“Oggi la crisi, ci smuove dal letargo, ci obbliga a pensare più a fondo, a guardare la realtà per quello che è”: “Non possiamo pretendere che le cose cambino, se continuiamo a fare le stesse cose. La crisi è la più grande benedizione per le persone e le nazioni, perché la crisi porta progressi. La creatività nasce dall’angoscia come il giorno nasce dalla notte oscura. E’ nella crisi che sorge l’inventiva, le scoperte e le grandi strategie. Chi supera la crisi supera sé stesso senza essere ‘superato’. Chi attribuisce alla crisi i suoi fallimenti e difficoltà, violenta il suo stesso talento e dà più valore ai problemi che alle soluzioni. La vera crisi, è la crisi dell’incompetenza. L’inconveniente delle persone e delle nazioni è la pigrizia nel cercare soluzioni e vie di uscita. Senza crisi non ci sono sfide, senza sfide la vita è una routine, una lenta agonia. Senza crisi non c’è merito. E’ nella crisi che emerge il meglio di ognuno, perché senza crisi tutti i venti sono solo lievi brezze. Parlare di crisi significa incrementarla, e tacere nella crisi è esaltare il conformismo. Invece, lavoriamo duro. Finiamola una volta per tutte con l’unica crisi pericolosa, che è la tragedia di non voler lottare per superarla”. Il Mondo come Io lo Vedo di Albert Einstein, 1931 Il tema della tesi nasce da una riflessione sul panorama storico e culturale attuale. Viviamo in un momento di crisi, economica e soprattutto sociale. Come ogni cosa però c’è sempre l’altro lato della medaglia, infatti anche un momento di crisi, se valutato dalla giusta prospettiva diviene un momento di grande opportunità. La ricerca della tesi parte proprio dall’analisi della società in questa prospettiva: si possono scorgere infatti molte iniziative con cui la comunità ha dimostrato un comportamento di tipo resiliente di fronte la crisi e al disagio sociale, come ad esempio i fenomeni del consumo collaborativo, le comunità creative, le pratiche sempre più diffuse di sharing economy. Tutti questi fenomeni rientrano sotto il grande ombrello dell’innovazione sociale, che si prospetta come “un candidato promettente pe una necessaria riorganizzazione delle relazioni produttive e sociali” 1 A questo punto della ricerca mi sono chiesta quindi quale fosse il ruolo del design e cosa io da designer potrei fare nel contesto precedentemente descritto. Tra i vari ambiti che si sviluppano all’interno dell’innovazione sociale, è stato scelto di restringere il campo al tema della rigenerazione urbana, lo sviluppo locale e il social business, indagando il ruolo che il design assume all’interno di questo tema. Lo scopo di tutta la ricerca, in quanto studentessa in design, è stato quindi individuare e analizzare quali strumenti del design sono quelli più idonei a favorire i fenomeni di rigenerazione urbana. La metodologia di analisi si è divisa in due fasi: - raccolta e analisi di casi studio su progetti di innovazione sociale e rigenerazione urbana su scala nazionale e internazionale da cui ricavare una serie di linee guida e best practice - ricerca sperimentale sul campo, seguendo dall’interno parte del percorso svolto all’interno di un progetto sperimentale design-driven “Make in Progress” a Sulbiate (MB) E’ stata svolta inoltre un’analisi su vari strumenti e processi già esistenti nel campo del design dei servizi e dell’innovazione sociale. Il prodotto di queste azioni è duplice. In primis risponde alla domanda sul ruolo che il design assume all’interno di questi processi come facilitatore e mediatore ma anche come operatore culturale, in accordo con quanto detto da Manzini “Therefore, expert design operates on two level:on the one hand,day by day and issue by issue, it sustains social actors in the constant co-designing process in which we find ourselve. On the other, it works as a cultural operator, collaborating in the creation of the shared images and stories that underlie a new idea of well-being”. 2 Un altro risultato concretizza le osservazioni effettuate tramite la stesura di un toolkit: “Four a process”, il cui obiettivo favorire la concretizzazione di questo tipo di azioni in imprese economicamente sostenibili e inoltre con l’obiettivo di mettere in rete gli operatori del settore con la creazione di un sito. Parte di questo processo è stato effettivamente sperimentato e validato all’interno della collaborazione con MiP. Murray R., Caulier Grice J.,Mulgan G., Il libro bianco sull’innovazione sociale. Ed.italiana a cura di Giordano A., Arvidsson A. NESTA , scaricabile su http://www.societing.org/2011/06/il-libro-bianco-dellinnovazione-sociale-feel-the-innovation/ Manzini,E. (2015) Design. When Everybody Designs. An introduction to Design for Social Innovation, Massachussets Institute of Technology
TIPS. Territorial innovation, path and strategy. Design e innovazione sociale per l'empowerment del territorio
