“Che ti move, o omo, ad abbandonare le tue proprie abitazioni delle città, e lasciare li parenti ed amici, ed andare in lochi campestri per monti e valli, se non la naturale bellezza del mondo?...” [L. Da Vinci] …o se non il naturale scorrere del fiume? Il fiume, come più significativo, forse misterioso, elemento di paesaggio che cattura l’attenzione, con i suoi indefiniti ruoli, le sue mutevoli forme e i suoi mille colori. Il fiume come direttore delle operazioni e organizzatore di vita e di sviluppo economico, come generatore e moderatore di espansione e crescita della (futura) popolazione sulle sue rive, o di declino. Protagonista della Tesi proposta è il Nure, affluente del grande Po’, principe nel territorio piacentino. Gli obiettivi di ricerca sono di indagare –prima- il rapporto ormai perso, a causa della recente e violenta alluvione del 14.09.2015, tra il fiume e la sua valle e riscoprire –dopo- il valore di un importante corridoio d’acqua e via di comunicazione e commercio, oggi vitale elemento naturale da valorizzare, rigenerare e preservare. Il progetto si sviluppa lungo le rive del torrente, nei tre paesi principali quali Ponte dell’Olio, Bettola e Farini, fino a trovare la sede principale proprio in quest’ultimo luogo, Farini, brutalmente segnata dal disastro causato dall’inondazione. Un intero waterfront da ricostruire, un’area fortemente legata alla storia del luogo e alla sua memoria, o meglio, legata alla memoria di chi ha memoria di lei, con un grande potenziale dato dall’affaccio diretto sull’acqua. È da e fino qui che si ricerca la relazione perduta fra i principali archetipi che compongono il territorio preso in analisi: il costruito, il tessuto urbano di lieve impatto, frammentato e frammentario; il paesaggio, le montagne e la loro morfologia, contesto scenografico di grande effetto; ed infine, ultimo ma non ultimo, l’uomo, come attore principale della scena, attivo e passivo, che segue, nel bene o nel male, il regolare mutare delle circostanze. Del resto il fiume è da sempre indicatore per i popoli nella storia e guida dei loro destini, è il prolungamento del mare, è la strada sulla quale si sviluppa una civiltà, strada del commercio e della crescita in un luogo della società. Questo perché l’elemento acqua ha sempre aiutato lo sviluppo di piccoli o grandi borghi, come infrastruttura e come garanzia di sicurezza ai cittadini, ecco perché nelle sue vicinanze nascevano sempre insediamenti. Finalità del progetto è dunque quella di recuperare tali valori, riscoprirli e riscoprire come siano ancora attuali, e sarà possibile attraverso le tre principali fasi di lavoro. La prima, di lettura; una generica indagine urbana permette di acquisire una conoscenza relativa all’inquadramento del territorio e della valle, con particolare attenzione all’evoluzione e alla modificazione della morfologia urbana, mediante lo studio di concezioni spaziali tra cui spazi liberi, spazi edificati e spazi di relazione, prestando particolare attenzione ai nuovi bisogni infrastrutturali della Valle. La seconda, di scrittura; vero e proprio processo di interpretazione, durante questa fase è possibile dedurre misure e regole per la strategia di progetto, il quale si presenta come un sistema lineare di percorsi, rigenerati e ricostruiti, ed attività lungo il fiume. La terza ed ultima, di composizione; fase di intervento di rigenerazione e riqualifica del waterfront e delle aree oggetto dell’imprevista furia dell’acqua.

Paesaggi stratificati. Costruire sul costruito

DI BERNARDO, CAMILLA;TAGLIAFERRI, LUCA
2014/2015

Abstract

“Che ti move, o omo, ad abbandonare le tue proprie abitazioni delle città, e lasciare li parenti ed amici, ed andare in lochi campestri per monti e valli, se non la naturale bellezza del mondo?...” [L. Da Vinci] …o se non il naturale scorrere del fiume? Il fiume, come più significativo, forse misterioso, elemento di paesaggio che cattura l’attenzione, con i suoi indefiniti ruoli, le sue mutevoli forme e i suoi mille colori. Il fiume come direttore delle operazioni e organizzatore di vita e di sviluppo economico, come generatore e moderatore di espansione e crescita della (futura) popolazione sulle sue rive, o di declino. Protagonista della Tesi proposta è il Nure, affluente del grande Po’, principe nel territorio piacentino. Gli obiettivi di ricerca sono di indagare –prima- il rapporto ormai perso, a causa della recente e violenta alluvione del 14.09.2015, tra il fiume e la sua valle e riscoprire –dopo- il valore di un importante corridoio d’acqua e via di comunicazione e commercio, oggi vitale elemento naturale da valorizzare, rigenerare e preservare. Il progetto si sviluppa lungo le rive del torrente, nei tre paesi principali quali Ponte dell’Olio, Bettola e Farini, fino a trovare la sede principale proprio in quest’ultimo luogo, Farini, brutalmente segnata dal disastro causato dall’inondazione. Un intero waterfront da ricostruire, un’area fortemente legata alla storia del luogo e alla sua memoria, o meglio, legata alla memoria di chi ha memoria di lei, con un grande potenziale dato dall’affaccio diretto sull’acqua. È da e fino qui che si ricerca la relazione perduta fra i principali archetipi che compongono il territorio preso in analisi: il costruito, il tessuto urbano di lieve impatto, frammentato e frammentario; il paesaggio, le montagne e la loro morfologia, contesto scenografico di grande effetto; ed infine, ultimo ma non ultimo, l’uomo, come attore principale della scena, attivo e passivo, che segue, nel bene o nel male, il regolare mutare delle circostanze. Del resto il fiume è da sempre indicatore per i popoli nella storia e guida dei loro destini, è il prolungamento del mare, è la strada sulla quale si sviluppa una civiltà, strada del commercio e della crescita in un luogo della società. Questo perché l’elemento acqua ha sempre aiutato lo sviluppo di piccoli o grandi borghi, come infrastruttura e come garanzia di sicurezza ai cittadini, ecco perché nelle sue vicinanze nascevano sempre insediamenti. Finalità del progetto è dunque quella di recuperare tali valori, riscoprirli e riscoprire come siano ancora attuali, e sarà possibile attraverso le tre principali fasi di lavoro. La prima, di lettura; una generica indagine urbana permette di acquisire una conoscenza relativa all’inquadramento del territorio e della valle, con particolare attenzione all’evoluzione e alla modificazione della morfologia urbana, mediante lo studio di concezioni spaziali tra cui spazi liberi, spazi edificati e spazi di relazione, prestando particolare attenzione ai nuovi bisogni infrastrutturali della Valle. La seconda, di scrittura; vero e proprio processo di interpretazione, durante questa fase è possibile dedurre misure e regole per la strategia di progetto, il quale si presenta come un sistema lineare di percorsi, rigenerati e ricostruiti, ed attività lungo il fiume. La terza ed ultima, di composizione; fase di intervento di rigenerazione e riqualifica del waterfront e delle aree oggetto dell’imprevista furia dell’acqua.
TAGLIAFICHI, MATTEO
ARC I - Scuola di Architettura e Società
22-dic-2015
2014/2015
Tesi di laurea Magistrale
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/117516