Grazie alla sua estrema singolarità di massiccio esteso, isolato, elevato e radicato a quote mediterranee, il Monte Baldo appare come un modello di mondo, uno scrigno che, nelle sue forme fisiche racconta la propria storia naturale scritta su tempi lunghi e l'intrecciarsi, su tale rigido racconto orogenetico, delle appassionanti vicende di sopravvivenza ed adattamento della flora e della fauna locali, unitamente a quelle degli uomini che hanno tentato, nei secoli, di far proprio questo particolare ambiente, in una "possessione" non tanto ed unicamente fisica, quanto piuttosto immateriale e spirituale. Su questo mondo baldense, nel quale è pertanto possibile ritrovare uno spaccato fisico, ambientale, naturalistico ed umano, estremamente vario, si sono pertanto avvicendati i miti, le modalità di percezione del paesaggio naturale che hanno caratterizzano in senso più ampio la storia della cultura estetica e percettiva: una narrazione nascosta ma percettibile che, se compresa fino in fondo, è in grado di poter guidare verso una sua tutela e valorizzazione, avulsa dagli aspetti maggiormente sconvolgenti ed irrispettosi che gli usi antropici -legati in primo luogo all'ingresso ed alla successiva proliferazione del turismo- hanno introdotto su tali luoghi nel corso degli ultimi decenni. In tale visione si inserisce questo contributo, volto alla riscoperta delle estreme peculiarità morfogeologiche, naturalistiche e paesaggistiche del mondo baldense, mediante la valorizzazione e la trasmissione consapevole dei contenuti intrinseci del luogo lungo il suggestivo itinerario che si snoda, doppiamente esposto verso la realtà benacense da un lato e quella trentina dall'altro, sulle cime della catena. La proposta progettuale si configura pertanto come una sorta di museo diffuso lungo il tracciato di vetta che, con una serie di interventi minuti e rispettosi verso lo specifico contesto di inserimento, posizionati in punti ritenuti significativi dell'itinerario stesso, intende proporre uno sguardo maggiormente consapevole verso le estreme peculiarità baldensi che all'occhio meno allenato ed edotto risultano di difficile lettura.
CAI 651 : un percorso di valorizzazione sull'Altavia del Monte Baldo
BRUNONI, GIULIA;TEZZA, CHRISTIAN
2014/2015
Abstract
Grazie alla sua estrema singolarità di massiccio esteso, isolato, elevato e radicato a quote mediterranee, il Monte Baldo appare come un modello di mondo, uno scrigno che, nelle sue forme fisiche racconta la propria storia naturale scritta su tempi lunghi e l'intrecciarsi, su tale rigido racconto orogenetico, delle appassionanti vicende di sopravvivenza ed adattamento della flora e della fauna locali, unitamente a quelle degli uomini che hanno tentato, nei secoli, di far proprio questo particolare ambiente, in una "possessione" non tanto ed unicamente fisica, quanto piuttosto immateriale e spirituale. Su questo mondo baldense, nel quale è pertanto possibile ritrovare uno spaccato fisico, ambientale, naturalistico ed umano, estremamente vario, si sono pertanto avvicendati i miti, le modalità di percezione del paesaggio naturale che hanno caratterizzano in senso più ampio la storia della cultura estetica e percettiva: una narrazione nascosta ma percettibile che, se compresa fino in fondo, è in grado di poter guidare verso una sua tutela e valorizzazione, avulsa dagli aspetti maggiormente sconvolgenti ed irrispettosi che gli usi antropici -legati in primo luogo all'ingresso ed alla successiva proliferazione del turismo- hanno introdotto su tali luoghi nel corso degli ultimi decenni. In tale visione si inserisce questo contributo, volto alla riscoperta delle estreme peculiarità morfogeologiche, naturalistiche e paesaggistiche del mondo baldense, mediante la valorizzazione e la trasmissione consapevole dei contenuti intrinseci del luogo lungo il suggestivo itinerario che si snoda, doppiamente esposto verso la realtà benacense da un lato e quella trentina dall'altro, sulle cime della catena. La proposta progettuale si configura pertanto come una sorta di museo diffuso lungo il tracciato di vetta che, con una serie di interventi minuti e rispettosi verso lo specifico contesto di inserimento, posizionati in punti ritenuti significativi dell'itinerario stesso, intende proporre uno sguardo maggiormente consapevole verso le estreme peculiarità baldensi che all'occhio meno allenato ed edotto risultano di difficile lettura.File | Dimensione | Formato | |
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