La gestione associata : proposta e validazione di un framework di interpretazione del fenomeno

The Italian Public Administration is going through a period of crisis mainly due to economic conditions and related legislative impositions dictated by policy makers as country competitiveness determiner. Within this context, in which it is possible to find global efficiency goals of the PA, identification of managerial and organizational models becomes a significant factor to pursue such claims. In addition, the growing demand by citizens for better level of quality of services provided, further undermines the position of the Public Administrations. This condition is reflected more stringently in respect of the Local Public Administration who manages directly relations with citizens (and companies) and whose impact on public spending is economically significant (about 52 MLD euros). Since the last century Small Municipalities are plagued by a very worrying phenomenon: the exodus of younger population toward greater urban centers, which offered and still offer better job opportunities, causing a continuous decline in population and an upwards imbalance in the average age of remained one. Several studies have shown how small size negatively affects operation costs and service level. Particularly some researches run on behalf of the “Technical Commission on Public Finance of the Ministrero dell’Economia e delle Finanze”, considering current per capita expenditures over the demographic dimension, regarding Italian municipalities, outlines a “U” profile in all regional areas. This curve turns out to be relatively high in smaller municipalities (up to 5.000 inhabitants), it lessens and touches the minimum values at the two classer ranging from 5.001 to 20.000 inhabitants, before increasing again in most populated municipalities. In this regard, over the last years, the Government has provided support to these entities through various forms of incentives, aimed at creating association and cooperation. Among the various forms of association and cooperation, the one known as "Unione di Comuni" seems to be, on behalf of academic and government authorities, the most appropriate mean to revitalize the municipalities with low population size. From an in-depth analysis of the literature and presentation of case studies, this dissertation intends to present an interpretive framework for the “Unione di Comuni” under an holistic view to outline an alternative interpretation as a mean for analyzing and comparing certain fundamental characteristics. Moreover, the study will also present a pattern of guidelines, based on good practices, to support decision makers in the development of organizational processes for this kind of type of shared service center.

La Pubblica Amministrazione italiana sta attraversando un periodo di crisi causato principalmente dalle condizioni economiche e dalle relative imposizioni legislative che concorrono a determinare la competitività di ciascun Paese. All’interno di questo contesto, nel quale è possibile trovare obbiettivi di efficientamento globale delle PA, diventa dunque importante identificare modelli manageriali e organizzativi che siano capaci di perseguire tali richieste. In aggiunta, la crescente richiesta da parte dei cittadini di un livello della qualità dei servizi forniti migliore, compromette maggiormente la posizione della Pubbliche Amministrazioni. Questa condizione si riflette in modo più stringente nei confronti della Pubblica Amministrazione Locale che, in quanto tale, si trova a gestire in maniera diretta i rapporti con i cittadini (e le aziende) e il cui impatto sulla spesa pubblica risulta economicamente significativo (circa 52 MLD di Euro). Fin dal dopoguerra la realtà dei Piccoli Comuni è afflitta da un fenomeno particolarmente preoccupante, quello dell’esodo da parte della popolazione più giovane verso centri urbani di maggior dimensioni, che offrivano ed offrono tuttora migliori opportunità di lavoro, causando così una continua diminuzione della popolazione e uno sbilanciamento della media di età verso l’alto di quella rimasta. Le ridotte dimensioni sembrano esser causa di alti costi di gestione e di un basso livello di servizio d’accordo con numerosi studi. In particolare alcuni studi condotti per conto della Commissione Tecnica per la Finanza Pubblica del Ministero dell’Economia e delle Finanze considerando le spese correnti pro-capite dei comuni italiani, rispetto all’ampiezza demografica, delineano in tutte le aree regionali un profilo ad “U”: il totale della spesa corrente pro capite risulta essere relativamente elevata nei comuni più piccoli (fino a 5.000 abitanti), si riduce e tocca i valori minimi in corrispondenza delle due classi che vanno dai 5.001 ai 20.000 abitanti , per poi crescere fortemente nei comuni più popolati. In tal senso, negli ultimi anni, il Governo ha previsto forme di sostegno a queste realtà attraverso varie forme di incentivazione, volte all’associazionismo ed alla cooperazione. Tra le varie forma di associazionismo e di cooperazione quella conosciuta come “Unione di Comuni”, sembra esser, da parte di studiosi e di autorità governative, il mezzo più adeguato per rivitalizzare i comuni con una bassa dimensione demografica. A partire da una approfondita analisi della letteratura e alla presentazione di alcuni casi di studio questo documento vuole dunque presentare un framework interpretativo delle Unioni di Comuni di visione olistica con lo scopo di delineare una chiave di lettura alternativa che ne permetta l’analisi e il confronto di determinate proprietà fondamentali. A partire da tale definizione lo studio presenterà inoltre una successiva definizione - per mezzo del framework sopracitato e dei casi di studio illustrati - di un pattern di linee guida basato su good practices a supporto delle decisioni nelle attività di sviluppo di processi organizzativi relativi alle gestioni associate.