La Next Economy rappresenta il quadro generale in cui si inserisce questa tesi, che vuole essere frutto dell’attuazione dei princìpi della stessa. In tal modo, questa tesi tenta di coniugare due ambiti del design che hanno conversato troppo poco tra di loro: il community centered design e il material driven design. S’intende configurare degli scenari futuri sullo sviluppo di sistemi di persone, prodotti, servizi e spazi all’interno della realtà urbana milanese. In particolare, si agirà nella realtà emergente degli orti urbani condivisi, che si configurano come spazio di innovazione sociale, dove la comunità dei cittadini che si prende cura di questi spazi verdi è parte integrante del processo di sviluppo e attivazione delle attività di innovazione sociale. L’oggetto dell’azione progettuale è il processo con cui si producono materiali a partire da opportunità poco esplorate all’interno dell’ambito degli orti condivisi. Questo processo ambisce a cambiare dei comportamenti attualmente esistenti nella comunità, in particolare la gestione degli scarti prodotti dagli stessi. E’ infatti possibile trasformare gli scarti in una risorsa e opportunità, ricavandone una biocomposito totalmente biodegradabile, utilizzando il kit GIY (Grow It Yourself), seguendo il modello del Material Driven Design (MDD). Il percorso (cfr “Modalità di ricerca”, p. 19) è principalmente sperimentale: mantenendo il concetto di “ritorno alla realtà”, ci si è sporcati le mani in una serie di workshop che ha coinvolto cittadini e associazioni all’interno di Coltivando, l’orto conviviale al Politecnico di Milano, e dell’orto in Cascina de’ Prati. In una prima fase il designer è colui che trasferisce saperi ai cittadini, a cui sussegue la seconda fase, quella di sperimentazione del materiale in loco, utilizzando sia le risorse messe a disposizione dal designer, sia quelle semplici offerte dell’orto condiviso e dai cittadini stessi. Questa fase di sperimentazione è cruciale per poter comprendere la caratteristiche funzionali e soft degli artefatti, i desideri della comunità, per poter lasciare libera la stessa di costruire scenari di applicazione del materiale e, infine, per poter sperimentare diverse varianti dello stesso materiale. Questa tesi è figlia di un approccio interdisciplinare: community centred design e material driven design si fondono per dare vita a scenari futuri radicati nel reale, che esiste e continua a rinnovarsi. Tali scenari vedono nell’ambiente (definito sia come “lo spazio circostante considerato con tutte o con la maggior parte delle sue caratteristiche”, sia come “complesso di condizioni sociali, culturali e morali nel quale una persona si trova, si forma, si definisce”) il punto di partenza per lo sviluppo di una nuova economia: in una sola dicitura, il sistema mira a fare dell’ambiente la Next Economy (“make the environment the (Next) Economy”). Questa tesi si propone di rimettere in contatto le persone con la realtà dei materiali e la manipolazione degli stessi, attraverso attività di co-design e inserendo le realtà in network globali di innovazione sociale.

km-1. Make the environment the (next) economy

MONNA, VANESSA
2014/2015

Abstract

La Next Economy rappresenta il quadro generale in cui si inserisce questa tesi, che vuole essere frutto dell’attuazione dei princìpi della stessa. In tal modo, questa tesi tenta di coniugare due ambiti del design che hanno conversato troppo poco tra di loro: il community centered design e il material driven design. S’intende configurare degli scenari futuri sullo sviluppo di sistemi di persone, prodotti, servizi e spazi all’interno della realtà urbana milanese. In particolare, si agirà nella realtà emergente degli orti urbani condivisi, che si configurano come spazio di innovazione sociale, dove la comunità dei cittadini che si prende cura di questi spazi verdi è parte integrante del processo di sviluppo e attivazione delle attività di innovazione sociale. L’oggetto dell’azione progettuale è il processo con cui si producono materiali a partire da opportunità poco esplorate all’interno dell’ambito degli orti condivisi. Questo processo ambisce a cambiare dei comportamenti attualmente esistenti nella comunità, in particolare la gestione degli scarti prodotti dagli stessi. E’ infatti possibile trasformare gli scarti in una risorsa e opportunità, ricavandone una biocomposito totalmente biodegradabile, utilizzando il kit GIY (Grow It Yourself), seguendo il modello del Material Driven Design (MDD). Il percorso (cfr “Modalità di ricerca”, p. 19) è principalmente sperimentale: mantenendo il concetto di “ritorno alla realtà”, ci si è sporcati le mani in una serie di workshop che ha coinvolto cittadini e associazioni all’interno di Coltivando, l’orto conviviale al Politecnico di Milano, e dell’orto in Cascina de’ Prati. In una prima fase il designer è colui che trasferisce saperi ai cittadini, a cui sussegue la seconda fase, quella di sperimentazione del materiale in loco, utilizzando sia le risorse messe a disposizione dal designer, sia quelle semplici offerte dell’orto condiviso e dai cittadini stessi. Questa fase di sperimentazione è cruciale per poter comprendere la caratteristiche funzionali e soft degli artefatti, i desideri della comunità, per poter lasciare libera la stessa di costruire scenari di applicazione del materiale e, infine, per poter sperimentare diverse varianti dello stesso materiale. Questa tesi è figlia di un approccio interdisciplinare: community centred design e material driven design si fondono per dare vita a scenari futuri radicati nel reale, che esiste e continua a rinnovarsi. Tali scenari vedono nell’ambiente (definito sia come “lo spazio circostante considerato con tutte o con la maggior parte delle sue caratteristiche”, sia come “complesso di condizioni sociali, culturali e morali nel quale una persona si trova, si forma, si definisce”) il punto di partenza per lo sviluppo di una nuova economia: in una sola dicitura, il sistema mira a fare dell’ambiente la Next Economy (“make the environment the (Next) Economy”). Questa tesi si propone di rimettere in contatto le persone con la realtà dei materiali e la manipolazione degli stessi, attraverso attività di co-design e inserendo le realtà in network globali di innovazione sociale.
FASSI, DAVIDE
GALLUZZO, LAURA
ARC III - Scuola del Design
18-dic-2015
2014/2015
Tesi di laurea Magistrale
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