This thesis analyzes the phenomenon of world exhibitions, in their national, urban and social context, in order to explain why the event has become today a renewed urban agendas for competitive cities of a global interconnected world. While world expositions were an original and collective bourgeois creation, they also illustrated a new ideal of lifestyle with a very strong visual connotation, to the point that they contributed to the rethinking of the relation between the city and the human experience of the city dwellers. My research discriminates among four exposition case studies: San Francisco 1915, Paris 1937, Montreal 1967 and Seville 1992. After putting the origin of the phenomenon in its proper historical context, the thesis analyzes world fairs’ transformation caused by the evolution of education and entertainment techniques. It also explores consequent cultural changes of the consumer culture. The focus of the research is on the years that precede the opening of the exhibitions and the broad discussions that brought them alive. In this sense, the social function of exhibitions resonates with the culture of the global village where local traditions melt with global interests of different value systems. By changing their perspective, the diverse audiences could see local and global issues in the context of natural, social and cultural factors. Yet steeped in popular entertainment and education, and primarily addressed to the broad middle classes, world exhibitions would also dispose them towards a passionate sense of citizenship. Considering the phenomenon as a mirror of their respective societies can help understand the process of hybridization that universal expositions underwent. Indeed a mere transfer of know-how among nations and throughout time does not secure the success or failure of an exposition. The model has to be deeply transformed in order to acquire a new meaning.

Questa tesi analizza il fenomeno delle esposizioni universali nel loro contesto nazionale, urbano e sociale, al fine di capire il motivo per cui l'evento è oggi ritornato un rilevante punto nelle agende urbane di città competitive appartenenti a un mondo globale e interconnesso. Mentre le esposizioni universali sono considerabili un'autentica e collettiva creazione della borghesia ottocentesca, esse hanno anche illustrato un nuovo possibile stile di vita a forte connotazione visiva, al punto che hanno contribuito alla ripensamento del rapporto tra la città e l'esperienza umana dei suoi abitanti. La mia ricerca discrimina tra quattro casi studio: San Francisco 1915, Parigi 1937, Montreal 1967 e Siviglia 1992. Dopo aver collocato l'origine del fenomeno nel suo contesto storico, la tesi analizza la trasformazione delle esposizioni universali in relazione all'evoluzione delle tecniche di istruzione e tempo libero. Inoltre, esplora i conseguenti cambiamenti culturali all'interno della cultura del consumo. Il focus della ricerca si sviluppa durante gli anni che precedono l'apertura delle esposizioni e le ampie discussioni che le hanno portate in vita. In questo senso, la loro funzione sociale risuona con la cultura del 'villaggio globale,' dove tradizioni locali si fondono con interessi globali appartenenti a diversi sistemi di valori. Cambiando la loro prospettiva, gli spettatori potevano fare esperienza di questioni locali e globali nei diversi contesti naturali, sociali e culturali. Sebbene intrisa di intrattenimento popolare e con una chiara vocazione educativa, indirizzata soprattutto alle classi medie, le esposizioni universali hanno anche promosso un appassionato senso di cittadinanza. Considerare il fenomeno come uno specchio delle rispettive realtà urbane e nazionali da cui è stato ripetutamente generato nel corso del Novecento, può aiutare a capire il processo di ibridazione cui le esposizioni universali sono state sottoposte. In effetti, un semplice trasferimento di know-how organizzativo tra le nazioni e nel corso del tempo non garantisce il successo o il fallimento di una esposizione. Il modello deve essere profondamente trasformato per poter acquisire un nuovo significato.

If you have seen one you have seen them all. The Image of Universal Expos and their Host Cities

ANGELI, BRUNELLA

Abstract

This thesis analyzes the phenomenon of world exhibitions, in their national, urban and social context, in order to explain why the event has become today a renewed urban agendas for competitive cities of a global interconnected world. While world expositions were an original and collective bourgeois creation, they also illustrated a new ideal of lifestyle with a very strong visual connotation, to the point that they contributed to the rethinking of the relation between the city and the human experience of the city dwellers. My research discriminates among four exposition case studies: San Francisco 1915, Paris 1937, Montreal 1967 and Seville 1992. After putting the origin of the phenomenon in its proper historical context, the thesis analyzes world fairs’ transformation caused by the evolution of education and entertainment techniques. It also explores consequent cultural changes of the consumer culture. The focus of the research is on the years that precede the opening of the exhibitions and the broad discussions that brought them alive. In this sense, the social function of exhibitions resonates with the culture of the global village where local traditions melt with global interests of different value systems. By changing their perspective, the diverse audiences could see local and global issues in the context of natural, social and cultural factors. Yet steeped in popular entertainment and education, and primarily addressed to the broad middle classes, world exhibitions would also dispose them towards a passionate sense of citizenship. Considering the phenomenon as a mirror of their respective societies can help understand the process of hybridization that universal expositions underwent. Indeed a mere transfer of know-how among nations and throughout time does not secure the success or failure of an exposition. The model has to be deeply transformed in order to acquire a new meaning.
GALLIANI, PIERFRANCO
BIRAGHI, MARCO STEFANO
SHANKEN, ANDREW
19-feb-2016
Questa tesi analizza il fenomeno delle esposizioni universali nel loro contesto nazionale, urbano e sociale, al fine di capire il motivo per cui l'evento è oggi ritornato un rilevante punto nelle agende urbane di città competitive appartenenti a un mondo globale e interconnesso. Mentre le esposizioni universali sono considerabili un'autentica e collettiva creazione della borghesia ottocentesca, esse hanno anche illustrato un nuovo possibile stile di vita a forte connotazione visiva, al punto che hanno contribuito alla ripensamento del rapporto tra la città e l'esperienza umana dei suoi abitanti. La mia ricerca discrimina tra quattro casi studio: San Francisco 1915, Parigi 1937, Montreal 1967 e Siviglia 1992. Dopo aver collocato l'origine del fenomeno nel suo contesto storico, la tesi analizza la trasformazione delle esposizioni universali in relazione all'evoluzione delle tecniche di istruzione e tempo libero. Inoltre, esplora i conseguenti cambiamenti culturali all'interno della cultura del consumo. Il focus della ricerca si sviluppa durante gli anni che precedono l'apertura delle esposizioni e le ampie discussioni che le hanno portate in vita. In questo senso, la loro funzione sociale risuona con la cultura del 'villaggio globale,' dove tradizioni locali si fondono con interessi globali appartenenti a diversi sistemi di valori. Cambiando la loro prospettiva, gli spettatori potevano fare esperienza di questioni locali e globali nei diversi contesti naturali, sociali e culturali. Sebbene intrisa di intrattenimento popolare e con una chiara vocazione educativa, indirizzata soprattutto alle classi medie, le esposizioni universali hanno anche promosso un appassionato senso di cittadinanza. Considerare il fenomeno come uno specchio delle rispettive realtà urbane e nazionali da cui è stato ripetutamente generato nel corso del Novecento, può aiutare a capire il processo di ibridazione cui le esposizioni universali sono state sottoposte. In effetti, un semplice trasferimento di know-how organizzativo tra le nazioni e nel corso del tempo non garantisce il successo o il fallimento di una esposizione. Il modello deve essere profondamente trasformato per poter acquisire un nuovo significato.
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