La moda è un linguaggio ed un atto sociale. Se da un lato ci permette di entrare in relazione con il nostro corpo e con i corpi che ci circondano, dall’altro lato è la rappresentazione più fedele di quanto succeda in un determinato ambiente sociale ed in un preciso momento storico. Sebbene criticata ed ostacolata per anni per essere stata considerata banale ed effimera, la moda in realtà è un ottimo strumento di studio per la comprensione della cultura di ogni tempo, così come per la comprensione di problematiche etiche e di sostenibilità che negli anni si ritrova a dover affrontare. Da sempre la moda ha dovuto combattere l’accusa di essere passeggera e transitoria, di ostentare ricchezza e prosperità, di produrre una quantità ingente di capi di abbigliamento che presto cadono in disuso. Tuttavia, l’accezione del termine “effimero” così negativista, deve essere quanto meno riveduta e completata. Se da un lato, i processi di delocalizzazione e l’abbassamento del prezzo medio di un abito hanno portato alla creazione di un’enorme quantità di immagini e merci e del relativo trionfo dell’effimero e del passeggero, dall’altro lato, è pur vero che ogni abito non può e non deve essere considerato come il risultato di un mero processo produttivo, ma deve essere inteso, soprattutto quando parliamo di abiti d’autore, come il frutto di un processo creativo ed artistico. Ecco perché anche il confine fra la moda e l’arte (così come quello fra la moda e la comunicazione) può essere inteso come effimero e fugace. Perfetto emblema di tale sinergia è l’abito da cerimonia, e, nello specifico, quello della cerimonia per eccellenza: l’abito da sposa. Per la sua unicità e per il fatto di poter essere indossato solo ed esclusivamente una volta nella vita, l’acquisto dell’abito nuziale riflette l’esigenza ed il desiderio di differenziazione ed unicità. Ed ecco che, grazie alle più nuove e recenti tecnologie di produzione digitale, nascono e si sviluppano nuove sperimentazioni dei primi abiti da sposa realizzati in 3D, nel tentativo di rendere l’abito nuziale perfettamente rispondente alle volontà e alle esigenze delle clienti ed assolutamente adatto alle forme dei loro corpi. Le migliorate tecnologie di body scanner 3D e stampa tridimensionale, ma anche la sperimentale stampa di “tessuto”, permettono oggi di avere un livello di personalizzazione quasi illimitato, tutto è possibile con il supporto di un professionista che vanti una certa competenza tecnica nell’uso di tali tecnologie di produzione digitale. Questo progetto finalizzato a seguire il mantra “diventa stilista di te stesso” intende colmare il gap che si crea fra l’uso delle tecnologie di stampa tridimensionali ed il cliente finale, Ephemeral Collection presenta una linea dal design contemporaneo che unisce materiali e tecnologie innovative con il know-how dell’atelier tradizionale, dove grazie al design parametrico e alla produzione digitale la sposa diventa parte attiva del processo creativo. La missione, dunque, è quella di sviluppare una nuova piattaforma digitale in grado di consentire alla nubenda di scegliere e modificare i dettagli del proprio abito nuziale nel modo più semplice possibile, ottenendo come risultato un prodotto frutto di innovazione, ricerca, sviluppo sostenibile, collaborazione e gusto, possiamo definirlo un esempio di co-design-art. Ecco, dunque, che la moda effimera, passeggera, transitoria, perde la connotazione negativa di fast-fashion, a favore di un’accezione positiva che consente di abbandonare le logiche del design tradizionale che prevedono che ogni articolo sia identico all’altro, facendoci approdare alla logica del pezzo unico. Esclusivo, originale, irripetibile.

Ephemeral collection. Sistemi di produzione digitale applicati alla moda

VALENTI, MARINA
2014/2015

Abstract

La moda è un linguaggio ed un atto sociale. Se da un lato ci permette di entrare in relazione con il nostro corpo e con i corpi che ci circondano, dall’altro lato è la rappresentazione più fedele di quanto succeda in un determinato ambiente sociale ed in un preciso momento storico. Sebbene criticata ed ostacolata per anni per essere stata considerata banale ed effimera, la moda in realtà è un ottimo strumento di studio per la comprensione della cultura di ogni tempo, così come per la comprensione di problematiche etiche e di sostenibilità che negli anni si ritrova a dover affrontare. Da sempre la moda ha dovuto combattere l’accusa di essere passeggera e transitoria, di ostentare ricchezza e prosperità, di produrre una quantità ingente di capi di abbigliamento che presto cadono in disuso. Tuttavia, l’accezione del termine “effimero” così negativista, deve essere quanto meno riveduta e completata. Se da un lato, i processi di delocalizzazione e l’abbassamento del prezzo medio di un abito hanno portato alla creazione di un’enorme quantità di immagini e merci e del relativo trionfo dell’effimero e del passeggero, dall’altro lato, è pur vero che ogni abito non può e non deve essere considerato come il risultato di un mero processo produttivo, ma deve essere inteso, soprattutto quando parliamo di abiti d’autore, come il frutto di un processo creativo ed artistico. Ecco perché anche il confine fra la moda e l’arte (così come quello fra la moda e la comunicazione) può essere inteso come effimero e fugace. Perfetto emblema di tale sinergia è l’abito da cerimonia, e, nello specifico, quello della cerimonia per eccellenza: l’abito da sposa. Per la sua unicità e per il fatto di poter essere indossato solo ed esclusivamente una volta nella vita, l’acquisto dell’abito nuziale riflette l’esigenza ed il desiderio di differenziazione ed unicità. Ed ecco che, grazie alle più nuove e recenti tecnologie di produzione digitale, nascono e si sviluppano nuove sperimentazioni dei primi abiti da sposa realizzati in 3D, nel tentativo di rendere l’abito nuziale perfettamente rispondente alle volontà e alle esigenze delle clienti ed assolutamente adatto alle forme dei loro corpi. Le migliorate tecnologie di body scanner 3D e stampa tridimensionale, ma anche la sperimentale stampa di “tessuto”, permettono oggi di avere un livello di personalizzazione quasi illimitato, tutto è possibile con il supporto di un professionista che vanti una certa competenza tecnica nell’uso di tali tecnologie di produzione digitale. Questo progetto finalizzato a seguire il mantra “diventa stilista di te stesso” intende colmare il gap che si crea fra l’uso delle tecnologie di stampa tridimensionali ed il cliente finale, Ephemeral Collection presenta una linea dal design contemporaneo che unisce materiali e tecnologie innovative con il know-how dell’atelier tradizionale, dove grazie al design parametrico e alla produzione digitale la sposa diventa parte attiva del processo creativo. La missione, dunque, è quella di sviluppare una nuova piattaforma digitale in grado di consentire alla nubenda di scegliere e modificare i dettagli del proprio abito nuziale nel modo più semplice possibile, ottenendo come risultato un prodotto frutto di innovazione, ricerca, sviluppo sostenibile, collaborazione e gusto, possiamo definirlo un esempio di co-design-art. Ecco, dunque, che la moda effimera, passeggera, transitoria, perde la connotazione negativa di fast-fashion, a favore di un’accezione positiva che consente di abbandonare le logiche del design tradizionale che prevedono che ogni articolo sia identico all’altro, facendoci approdare alla logica del pezzo unico. Esclusivo, originale, irripetibile.
ROMERO, MAXIMILIANO
DUCATO, FRANCESCO
ARC III - Scuola del Design
18-dic-2015
2014/2015
Tesi di laurea Magistrale
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/117306