvicinarsi ad esso cercando un punto di contatto, quindi la progressiva salita verso l’alto, in cui si innescano molteplici sensazioni, la mente si separa dal corpo e la reazione è inaspettata, straordinaria, emozionale. Il racconto procede verso il raggiungimento di quel confine, a un passo dal vuoto, in cui ci si ritrova in situazioni sospese nell’attimo prima del volo. Il soggetto rimane fermo ancora per qualche attimo: sono istanti in bilico tra paura e desiderio, tra l’incapacità di gestire lo spazio e la volontà di dominarlo, tra l’arrendersi di fronte agli ostacoli e la voglia di superarli. Lo sguardo volge poi verso il basso, scruta l’intorno e poi...ecco lo slancio, il volo, la possibilità di librarsi nell’aria, l’estenuante sfida con la forza di gravità che vince sull’uomo e lo riporta coi piedi per terra. All’interno di questo viaggio si incontrano spazi indefiniti e persi nell’infinito, percorsi dedalici, architetture trasparenti, punti di osservazione, altalene oscillanti, panorami vertiginosi e mezzi volanti tutti volti a creare vertigine che aiutano allo stesso tempo ad esaltare i propri desideri di libertà e riescono a mettere in crisi lo stato percettivo di ogni essere umano, stimolando ad affrontare ciò che per esso è straordinario e che lo hanno spinto a superare i propri limiti.
Tesi di laurea Magistrale
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/116348