Questo lavoro si propone come tassello in una ricerca progettuale che tenti di dare un contributo al dibattito sul futuro delle acque a Milano, proponendo la riapertura del naviglio della Martesana lungo via Melchiorre Gioia. Il duplice obiettivo di ridare unità formale e architettonica all’eterogeneità dell’area è stato perseguito sia attraverso l’analisi degli elementi che hanno costituito l’attuale impianto urbano, sia attraverso la ricerca architettonica delle tipologie termali. L’area di intervento è quella di via Melchiorre Gioia, di fronte al Palazzo della Regione Lombardia: un importante snodo cittadino fulcro delle numerose trasformazioni che si stanno susseguendo negli ultimi decenni. Al di sotto di del livello stradale scorre, tombinato, il Naviglio della Martesana. Attraverso la riapertura di questo tratto, interrato dalla Cassina de Pom, si cerca di ridare voce alla navigabilità delle acque a Milano. A scala urbana, con la rinata presenza del naviglio, orientamenti e percorsi di collegamento tra le diverse quote di progetto consentono una lettura della città su più livelli, grazie soprattutto alla nuova piazza urbana che diviene un elemento unificatore tra lo snodo della metropolitana fermata Gioia e la nuova darsena. L’edificio di progetto persegue inoltre la volontà di ricreare la conformazione dell’isolato urbano, definito sia dagli allineamenti rurali cinquecenteschi, sia dall’architettura del “basamento degli edifici” delineato nel piano Particolareggiato del 1955. A scala architettonica, la complessità funzionale dell’impianto cerca di riunificare l’eterogeneità dell’area attraverso l’innesto di un complesso termale con un’aula natatoria e un circolo canottieri e la creazione di nuovi spazi di fruizione per la città.

La riapertura del naviglio della Martesana lungo via Melchiorre Gioia. Ricerca di unità formale ed architettonica

VALOTTI, FRANCESCA;GIANI, RICCARDO;PORRO, MANUEL;SIRONI, LORENZO
2014/2015

Abstract

Questo lavoro si propone come tassello in una ricerca progettuale che tenti di dare un contributo al dibattito sul futuro delle acque a Milano, proponendo la riapertura del naviglio della Martesana lungo via Melchiorre Gioia. Il duplice obiettivo di ridare unità formale e architettonica all’eterogeneità dell’area è stato perseguito sia attraverso l’analisi degli elementi che hanno costituito l’attuale impianto urbano, sia attraverso la ricerca architettonica delle tipologie termali. L’area di intervento è quella di via Melchiorre Gioia, di fronte al Palazzo della Regione Lombardia: un importante snodo cittadino fulcro delle numerose trasformazioni che si stanno susseguendo negli ultimi decenni. Al di sotto di del livello stradale scorre, tombinato, il Naviglio della Martesana. Attraverso la riapertura di questo tratto, interrato dalla Cassina de Pom, si cerca di ridare voce alla navigabilità delle acque a Milano. A scala urbana, con la rinata presenza del naviglio, orientamenti e percorsi di collegamento tra le diverse quote di progetto consentono una lettura della città su più livelli, grazie soprattutto alla nuova piazza urbana che diviene un elemento unificatore tra lo snodo della metropolitana fermata Gioia e la nuova darsena. L’edificio di progetto persegue inoltre la volontà di ricreare la conformazione dell’isolato urbano, definito sia dagli allineamenti rurali cinquecenteschi, sia dall’architettura del “basamento degli edifici” delineato nel piano Particolareggiato del 1955. A scala architettonica, la complessità funzionale dell’impianto cerca di riunificare l’eterogeneità dell’area attraverso l’innesto di un complesso termale con un’aula natatoria e un circolo canottieri e la creazione di nuovi spazi di fruizione per la città.
SCHIAVO, ALESSIO
ARC II - Scuola di Architettura Civile
21-dic-2015
2014/2015
Tesi di laurea Magistrale
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