BARBIERI, ANNALISA
2014/2015
Abstract
“Oggi la crisi, ci smuove dal letargo, ci obbliga a pensare più a fondo, a guardare la realtà per quello che è”: “Non possiamo pretendere che le cose cambino, se continuiamo a fare le stesse cose. La crisi è la più grande benedizione per le persone e le nazioni, perché la crisi porta progressi. La creatività nasce dall’angoscia come il giorno nasce dalla notte oscura. E’ nella crisi che sorge l’inventiva, le scoperte e le grandi strategie. Chi supera la crisi supera sé stesso senza essere ‘superato’. Chi attribuisce alla crisi i suoi fallimenti e difficoltà, violenta il suo stesso talento e dà più valore ai problemi che alle soluzioni. La vera crisi, è la crisi dell’incompetenza. L’inconveniente delle persone e delle nazioni è la pigrizia nel cercare soluzioni e vie di uscita. Senza crisi non ci sono sfide, senza sfide la vita è una routine, una lenta agonia. Senza crisi non c’è merito. E’ nella crisi che emerge il meglio di ognuno, perché senza crisi tutti i venti sono solo lievi brezze. Parlare di crisi significa incrementarla, e tacere nella crisi è esaltare il conformismo. Invece, lavoriamo duro. Finiamola una volta per tutte con l’unica crisi pericolosa, che è la tragedia di non voler lottare per superarla”. Il Mondo come Io lo Vedo di Albert Einstein, 1931 Il tema della tesi nasce da una riflessione sul panorama storico e culturale attuale. Viviamo in un momento di crisi, economica e soprattutto sociale. Come ogni cosa però c’è sempre l’altro lato della medaglia, infatti anche un momento di crisi, se valutato dalla giusta prospettiva diviene un momento di grande opportunità. La ricerca della tesi parte proprio dall’analisi della società in questa prospettiva: si possono scorgere infatti molte iniziative con cui la comunità ha dimostrato un comportamento di tipo resiliente di fronte la crisi e al disagio sociale, come ad esempio i fenomeni del consumo collaborativo, le comunità creative, le pratiche sempre più diffuse di sharing economy. Tutti questi fenomeni rientrano sotto il grande ombrello dell’innovazione sociale, che si prospetta come “un candidato promettente pe una necessaria riorganizzazione delle relazioni produttive e sociali” 1 A questo punto della ricerca mi sono chiesta quindi quale fosse il ruolo del design e cosa io da designer potrei fare nel contesto precedentemente descritto. Tra i vari ambiti che si sviluppano all’interno dell’innovazione sociale, è stato scelto di restringere il campo al tema della rigenerazione urbana, lo sviluppo locale e il social business, indagando il ruolo che il design assume all’interno di questo tema. Lo scopo di tutta la ricerca, in quanto studentessa in design, è stato quindi individuare e analizzare quali strumenti del design sono quelli più idonei a favorire i fenomeni di rigenerazione urbana. La metodologia di analisi si è divisa in due fasi: - raccolta e analisi di casi studio su progetti di innovazione sociale e rigenerazione urbana su scala nazionale e internazionale da cui ricavare una serie di linee guida e best practice - ricerca sperimentale sul campo, seguendo dall’interno parte del percorso svolto all’interno di un progetto sperimentale design-driven “Make in Progress” a Sulbiate (MB) E’ stata svolta inoltre un’analisi su vari strumenti e processi già esistenti nel campo del design dei servizi e dell’innovazione sociale. Il prodotto di queste azioni è duplice. In primis risponde alla domanda sul ruolo che il design assume all’interno di questi processi come facilitatore e mediatore ma anche come operatore culturale, in accordo con quanto detto da Manzini “Therefore, expert design operates on two level:on the one hand,day by day and issue by issue, it sustains social actors in the constant co-designing process in which we find ourselve. On the other, it works as a cultural operator, collaborating in the creation of the shared images and stories that underlie a new idea of well-being”. 2 Un altro risultato concretizza le osservazioni effettuate tramite la stesura di un toolkit: “Four a process”, il cui obiettivo favorire la concretizzazione di questo tipo di azioni in imprese economicamente sostenibili e inoltre con l’obiettivo di mettere in rete gli operatori del settore con la creazione di un sito. Parte di questo processo è stato effettivamente sperimentato e validato all’interno della collaborazione con MiP. Murray R., Caulier Grice J.,Mulgan G., Il libro bianco sull’innovazione sociale. Ed.italiana a cura di Giordano A., Arvidsson A. NESTA , scaricabile su http://www.societing.org/2011/06/il-libro-bianco-dellinnovazione-sociale-feel-the-innovation/ Manzini,E. (2015) Design. When Everybody Designs. An introduction to Design for Social Innovation, Massachussets Institute of TechnologyFile | Dimensione | Formato | |
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