Stadio: “campo attrezzato per lo svolgimento di manifestazioni sportive, generalmente all’aperto e provvisto di gradinate per accogliere il pubblico” (Diz. Garzanti). Questa definizione esprime in maniera chiara l’attuale idea di stadio italiano, un impianto obsoleto volto solo alla pura funzione sportiva. In molti altri Paesi Europei ( Germania e Inghilterra su tutti) l’impianto sportivo si è evoluto trasformandosi in una struttura polifunzionale in grado di offrire servizi diversificati ad una vasta gamma di utenti. Lo stadio sempre più spesso si pone come elemento cardine di rigenerazioni urbane, un esempio lampante è riscontrabile a Groningen dove la realizzazione del nuovo stadio ha portato alla costruzione di residenze, centro commerciale e al potenziamento delle connessioni infrastrutturali fra il nord dell’Olanda e resto del Paese. Lo “stadio rigeneratore” ha l’ardito compito di dialogare a scale differenti fra locale e globale. Negli anni ’90 Marc Auge ha aspramente criticato la costruzione dei grandi “condensatori sociali” posti alle periferie delle aree urbane. I “nonluoghi” da lui descritti sono privi di identità e il dialogo con la storia e con ciò che è locale è del tutto assente. La lezione Augeliana pone il problema del dialogo con il contesto e la necessità della valorizzazione del luogo d’intervento, per questo motivo lo stadio contemporaneo deve essere fortemente radicato nel territorio in cui è inserito e al tempo stesso essere un punto nodale nella rete dei servizi a scala globale. Col nostro intervento siamo intenzionati a creare un “polo delle eccellenze” toscane valorizzando al massimo ciò che il territorio Fiorentino offre generando una nuova centralità urbana all’interno della quale la storia passata e presente, i prodotti della terra e il gioco del calcio si fonderanno in un unico sistema.
Vivere lo stadio : nuovi orizzonti di rigenerazione urbana
OLIOSI, TOMMASO;CASTELLI, ROBERTO
2014/2015
Abstract
Stadio: “campo attrezzato per lo svolgimento di manifestazioni sportive, generalmente all’aperto e provvisto di gradinate per accogliere il pubblico” (Diz. Garzanti). Questa definizione esprime in maniera chiara l’attuale idea di stadio italiano, un impianto obsoleto volto solo alla pura funzione sportiva. In molti altri Paesi Europei ( Germania e Inghilterra su tutti) l’impianto sportivo si è evoluto trasformandosi in una struttura polifunzionale in grado di offrire servizi diversificati ad una vasta gamma di utenti. Lo stadio sempre più spesso si pone come elemento cardine di rigenerazioni urbane, un esempio lampante è riscontrabile a Groningen dove la realizzazione del nuovo stadio ha portato alla costruzione di residenze, centro commerciale e al potenziamento delle connessioni infrastrutturali fra il nord dell’Olanda e resto del Paese. Lo “stadio rigeneratore” ha l’ardito compito di dialogare a scale differenti fra locale e globale. Negli anni ’90 Marc Auge ha aspramente criticato la costruzione dei grandi “condensatori sociali” posti alle periferie delle aree urbane. I “nonluoghi” da lui descritti sono privi di identità e il dialogo con la storia e con ciò che è locale è del tutto assente. La lezione Augeliana pone il problema del dialogo con il contesto e la necessità della valorizzazione del luogo d’intervento, per questo motivo lo stadio contemporaneo deve essere fortemente radicato nel territorio in cui è inserito e al tempo stesso essere un punto nodale nella rete dei servizi a scala globale. Col nostro intervento siamo intenzionati a creare un “polo delle eccellenze” toscane valorizzando al massimo ciò che il territorio Fiorentino offre generando una nuova centralità urbana all’interno della quale la storia passata e presente, i prodotti della terra e il gioco del calcio si fonderanno in un unico sistema.File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/10589/116381