Il futuro dell’area Expo è oggi uno degli argomenti più importanti nel dibattito architettonico e urbanistico di Milano. Al termine dei sei mesi di forzata chiusura del sito espositivo per consentire lo smaltimento dei padiglioni il destino che a grandi linee è stato fino ad ora tratteggiato è quello di una riconversione a parco tecnologico e cittadella della scienza con un esplicito interessamento dell’Università Statale di Milano che si è dichiarata pronta a un trasferimento di alcune facoltà. E’ però doveroso sottolineare che, al di là del cambio di destinazione funzionale, il tema centrale di questo processo di trasformazione vada ritrovato nel rapporto tra l’area di progetto e una più ampia idea di contesto alle sue diverse scale. Per questo motivo l’approccio con il quale questo lavoro si rivolge al disegno del masterplan trae le sue origini da una riflessione sul ruolo che l’area ha oggi con il suo territorio e con i vari sistemi eterogenei della città contemporanea. La proposta che viene avanzata è quella di una riconversione dell’area a parco agricolo con il mantenimento degli elementi principali di Expo per i quali è previsto un rinnovamento di destinazione d’uso. Legacy, identità e integrazione sono i temi principali su cui il progetto riflette in questa fase. Per quanto riguarda il parco, è bene sottolineare che la scelta della tipologia agricola non aspira a un ritorno passivo alla condizione precedente rispetto all’apertura del sito espositivo, ma deriva dalla volontà di reinserire l’area in quel paesaggio antropico fatto di elementi naturali e manufatti artificiali che da sempre caratterizza lo sviluppo di Milano. Va inoltre aggiunto che i costi di gestione di questa operazione sarebbero, in ultima analisi, molto al di sotto di un ipotetico parco urbano tradizionale. All’interno di quella che può essere riassunta come una realtà mista in cui i diversi elementi vanno a ricostruire e ridefinire il paesaggio circostante, il progetto prevede inoltre la collocazione di uno stadio di calcio per un totale di 50 000 spettatori in linea con le principali direttive europee e della UEFA. La forma di questo grande oggetto riflette in modo più generale sul tema della bigness auspicando un inserimento calibrato nel parco nonostante le sue grandi dimensioni. A tal fine è rivolta la volontà di rimuovere l’involucro esterno dell’edificio per rivelare la chiarezza delle parti strutturali e la forma ondulata della gradinata superiore, pensata a sua volta come elemento di integrazione con il parco. Da un punto di vista strutturale, gli elementi che il progetto sceglie di privilegiare sono la gradinata del secondo anello, disegnata come un guscio di cemento armato, e la copertura, che riprende il principio del cable roof e che si mostra leggera e sospesa al di sopra della tribuna. Semplicità, chiarezza e verità strutturale sono gli aspetti centrali di questo lavoro che si augura di apportare un contributo alla discussione sul post Expo di Milano 2015.
Post-Expo stadium. A new ecology in the contemporary landscape
GIANNELLI, GLORIA;MOLINA HERNANDEZ, ADAN;DAGRADI, MARCELLO
2014/2015
Abstract
Il futuro dell’area Expo è oggi uno degli argomenti più importanti nel dibattito architettonico e urbanistico di Milano. Al termine dei sei mesi di forzata chiusura del sito espositivo per consentire lo smaltimento dei padiglioni il destino che a grandi linee è stato fino ad ora tratteggiato è quello di una riconversione a parco tecnologico e cittadella della scienza con un esplicito interessamento dell’Università Statale di Milano che si è dichiarata pronta a un trasferimento di alcune facoltà. E’ però doveroso sottolineare che, al di là del cambio di destinazione funzionale, il tema centrale di questo processo di trasformazione vada ritrovato nel rapporto tra l’area di progetto e una più ampia idea di contesto alle sue diverse scale. Per questo motivo l’approccio con il quale questo lavoro si rivolge al disegno del masterplan trae le sue origini da una riflessione sul ruolo che l’area ha oggi con il suo territorio e con i vari sistemi eterogenei della città contemporanea. La proposta che viene avanzata è quella di una riconversione dell’area a parco agricolo con il mantenimento degli elementi principali di Expo per i quali è previsto un rinnovamento di destinazione d’uso. Legacy, identità e integrazione sono i temi principali su cui il progetto riflette in questa fase. Per quanto riguarda il parco, è bene sottolineare che la scelta della tipologia agricola non aspira a un ritorno passivo alla condizione precedente rispetto all’apertura del sito espositivo, ma deriva dalla volontà di reinserire l’area in quel paesaggio antropico fatto di elementi naturali e manufatti artificiali che da sempre caratterizza lo sviluppo di Milano. Va inoltre aggiunto che i costi di gestione di questa operazione sarebbero, in ultima analisi, molto al di sotto di un ipotetico parco urbano tradizionale. All’interno di quella che può essere riassunta come una realtà mista in cui i diversi elementi vanno a ricostruire e ridefinire il paesaggio circostante, il progetto prevede inoltre la collocazione di uno stadio di calcio per un totale di 50 000 spettatori in linea con le principali direttive europee e della UEFA. La forma di questo grande oggetto riflette in modo più generale sul tema della bigness auspicando un inserimento calibrato nel parco nonostante le sue grandi dimensioni. A tal fine è rivolta la volontà di rimuovere l’involucro esterno dell’edificio per rivelare la chiarezza delle parti strutturali e la forma ondulata della gradinata superiore, pensata a sua volta come elemento di integrazione con il parco. Da un punto di vista strutturale, gli elementi che il progetto sceglie di privilegiare sono la gradinata del secondo anello, disegnata come un guscio di cemento armato, e la copertura, che riprende il principio del cable roof e che si mostra leggera e sospesa al di sopra della tribuna. Semplicità, chiarezza e verità strutturale sono gli aspetti centrali di questo lavoro che si augura di apportare un contributo alla discussione sul post Expo di Milano 2015.| File | Dimensione | Formato | |
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https://hdl.handle.net/10589/117612