Al centro del lavoro per la tesi di laurea si colloca il tema del rilancio della cultura dell’abitare, partendo dall’idea di rinnovare e reinventare il significato degli spazi pubblici in relazione con quelli privati e degli spazi collettivi di mediazione. L’obbiettivo è quello di creare un nuovo equilibrio tra pubblico e privato partendo da un’architettura che non si esaurisce nel singolo progetto dell’edificio ma che investa anche il tema dei luoghi generando regolarità e sorpresa, chiarezza ed interferenza, equilibrio tra moto e quiete, elementi fondanti della narrazione. In questo modo è possibile rinsaldare e reinventare le reti della socialità in uno stretto rapporto tra spazio privato e spazio pubblico dando centralità alle nuove trame socializzanti. Nello specifico il progetto propone la riqualifica delle aree industriali dismesse situate nell’ansa creata dal tessuto ferroviario e che porta ad un suo isolamento già dalla fine del ‘800, con l’obbiettivo di trasformare un grande vuoto in una parte di città. Gli elementi con cui deve rapportarsi il progetto sono sicuramente il sistema ferroviario che se da un lato, rompe le relazioni di prossimità con i quartieri circostanti, dall’altro le consente un’elevata accessibilità sia a scala metropolitana (che ne ha determinato il decollo industriale e ne favorisce oggi la riqualificazione) che inter-regionale, ma anche internazionale grazie al collegamento con Malpensa. Altri elementi fondamentali sono sicuramente le preesistenze storiche, gli ex edifici industriali oggi dismessi, che possono e devono assumere il ruolo di veri e propri monumenti. Partendo da queste premesse il progetto, che si configura come il risultato di un processo dialettico tra le varie scale della progettazione, prende avvio dal disegno di trame relazionali con le aree circostanti creando delle “porte” (per lo più ciclopedonali) che consentano di superare la ferrovia e che hanno il loro culmine nel grande invaso quadrato centrale strutturato su interferenze e combinazioni tra parti minerali e parti vegetali che generano un sistema di soglie da cui si dipartono fughe prospettiche verso spazi che strutturano l’intera area.

Architettura delle relazioni. Una proposta di riqualifica dell'ex area industriale di Bovisa

CACCIA, BENEDETTA
2014/2015

Abstract

Al centro del lavoro per la tesi di laurea si colloca il tema del rilancio della cultura dell’abitare, partendo dall’idea di rinnovare e reinventare il significato degli spazi pubblici in relazione con quelli privati e degli spazi collettivi di mediazione. L’obbiettivo è quello di creare un nuovo equilibrio tra pubblico e privato partendo da un’architettura che non si esaurisce nel singolo progetto dell’edificio ma che investa anche il tema dei luoghi generando regolarità e sorpresa, chiarezza ed interferenza, equilibrio tra moto e quiete, elementi fondanti della narrazione. In questo modo è possibile rinsaldare e reinventare le reti della socialità in uno stretto rapporto tra spazio privato e spazio pubblico dando centralità alle nuove trame socializzanti. Nello specifico il progetto propone la riqualifica delle aree industriali dismesse situate nell’ansa creata dal tessuto ferroviario e che porta ad un suo isolamento già dalla fine del ‘800, con l’obbiettivo di trasformare un grande vuoto in una parte di città. Gli elementi con cui deve rapportarsi il progetto sono sicuramente il sistema ferroviario che se da un lato, rompe le relazioni di prossimità con i quartieri circostanti, dall’altro le consente un’elevata accessibilità sia a scala metropolitana (che ne ha determinato il decollo industriale e ne favorisce oggi la riqualificazione) che inter-regionale, ma anche internazionale grazie al collegamento con Malpensa. Altri elementi fondamentali sono sicuramente le preesistenze storiche, gli ex edifici industriali oggi dismessi, che possono e devono assumere il ruolo di veri e propri monumenti. Partendo da queste premesse il progetto, che si configura come il risultato di un processo dialettico tra le varie scale della progettazione, prende avvio dal disegno di trame relazionali con le aree circostanti creando delle “porte” (per lo più ciclopedonali) che consentano di superare la ferrovia e che hanno il loro culmine nel grande invaso quadrato centrale strutturato su interferenze e combinazioni tra parti minerali e parti vegetali che generano un sistema di soglie da cui si dipartono fughe prospettiche verso spazi che strutturano l’intera area.
ARC II - Scuola di Architettura Civile
21-dic-2015
2014/2015
Tesi di laurea Magistrale
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/10589/117594