What a Fix! è un servizio collaborativo per riparare principalmente piccoli apparecchi elettronici, basato su una comunità di riparatori per evitare la produzione di rifiuti elettronici inutili. Questa particolare categoria di rifiuti risulta difficile da smaltire correttamente a livello ambientale, ed è in esponenziale crescita, concretizzandosi sempre più come una fruibile minaccia per l’uomo. Principali cause della produzione di rifiuti elettronici sono le forti politiche di consumismo dei produttori di apparecchiature elettriche ed elettroniche stessi, che attraverso strumenti come l’obslescenza programmata spingono il consumatore all’acquisto e alla sostituzione anzichè al recupero e al prolungamento di vita dell’apparecchio elettrico elettronico in questione. Anche il senso di proprietà del consumatore gioca un ruolo fondamentale in tutto questo: la filosofia del “TRASH OUT OF SIGHT, OUT OF MIND” spinge molti ad avere un’atteggiamento di passività nell’essere di fatto proprietari di un oggetto, ma comunque incisivo nel momento in cui se ne determina la fine di utilizzo, anche quando questa non coincide con la fine effettiva. L’idea alla base di What a Fix! è quella di riuscire a cambiare l’atteggiamento del consumatore attraverso soluzioni che implichino di fatto un’approccio collaborativo alla riparazione. Coinvolgendo direttamente il consumatore, si cercherà di creare una sinergia fra fruitori di conoscenza sulla riparazione e il proprietario dell’oggetto da riparare, dimostrando di fatto che un’alternativa sostenibile (e perchè no divertente) all’immediata e compulsiva sostituzione di fatto esiste. Fondamentale è la creazione di una comunità costituita da esperti, amatori, semplici curiosi, timidi approcciatori, studenti del tema della riparazione di apparecchiature elettriche ed elettroniche, chiunque abbia interesse a mettersi in gioco e a condividere con altri la propria esperienza e conoscenza. Questa comunità dovrà di fatto immettersi e connettersi nel tessuto urbano attraverso canali come un laboratorio fisico dove esercitare e gestire le proprie attività, un network fisico e digitale con altre realtà operanti sul territorio Una soluzione questa nata dal basso, che vede coinvolti sia la sfera pubblica che quella privata, enti pubblici e aziende piccole e grandi che condividano un valore di responsabilità sociale nei confronti della tematica dei rifiuti elettronici.Un’attività no-profit che ha di fatto l’obbiettivo di prolungare il ciclo di vita degli apprecchi elettrici ed elettronici: per far ciò provvede a fornire un servizio di riparazione collettiva sotto forma di fixing sessions, oltre che un servizio di raccolta di ciò che non viene più utilizzato ma che possa essere eventualmente riparato e utilizzato da altri. Di fatto questo progetto propone una sfida culturale a cambiare atteggiamento nei confronti del concetto di riparazione come soluzione eco-sostenibile, come atto concreto vissuto in prima persona e non in maniera distaccata, mirando a creare un vero e proprio movimento di fixers.

What a fix ! A community-based solution to reduce the E-waste production

MAGGIAN, ALBERTO
2014/2015

Abstract

What a Fix! è un servizio collaborativo per riparare principalmente piccoli apparecchi elettronici, basato su una comunità di riparatori per evitare la produzione di rifiuti elettronici inutili. Questa particolare categoria di rifiuti risulta difficile da smaltire correttamente a livello ambientale, ed è in esponenziale crescita, concretizzandosi sempre più come una fruibile minaccia per l’uomo. Principali cause della produzione di rifiuti elettronici sono le forti politiche di consumismo dei produttori di apparecchiature elettriche ed elettroniche stessi, che attraverso strumenti come l’obslescenza programmata spingono il consumatore all’acquisto e alla sostituzione anzichè al recupero e al prolungamento di vita dell’apparecchio elettrico elettronico in questione. Anche il senso di proprietà del consumatore gioca un ruolo fondamentale in tutto questo: la filosofia del “TRASH OUT OF SIGHT, OUT OF MIND” spinge molti ad avere un’atteggiamento di passività nell’essere di fatto proprietari di un oggetto, ma comunque incisivo nel momento in cui se ne determina la fine di utilizzo, anche quando questa non coincide con la fine effettiva. L’idea alla base di What a Fix! è quella di riuscire a cambiare l’atteggiamento del consumatore attraverso soluzioni che implichino di fatto un’approccio collaborativo alla riparazione. Coinvolgendo direttamente il consumatore, si cercherà di creare una sinergia fra fruitori di conoscenza sulla riparazione e il proprietario dell’oggetto da riparare, dimostrando di fatto che un’alternativa sostenibile (e perchè no divertente) all’immediata e compulsiva sostituzione di fatto esiste. Fondamentale è la creazione di una comunità costituita da esperti, amatori, semplici curiosi, timidi approcciatori, studenti del tema della riparazione di apparecchiature elettriche ed elettroniche, chiunque abbia interesse a mettersi in gioco e a condividere con altri la propria esperienza e conoscenza. Questa comunità dovrà di fatto immettersi e connettersi nel tessuto urbano attraverso canali come un laboratorio fisico dove esercitare e gestire le proprie attività, un network fisico e digitale con altre realtà operanti sul territorio Una soluzione questa nata dal basso, che vede coinvolti sia la sfera pubblica che quella privata, enti pubblici e aziende piccole e grandi che condividano un valore di responsabilità sociale nei confronti della tematica dei rifiuti elettronici.Un’attività no-profit che ha di fatto l’obbiettivo di prolungare il ciclo di vita degli apprecchi elettrici ed elettronici: per far ciò provvede a fornire un servizio di riparazione collettiva sotto forma di fixing sessions, oltre che un servizio di raccolta di ciò che non viene più utilizzato ma che possa essere eventualmente riparato e utilizzato da altri. Di fatto questo progetto propone una sfida culturale a cambiare atteggiamento nei confronti del concetto di riparazione come soluzione eco-sostenibile, come atto concreto vissuto in prima persona e non in maniera distaccata, mirando a creare un vero e proprio movimento di fixers.
ARC III - Scuola del Design
18-dic-2015
2014/2015
Tesi di laurea Magistrale
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/117336